Dairis Bertans: Felice di essere a Milano. E non sono solo un tiratore
Finiti gli Europei, Dairis Bertans è sbarcato a Milano e ha cominciato ad allenarsi insieme agli altri giocatori reduci dall’attività con le Nazionali
Finiti gli Europei, Dairis Bertans è sbarcato a Milano e ha cominciato ad allenarsi insieme agli altri giocatori reduci dall’attività con le Nazionali. Mercoledì a Cremona è previsto il suo debutto in maglia Olimpia. Ecco quello che ha raccontato di sé stesso, la sua storia, le sue aspirazioni e l’estate con la Lettonia.
LE ORIGINI – “Gioco a basket da quando ricordo. I miei genitori erano ambedue insegnanti di ginnastica a scuola. Sono cresciuto in palestra, il basket è sempre stato attorno a me e ai miei fratelli (Davis Bertans gioca nei San Antonio Spurs-nda). In sostanza non avevo altra scelta. Non ricordo l’età ma dove arrivano i miei ricordi, il basket c’è sempre stato”.
QUANDO HA CAPITO DI POTER ESSERE UN PROFESSIONISTA –“Probabilmente quando è cominciata l’attività delle nazionali giovanili, da Under 16. Vedevo che potevo competere ed essere all’altezza di ragazzi provenienti da altri paesi. Quello è il momento in cui ho pensato di poter diventare un giocatore professionista”.
BILBAO – “Per me è stato un grande salto. Fino a quel momento avevo giocato solo in Lettonia e saltare dalla Lettonia alla ACB, che era probabilmente una delle leghe migliori in Europa, è notevole. Ma fin dal primo momento ho avuto un ruolo importante e ho giocato bene. Lì ho realizzato che potevo farcela anche ai massimi livelli”.
L’EUROLEAGUE AL DARUSSAFAKA – “All’inizio è stata dura, era la mia prima volta al livello più alto che ci sia in Europa, ma mi sono adattato bene e con il tempo ogni volta che ho avuto la chance ho fatto bene. Per essere la mia prima esperienza è stata positiva ma ora al secondo anno vorrei salire ancora di livello”.
LE CARATTERISTICHE – “Tutti pensano a me come ad un tiratore da fuori puro ma non è così. Quando gioco, faccio quello che le situazioni richiedono. Se devo penetrare posso farlo, se c’è un compagno libero gli passo la palla, cerco di creare opportunità per altri giocatori, anche dal pick and roll. Probabilmente posso fare un po’ di tutto”.
IL RUOLO A MILANO – “E’ difficile dirlo adesso, questi sono i primi allenamenti insieme e i prossimi diranno cosa posso dare alla squadra e quale ruolo avrò. Io e gli altri ragazzi”.
MILANO – “Sono molto contento di essere qui, di aver firmato per un grande club e un’organizzazione solida. Adesso sono concentrato sulla stagione e felice di vivere a Milano, che è probabilmente una delle più belle città d’Europa. Giocare a basket e vivere qui è una bella prospettiva”.
GLI EUROPEI – “Ovviamente sono ancora un po’ arrabbiato di non aver raggiunto la semifinale e di non aver battuto la Slovenia che poi si è dimostrata la miglior squadra del torneo. Ma alla fine, abbiamo chiuso al quinto posto, che è il miglior risultato di sempre, a parte la prima edizione in Lituania quando vincemmo (era il 1935-nda), abbiamo restituito speranza alla gente che in Lettonia segue il basket. Quando sono tornato a Riga, tantissima gente mi ha avvicinato per dirmi che eravamo stati bravi, che ci avevano seguito e fatto il tifo dalla tv, piangendo e soffrendo insieme a noi. Non abbiamo vinto la medaglia ma abbiamo lasciato alle spalle belle sensazioni”.
KRISTAPS PORZINGIS – “E’ facile giocare con un giocatore come lui, aiuta tutti e tutti sono migliori perché le squadre si concentrano completamente su di lui e ci sono spazi e opportunità mgiliori per gli altri. E’ facile giocare con uno così”.