Riccardo Visconti: La pallacanestro è la mia vita. Da Ress tanti consigli dentro e fuori il campo
Le parole del giovane giocatore della Reyer Venezia
Tre partite, tre vittorie: una per ogni categoria in cui è impegnato.
Ma è un Riccardo Visconti tutto da scoprire anche fuori dal parquet quello che si è raccontato, tra un allenamento e una partita.
- Brindisi sabato, Champions League e Under 20 in questa settimana. Tre partite, tre vittorie, ma prima di tutto come stai?
Benissimo, sia fisicamente che mentalmente. La pallacanestro è la mia vita, mi diverto finchè si tratta di giocare non mi fermerai mai...
- Dopo il secondo posto in A e la qualificazione ai playoff in Europa, anche la vittoria nello scontro al vertice Under 20 con Alto Sebino
E' la squadra con cui abbiamo vinto lo Scudetto Under 18 l'anno scorso, sono dei compagni con cui mi trovo bene e mi fa sempre un sacco piacere giocare con loro. E poi tutte le partite sono importanti e meritano lo stesso approccio.
- A proposito, la Champions League porta con sé anche una serie di posti nuovi e curiosità: c'è un aneddoto particolare che ricordi più degli altri?
E' il mio primo anno da senior, quindi sia in Italia che in Europa ogni volta è come se fosse un po' un mondo nuovo ed ho già avuto la possibilità di frequentare posti in cui forse mai avrei pensato di andare. Finlandia, Ucraina, ecco in questo caso è stato stranissimo che Hotel e palazzetto fossero collegati, si passava dall'uno all'altro senza nemmeno uscire dallo stabile.
- Tra le prime volte, anche la prima conferenza stampa europea: che sensazioni hai provato, curioso? Agitato?
C'è stato qualche momento di incertezza, ma da questo punto di vista non mi interessa, perchè sono una persona spontanea che non cambia il modo di dire le cose ed essere più preciso solo perchè davanti ai giornalisti, quindi cerco sempre di essere il più semplice possibile...
- Europa quest'anno vuol dire non solo Champions League, ma anche un bronzo europeo meritato e derivante soprattutto da un gruppo coeso e solido.
Ci siamo tolti tantissime soddisfazioni, è un'annata non solo di grandissimi giocatori, alcuni dei quali già protagonisti a livello senior, senza alcuna rivalità o gelosia, che coinvolge non solo i 12 che poi effettivamente vengono convocati, ma anche chi resta fuori. E' capitato anche a me di restare fuori dal “Trofeo dell'Amicizia”, ad esempio, ma qui tutti ci restano vicino ed è per questo che un pezzo di medaglia voglio condividerlo anche con chi non è partito per la Turchia.
- Pochi minuti e la necessità di avere subito un impatto immediato con i grandi ti hanno aiutato ad essere subito pronto anche per quel tipo di partite?
Sapevo fin dall'inizio che non avrei avuto tanti minuti, ma mi piace portare a termine le cose iniziate e sono arrivato qui quattro anni fa che ero un bambino e ora ho l'opportunità non solo di completare il mio percorso giovanile, ma anche di avere il primo contatto con i senior. Nel mezzo la Reyer mi ha dato la possibilità di crescere tantissimo non solo come giocatore ma anche come uomo, c'è fiducia reciproca e sapendo che qualunque cosa facessero, sarebbe stata per il mio bene e quindi ho ritenuto giusto credere in questo progetto.
- C'è qualcuno che vuoi ringraziare in particolare per il sostegno di questi anni?
Tante persone, ma se dovessi fare dei nomi, ne direi due in particolare: Francesco Benedetti responsabile delle giovanili e Alberto Buffo, mio allenatore negli ultimi due anni. Mi hanno preso che ero un bambino e mi hanno “cresciuto”, Alberto in particolare, con cui c'è un rapporto speciale anche fuori dal campo, mi è stato vicino in ogni momento e per qualunque cosa avessi bisogno. Ad esempio con la scuola mi ha aiutato di continuo.
- Già, perchè tra un allenamento e una partita bisognerebbe anche andare a scuola
Scuola e basket hanno sempre viaggiato sullo stesso livello, anche quest'anno, quello della maturità, che è particolarmente duro e sono costretto a perdere molti giorni di scuola a causa di trasferte lunghe ed importanti. Ma mi hanno sempre aiutato, comprendendo la situazione e io voglio riuscire nell'intento di diplomarmi in una scuola pubblica nonostante i vari impegni.
- E compagni e professori si informano anche di quello che succede?
Ho un paio di compagni tifosissimi, in particolare, che sanno tutto e non perdono mai una partita casalinga. Poi, dovendomi svegliare sempre presto, a volte anche i professori riconoscono la stanchezza sul mio volto e quelli più appassionati si informano anche più nello specifico su come stia andando la stagione mia e della squadra.
- Quindi raccontaci un po' la tua giornata tipo...
La mattina scuola, poi un attimo di riposo, pranzo e studio in attesa dell'allenamento. Una giornata normale di allenamento trascorre così.
- E nel (poco) tempo libero?
Tanta playstation, sono abbastanza in fissa con Nba 2K, ascolto molto Jovanotti e guardo qualche serie Tv, anche se ho appena finito The Walking Dead.
- Però c'è anche una dote particolare al di fuori del parquet che forse molti non conoscono...
Sono un fenomeno a fare i dolci in generale, la cheesecake mi viene in maniera sublime (ride) per la gioia dei miei compagni di foresteria che a volte ne approfittano...
- Quindi spontaneo ed estroverso di carattere con tutti, ma che rapporto hai con i social? Sappiamo che è anche nata la tua fanpage
Non sono solito pubblicare troppo a proposito di ciò che accade, non mi verrebbe spontaneo per questioni strettamente personali. Però dopo una bella vittoria con la squadra allora sì che un bel post ci sta tutto!
- Dentro e fuori il campo la fortuna di condividere un'esperienza importante con giocatori navigati, quanto possono essere d'aiuto per i giovani dentro e fuori il campo?
Questa è una squadra piena di atleti esperti, ad esempio sono anche compagno di stanza di Tomas Ress ed ogni occasione è preziosa per ricevere consigli dentro e fuori il campo...
- Tanti sacrifici e rinunce, per un ragazzo di neanche diciannove anni, ma sei realmente soddisfatto se...
E' il mio primo anno con i senior e posso dire di essere capitato in un gruppo clamoroso e straordinario. Vincere e giocare bene aiuta e sono felicissimo, sapendo che potrei non avere tanti minuti, soprattutto per i risultati della squadra. Poi quando sta a me entrare in campo so che non devo strafare e sono soddisfatto quando riesco a dare il mio contributo e soddisfare quello che mi viene chiesto...
Intervista di Donatello Viggiano per l'agenzia MVP