Maltinti: Impossibile portare la capienza del palazzo a 5.000 posti. Il Comune ha avvisato la FIP
Conferenza stampa del presidente: "Capisco che il basket non possa essere la priorità di chi amministra una città, ma in un anno c'è stato un dialogo continuo e nessuno ci aveva mai detto che non c'erano le condizioni per intervenire".
"Ci tengo a premettere -ha affermato Maltinti- che la conferenza di questa mattina non ha alcuno scopo polemico. Credo però che sia doveroso, da parte mia, illustrare la situazione, anche alla luce delle ultime vicende che hanno riguardato la questione della capienza del PalaCarrara. Come sapete, l'amministrazione comunale insediatasi quasi un anno fa ha sempre espresso la propria volontà di affrontare il problema relativo ai 5000 posti necessari agli impianti di serie A per ottenere l'agibilità. Il dialogo fra la società e il sindaco e l'assessore allo Sport è stato, su questo punto, continuo e, almeno a quanto mi era stato dato di capire, proficuo. Poi, improvvisamente -prosegue Maltinti- venerdì ricevo una lettera dalla FIP in cui il presidente federale mi informa che prende coscienza dell'impossibilità di adeguare il PalaCarrara alle normative richieste: la nostra posizione sarà dunque discussa nel prossimo consiglio federale".
Cosa sia accaduto, il presidente lo spiega con chiarezza: "Chiedo cosa sia successo, visto che da parte dell'amministrazione comunale, proprietaria del palasport, mai -scandisce Maltinti- avevo ricevuto un diniego circa gli interventi da effetturare e vengo a sapere che l'amministrazione ha inviato alla Federazione una lettera in cui, causa la mancanza di fondi e risorse disponibili, si afferma che, a livello di capienza, al PalaCarrara non possono essere effettuati interventi sostanziali. Al di là che avremo avuto piacere di sapere direttamente dal Comune queste cose -prosegue il presidente- ma sono sorpreso dal fatto che nessuno, da parte dell'amministrazione, ci abbia mai detto con chiarezza, in questo anno, che non c'erano i presupposti per intervenire".
Maltinti prosegue: "Quando sei anni fa siamo tornati in serie A, pensavamo di aver dato lustro alla città di Pistoia, di aver fatto qualcosa di bello per una piccola provincia come la nostra, anche a livello di visibilità e prestigio. In questi cinque anni, come tutti sanno, i problemi sono stati notevoli, ma abbiamo sempre cercato di superarli. Ovviamente il basket non può essere al primo posto nelle priorità di chi amministra una città, se però siamo diventati un peso insostenibile per qualcuno, che almeno questo ci venga detto con chiarezza, in modo da poter valutare le alternative. A proposito della questione capienza -afferma il massimo dirigente biancorosso- a oggi due sono le alternative: rimanere qua ancora per un altro anno, visto che probabilmente la FIP potrebbe concederci una deroga e poi essere costretti a spostarci a giocare altrove, oppure, semplicemente, decidere di retrocedere in A2, per poter continuare a giocare a Pistoia".
I problemi sul tavolo non si fermano, comunque, alla capienza: "C'è poi un'altra questione -dichiara Maltinti- che rende particolarmente complesso per noi rimanere al PalaCarrara. Questa struttura ha dei costi di gestione che sfiorano i 120mila euro, altissimi se rapportati a quelli di qualsiasi altro palasport di serie A. E' un aspetto di cui più volte abbiamo parlato con l'amministrazione comunale: cosa si vuole fare? Chiediamo chiarezza una volta per tutte"!
A Maltinti hanno fatto poi eco le parole del vice-presidente Ivo Lucchesi: "Non penso alla malafede, ma è una disattenzione molto colpevole che l'amministrazione comunale, dopo un anno di colloqui, si sia rivolta direttamente alla FIP senza informarci. Avevamo presentato al Comune un nostro progetto per portare la capienza quantomeno a 4800 posti e di questo avevamo parlato apertamente con la FIP: evidentemente non è stato nemmeno preso in considerazione da parte dell'amministrazione, stante la presa di posizione della Federazione. Credo che sia giusto, a questo punto, che chi governa questa città risponda ad alcune semplici domande: si vuole o no che il basket pistoiese possa rimanere a questi livelli? Si ritiene che questa categoria rappresenti un valore per la città? Se sì -afferma Lucchesi- l'amministrazione deve fare qualcosa, sostenere la società. Sostenere non vuol dire finanziare, ovviamente, ma vorrei stimolare chi di dovere a riflettere sulla situazione e magari anche a pensare un po' più in grande di quanto non si sia fatto finora".