Coach Sasha Djordjevic spiega l'espulsione nel finale contro Roma
Il coach scrive una lettera aperta ai tifosi
Coach Sasha Djordjevic dà la sua versione sull’episodio “incriminato”, il tecnico con espulsione a 26" dalla fine del supplementare che ha che ha deciso la gara di Roma, con la Benetton che era in vantaggio di due punti ed è stata raggiunta e superata dai padroni di casa. Ecco la lettera aperta del coach biancoverde:
“Premetto che mi devo prendere la responsabilità di quello che è accaduto ieri davanti alla squadra e ai tifosi, l’ho detto anche ai ragazzi a fine partita in spogliatoio, la loro reazione è stata incredibile, si sono stretti attorno a me facendomi capire come questo gruppo sia fantastico, quello dei miei giocatori è stato uno degli applausi e degli abbracci in spogliatoio più belli della mia carriera, questo sono certo ci renderà ancora più uniti nel combattere in tutte le prossime partite di qui alla fine, alla caccia del nostro obiettivo.
Mi dispiace tantissimo per quell’episodio e con queste parole voglio spiegare quanto accaduto, in quanto mi sento in buona fede e con la coscienza pulita. Io stavo facendo il mio lavoro, parlavo tranquillo e sotto controllo con il tavolo per concordare il time out successivo all’azione di Roma, sono stati gli arbitri a venire loro da me a rimproverarmi perché con un piede oltrepassavo la linea. In quei casi la tensione è alle stelle, secondo me è meglio non rischiare di provocare reazioni di alcun genere, ma non sono caduto nella provocazione, ho solo detto con tranquillità che stavo facendo il mio lavoro e chiamando il time out. Dopo aver parlato con due arbitri e aver chiarito tutto, ho avuto un moto di stizza lanciando l’asciugamano verso la mia panchina, ma non ce l’avevo con gli arbitri, stavo discutendo con il mio staff…in questo momento, da lontano, dal terzo arbitro che era a venti metri e non aveva partecipato alla discussione e non aveva udito quello che ci eravamo detti con i suoi colleghi, è arrivato subito il fallo tecnico che ha deciso la gara e poi l’espulsione, da qui i quattro tiri liberi.
Non avessi avuto in mano l’asciugamano, che, ripeto, ho gettato nella nostra panchina senza nemmeno guardare gli arbitri perché non ce l’avevo con loro, adesso probabilmente avremmo vinto la partita.
L' allenatore deve avere la libertà di svolgere il proprio lavoro e in momenti tesi come il finale di ieri è impensabile che la partita venga decisa in quel modo provocando una reazione e punendo un comportamento negli ultimi secondi che non si discostava da quello che normalmente io come tutti gli altri coaches del mondo teniamo in panchina durante le gare. Tra l’altro dopo l’espulsione di Tucker e la non espulsione di Becirovic il metro arbitrale nei nostri confronti è drasticamente e nettamente cambiato, sono piovuti antisportivi, tecnici, falli e infrazioni molto discutibili, spesso ho dovuto calmare i miei giocatori increduli. Sono da 30 anni in questo sport e certe cose le capisco bene. Nonostante questo la gara l’avevamo ripresa in mano ed eravamo avanti, non è bastato e ci hanno ulteriormente penalizzato.
I veri e unici protagonisti devono essere i giocatori, gli altri, noi allenatori e arbitri, siamo solo “accessori” alla partita, bisogna dare ai giocatori e solo a loro la possibilità di decidere le partite senza aiuti o condizionamenti. Gli arbitri sono quelli che dovrebbero calmare le tensioni e non alimentarle specie in momenti “caldi” come questi di fine stagione dove ci si gioca il lavoro di un anno e non è facile essere lucidi e sempre controllati. Sono cose che ho già detto nelle riunioni con gli arbitri, ai capi degli arbitri e anche altre volte in passato pubblicamente in questa stagione. E’ tutto l’anno che personalmente subisco trattamenti di questo genere, gli arbitri per definizione hanno il coltello dalla parte del manico e non vorrei che, con l’incerta situazione societaria per il futuro che caratterizza la nostra stagione, la mia squadra venga presa sottogamba e io di conseguenza. Quest’anno ho sempre voluto far capire a tutti che noi siamo vivi, vivissimi, e lotteremo fino alla fine per fare il massimo, mi sono esposto in prima persona e purtroppo vedo che questo mio atteggiamento è stato spesso penalizzato in campo da sanzioni prese solo perché cerco di fare al meglio il mio lavoro, difendendo la squadra e la società.
Non voglio pagare la mia voglia di combattere sempre e non arrendersi, non lo trovo giusto ed esigo rispetto. Questi fatti accaduti ieri e altre volte quest’anno mi rammaricano perché rovinano l’impegno straordinario dei miei ragazzi. So che devo prendermi le mie responsabilità, ma come detto mi sento con la coscienza a posto e di aver fatto il mio lavoro come tutti gli altri allenatori. Ringrazio la squadra, anche ieri ha dimostrato quanto questi ragazzi e questo staff siano una cosa sola e sono convinto che questa unione potrà essere la nostra forza per raggiungere nel finale di stagione l’obiettivo che abbiamo.”
Claudio Coldebella, GM e Vicepresidente, commenta così il rocambolesco finale di ieri sera a Roma, con il tecnico ed espulsione a Sasha Djordjevic a 26” secondi dalla fine del supplementare, costato quattro tiri liberi e possesso all’Acea Roma che ha così sorpassato e poi vinto la combattutissima partita: “Nella concitazione del momento Sasha è caduto nel tranello di dare lo spazio agli arbitri di poter influire sull’esito finale della partita, reagendo, pur senza offese né atteggiamenti plateali, dopo essere stato richiamato inaspettatamente per essere uscito dal suo box di pochi centimetri nel tentativo di chiamare time out per l’azione seguente ed avere così la rimessa in attacco per l’ultimo tiro. La situazione era convulsa e la tensione alta, in quei momenti dovrebbe prevalere il buon senso da parte degli arbitri, è brutto che le partite non le decidano i giocatori, e ieri è successo.
Non a caso l’arbitro più esperto della terna, Facchini, aveva capito la situazione e ordinato di riprendere il gioco, ma gli altri suoi colleghi meno esperti non si sono dimostrati in grado di avere il controllo della situazione ed è successo l’irreparabile. Qui si decide la stagione delle squadre, ed è bello che a deciderlo sia il campo e gli arbitri che dovrebbero pensare al gioco e non a creare situazioni di nervosismo in momenti dove è fin troppo facile accendere inutili fuochi. Peccato perché era una gara che avevamo risollevato, purtroppo l’arbitraggio ha condizionato il match e più volte nella gara si sono verificate da questo punto di vista situazioni non all’altezza di questo livello, che hanno creato nervosismo e confusione. Non ci stancheremo mai di dirlo, le gare le devono decidere i giocatori in campo.”