Sardara: Futuro nel progetto Dinamo 2020 che prevede fatturato raddoppiato e palazzo da 8.000 posti
Le parole di Stefano Sardara a Tuttosport sul futuro della Dinamo, sul caos coppe europee e sugli italiani
Se ne riporta un estratto.
Futuro Dinamo. E' nel progetto Dinamo 2020 che abbiamo presentato di recente e prevede il raddoppio del fatturato in 4 anni, puntando sul miglioramento delle strutture, a cominciare dal palazzetto che diventerà da 8.000 posti in funzione di un suo utilizzo non soltanto per l'ora e mezzo della partita. Vogliamo che per il pubblico diventi un luogo di ritrovo, dove mangiare prima o dopo la gara, vivere con la famiglia attraverso l'offerta di attività collaterali. L'appalto per i lavori è previsto entro i primi mesi del 2017. La conclusione nel 2018.
Caos coppe. E' stato il vero problema. La licenza triennale di Eurocup ci avrebbe permesso una programmazione più completa e per un arco di tempo più lungo. Ritorno alla libertà di scelta sulle Coppe? Assolutamente sì, ma nel contempo quanto è successo merita un'analisi e una valutazione importanti. Quanto perso dai tre club (Sassari, Trento, Reggio Emilia) non è che tornerà. E la nostra rinuncia è stata effettiva ed immediata.
Legabasket. Siamo all'anno zero, si tratta di mettere le basi. Ma non sono d'accordo con chi parla di movimento in declino o peggio. Secondo me la passione s'è risvegliata da qualche anno e abbiamo raggiunto il massimo risultato d'interesse, nel periodo recente, con la finale 2015 tra Sassari e Reggio Emilia. Quest'anno poi il campionato mi sembra di più alto livello, al di là di Milano. Ci sono almeno 7-8 squadre molto interessanti.
Giocatori italiani. La scarsità numerica di italiani di livello è figlia delle regole attuali. Bisogna ripartire dalla base, dai vivai. Nella Bundesliga hanno imposto ai club di investire una parte del fatturato nei palasport e adesso hanno arene all'avanguardia. Potremmo farlo per i giocatori e per gli impianti pure noi. Trovando da una parte incentivi, dall'altra appoggio invece nelle istituzioni. Serve tempo, ma basta individuare le priorità.
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