Sergio Scariolo: 'Nei piccoli non siamo così forti'
Il coach analizza a Il Corriere dello Sport ancora il momento ed il roster di Milano
Sergio Scariolo, a Il Corriere dello Sport, ha analizzato ancora una volta il momento di Milano, la situazione del roster e la mancanza di Danilo Gallinari e Malik Hairston senza i quali la squadra sta avendo difficioltà enormi. Ecco le parole del coach alla vigilia della sfida contro la Virtus Bologna e pochi giorni dopo la batosta di Kazan: 'La società ci ha messo nelle condizioni di rendere il viaggio per e da Kazan il meno disagevole possibile: una partita peggiore non ci poteva capitare ma il calendario è questo e lo sarebbe stata anche se non fossimo reduci dalla Russia. Le difficoltà sono oggettive: dobbiamo ancora una volta ritrovare fiducia, credere in quello che facciamo. Ma dobbiamo sentirlo come un dovere e trasformare i problemi in rabbia agonistica, non in depressione. In estate ero molto più cauto sulle possibilità dell 'Armanie anche quando eravamo primi in classifica sapevo che avremmo avuto problemi, esasperati dall'infortunio a Hairston. Speravo che fossero di minor durata, analizzando l'aspetto tecnico. Invece è subentrato il fattore caratteriale, psicologico e siamo ancora in difficoltà. Di sicuro quando avevamo Gallinari e Hairston eravamo una squadra molto forte, che aveva battuto Maccabi e Siena. Con quell'assetto eravamo completi e fortissimi, senza di loro lo siamo meno, specialmente sul perimetro. E il basket moderno non si gioca partendo dai lunghi ma dai piccoli. E nei piccoli non siamo così forti. L'arrivo di Bremer faceva parte dei programmi: un giocatore in quel ruolo era nel ro-ster immaginato in estate prima che si manifestasse l'opportunità di prendere Gallinari. E arrivato anche Gentile e non era previsto: lui fa parte del progetto futuro, volevamo facesse un po' di esperienza a questo livello. Che stia giocando più qui che a Treviso è buono per lui e per il futuro della squadra, non è positivo a breve termine. Significa che qualcosa non va. Un altro allenatore sarebbe stato in pericolo? Dipende dalle palle della società: se le ha non molla alle prime difficoltà e questo club spesso criticato mi pare in realtà solido. L'aveva dimostrato anche con Bucchi. Poi per una legge della vita che quando hai un certo passato, quando certi compiti li hai portati a termine vittorioso, godi di un bonus che altri non hanno. Ma personalmente io mi sento in discussione sempre: gennaio è stato molto negativo, lo so. Il più scontento di tutti sono io. Virtus Bologna? Ha lavorato bene in palestra e fatto scelte coraggiose passando dall'asse Mclntyre-Homan a Poeta-Gigli. Le squadre di Eurolega hanno tutte incontrato difficoltà che hanno un po' abbassato il livello del vertice, ma a Bologna come Pesaro è giusto riconoscere il merito di aver sfruttato l'occasione. Io un ex? Restai un mese e conobbi Sabatini, grande energia, desiderio di risolvere i problemi. Ce l'avevamo fatta ma la politica ci lasciò con il cerino in mano escludendo la Virtus dal campionato. Sabatini lo apprezzo anche oggi persino quando mente sulle differenze di budget tra la sua squadra e le altre. Ma fa parte del personaggio".