Serie A: le statistiche dei minuti giocati nel girone di andata
Le parole del presidente Marzoli: Rispetto allo scorso campionato, alla fine del girone di andata registriamo un calo della percentuale di atleti italiani impiegati nella massima serie
La GIBA comunica le statistiche dei minuti giocati in Serie A, proponendo ulteriori suddivisioni degli atleti rispetto alle analisi dei precedenti campionati.
La prima macro suddivisione è fra:
- ITALIANI (FORMATI);
- NON FORMATI.
L’ulteriore suddivisione è fra:
- Italiani;
- Naturalizzati;
- Europa;
- Europa FIBA (Paesi non UE e “Cotonou”);
- Extracomunitari.
Di seguito, le statistiche totali dopo 15 giornate di campionato 2016/2017.
Prima macro suddivisione.
- ITALIANI (FORMATI): 13.445 minuti, pari a 27,66%.
- NON FORMATI: 35.155 minuti, pari a 72,34%.
Ulteriore suddivisione.
- Italiani: 13.229 minuti, pari a 27,22%.
- Naturalizzati: 2.199 minuti, pari a 4,52%.
- Europa: 6.604 minuti, pari a 13,59%.
- Europa FIBA (Paesi non UE e “Cotonou”): 7.504 minuti, pari a 15,44%.
- Extracomunitari: 19.064 minuti, pari a 39,23%.
Prime 5 squadre che hanno impiegato maggiormente atleti italiani dopo 15 giornate di campionato.
Reggio Emilia: 2.095 minuti, pari al 69,83%, con 5 italiani (formati) con almeno 15 minuti di media in campo.
Pistoia: 1.387 minuti, pari al 45,48%, con 3 italiani (formati) con almeno 15 minuti di media in campo.
Cremona: 1.222 minuti, pari al 40,40%, con 2 italiani (formati) con almeno 15 minuti di media in campo.
Brescia: 1.063 minuti, pari al 35,14%, con 2 italiani (formati) con almeno 15 minuti di media in campo.
Milano: 969 minuti, pari al 32,30%, con 3 italiani (formati) con almeno 15 minuti di media in campo.
Dopo 15 giornate di campionato, il numero di giocatori italiani (formati) che giocano almeno 15 minuti di media a partita è di 29.
In merito alle statistiche, questo il commento del Presidente della GIBA, Alessandro Marzoli: «Rispetto allo scorso campionato, alla fine del girone di andata registriamo un calo della percentuale di atleti italiani impiegati nella massima serie. Siamo preoccupati perché questo, insieme al fatto che la D-League americana offrirà migliori contratti e organizzazione, potrebbe portare ad un abbassamento del livello del nostro campionato, con l’arrivo di giocatori stranieri di sempre minor caratura. Plaudiamo allo sforzo della FIP, della Lega, di Sky e della Rai per dare al pubblico un prodotto bello e affascinante, ma riteniamo che in questo percorso la parte tecnica sia altrettanto importante, anche in ottica Nazionale. Investire sugli italiani è una mossa giusta e imprescindibile nel medio-lungo termine. Insomma: meno atleti stranieri, ma di più alto livello e italiani in grado crescere negli anni e di catturare l’affetto della gente, così come stanno facendo in Serie A2 tanti giovani come – solo per citarne alcuni – Moretti, Candi, Penna, Alviti, Oxilia, Baldasso e Totè».