Intervista ad Abass: Una partita alla volta puntando ai playoff, poi vedremo cosa accadrà
Il giovane capitano canturino parla della sua nuova squadra, di Gerasimenko, e della sua progressione personale
(Ciamillo & Castoria)
Interviste rilasciate a SportWeek, Corriere della Sera, La Repubblica, La Provincia di Como e su molti altri mass media, con lo status che necessariamente è destinato a salire, fuori e dentro al campo.
Awudu Abass non è più solo una promessa di una giovine Italia vincente agli Europei Under-20, e in cui nella stessa edizione (2013) fu anche inserito nel quintetto degli Europei.
Oggi Abass è il capitano di Cantù, dopo aver raddoppiato o triplicato ogni statistica rispetto alla scorsa stagione. Diciassettesimo per punti segnati a partita in campionato, con 13.6, ma secondo considerando solo gli italiani (solo Daniele Cinciarini davanti con 14). Sfruttando i 200 centimetri è anche diciottesimo in Legabasket per rimbalzi (6 di media). In Fiba Eurocup, dove l’avventura è giunta al termine prima del previsto, ha segnato 12.8 di media tirando un po’meno ma meglio (41% da tre e 60% da due).
Oggi l’Acqua Vitasnella è al decimo posto in Italia, ad una sola vittoria dalla zona play-off, “Dobbiamo affrontare una gara alla volta per cercare di qualificarci ai playoff che devono essere il nostro obiettivo. Poi vedremo cosa accadrà.” Sono le parole chiave del presente canturino e di un Abass molto concentrato;
Incominciamo subito con la dichiarazione di Kyrylo Fesenko che, arrivato a Cantù, ha detto che la squadra ha le potenzialità per tentare di vincere lo scudetto. Cosa ne pensi ad oggi di Cantù, rinforzata da tanti giocatori, e in merito all’obiettivo finale sbandierato dal centrone ucraino?
[La squadra canturina ha già tesserato sedici giocatori, ma non ha ancora terminato il numero di tesseramenti massimi, considerato che non ha mai schierato in campionato Kyle Johnson]
La considerazione generale è che non siamo certo l’unica squadra in Serie A ad aver cambiato tanto, visto che Milano, Sassari e Varese, per fare tre esempi, hanno già terminato i tesseramenti. Detto questo è vero che non è facile modificare le cose in corsa: di fatto stiamo facendo una sorta di precampionato invernale visto che quattro quinti del quintetto sono diversi così come lo è l’allenatore. Stiamo lavorando con grande impegno, ma è ovvio che abbiamo bisogno di un po’di tempo per conoscerci e trovare la chimica giusta.
Abbiamo cambiato roster perché abbiamo cambiato obiettivi e questo è una cosa positiva perché stiamo lottando per dei traguardi che non ci ponevamo a inizio stagione ed è sempre bello avere ambizioni maggiori. Credo poi che la squadra si sia rafforzata e anche questo è un aspetto positivo. Secondo me dobbiamo affrontare una gara alla volta per cercare di qualificarci ai playoff che devono essere il nostro obiettivo. Poi vedremo cosa accadrà.
A vedervi giocare, e a sentire anche coach Sergej Bazarevich, passano dei momenti dove insieme costruite azioni corali ad altre dove le forti individualità presenti incominciano un 1vs5 contro la squadra avversaria. Avete problemi a trovarvi nei vari momenti della partita?
Come dicevo prima abbiamo di fatto ricostruito la squadra ed è quindi ovvio che ci serva del tempo per trovare il miglior feeling possibile in campo. Ma siamo un ottimo gruppo e ci alleniamo con impegno: per cui sono convinto che le cose siano destinate a migliorare.
Qui la squadra gira, e son dolori per la Dinamo.
Durante l’anno c’è stato anche l’avvicendamento Bazarevich – Corbani, com’è stato cambiare allenatore? State riuscendo a fare vostro il modus operandi del nuovo coach?
Sono cose che succedono nello sport: devo molto a Fabio così come mi trovo davvero bene con Sergey. Sono due coach che mi hanno dato e mi stanno dando fiducia e sono felice di questo perché vuol dire che mi sto anche meritando i minuti in campo. Con Bazarevich è cambiato il nostro focus perché ci stiamo concentrando di più sulla difesa, mentre in attacco abbiamo soluzioni precise per ogni giocatore. A essere onesti in difesa dobbiamo ancora crescere tanto anche se qualche segnale inizia a vedersi
È l’anno della tua esplosione, ma nello specifico, cos’è cambiato questa stagione oltre all’aumento del minutaggio? Ti si vede giocare più stabilmente come ala piccola, che tipo di gioco stai cercando di sviluppare tatticamente?
Penso di avere maggiore fiducia nei miei mezzi. L’anno scorso entravo in campo con un po’ di ansia di dover dimostrare qualcosa. Dalla serie playoff con Venezia della scorsa stagione in poi sono cambiato a livello mentale. Adesso credo di più in quello che posso fare e se mi sento di prendere un tiro o assumersi una responsabilità lo faccio con maggiore convinzione. Il mio ruolo è quello di ala piccola, ma se voglio fare un altro step in avanti devo migliorare nella posizione di guardia.
[Lo scorso anno nella serie contro Venezia, finita solo a Gara 5, ha tenuto 9 punti e 5 rimbalzi di media, tenendo oltre il 40% dal campo con sei tiri a partita, ma il vero crack è avvenuto a gara 4 e gara 5, con 19 e 15 punti segnati]
Sullo schermo appari molto ben piazzato fisicamente, difficilissimo da fermare in contropiede, e allo stesso tempo atletico per salti, virate, schiacciate e stoppate. Come reputi finora il tuo processo fisico e tecnico?
Grazie, ma devo ancora migliorare molto nel passaggio e nel trattamento di palla. Quando guardo le partite di Eurolega mi accorgo per esempio che tutti le ali piccole sono più grosse e alte di me e se voglio giocare a quel livello devo diventare una guardia e crescere in questi aspetti. Fisicamente sono migliorato parecchio e questo lo devo al lavoro del nostro strenght and conditioning coach “Sam” Bianchi che è davvero il numero 1.
Abass quando corre a canestro può pure succedere che arrivi anche ad inchiodare al ferro.
Concordo nel definire la tua un’“evoluzione” piuttosto che un’esplosione. A tal proposito che obiettivi hai nel futuro prossimo, tra il PreOlimpico a Torino con Messina e un songo chiamato NBA?
L’NBA è ancora un sogno. So che alcuni scout si sono interessati a me e questo mi riempie di onore, ma lo considero ancora un traguardo piuttosto lontano. Sarei felicissimo di disputare il Preolimpico a Torino, so che la concorrenza è alta perché nel mio ruolo ci sono diversi giocatori molto forti, ma ci tengo a giocarmi le mie chance.
In questi giorni si sta molto parlando molto delle regole per gli italiani da schierare nelle squadre italiane, con visioni contrapposte, tra i tanti, di Messina e Datome. Tu cosa ne pensi in merito, avendo avuto Pino Sacripanti che ti ha lanciato?
Io sono stato fortunato perché ho avuto un’occasione di ritagliarmi un ruolo in prima squadra, anche in virtù onestamente del cambio di obiettivi del club. Devo ringraziare Pino per avermi dato la possibilità di giocare dei minuti veri in Serie A. Ad altri non succede anche se magari se lo meriterebbero. Per questo ritengo che le regole sugli italiani possano essere utili
Sei capitano di Cantù ormai da due anni, quali sono state le tue sensazioni in campo i primi tempi? Come ti sei immedesimato nel ruolo, partita dopo partita?
È una cosa che è si è sviluppata nel tempo. All’inizio non mi sentivo molto pronto per il ruolo: non avevo esperienza e non potevo quindi farmi sentire più di tanto da giocatori che avevano alle spalle carriere decisamente importanti. Da questa stagione il mio ruolo è cambiato: pur non amando molto parlare non ho problemi a relazionarmi con i compagni e anche a esprimere la mia opinione con forza se serve.
Ci racconti l’impatto che ha avuto Gerasimenko a Cantù? C’è Feeling fra te e lui? Sei contento delle cose che vuole realizzare e di quelle che ha già fatto?
Il Presidente ha un legame molto stretto con tutta la squadra e si vede che ha grandissima passione e che vuole riportare Cantù ad alti livelli. Questa è sicuramente una cosa positiva.
(Ciamillo & Castoria)
Avete raggiunto le Last32 di FibaEurocup, purtroppo fallendo la qualificazione al turno successivo. Come valuti l’annata europea?
Non possiamo essere soddisfatti perché, pur avendone le potenzialità, non abbiamo passato il turno a causa della inopinata sconfitta in casa con il Tartu. Non ha tanto senso considerare le aspettative di inizio anno perché eravamo partiti con traguardi assolutamente differenti
Fattore Pianella. Uno dei palazzetti più caldi della Serie A. Com’è giocarci ogni due settimane?
Giocare al Pianella è fantastico, soprattutto per me che sono cresciuto qui e ho sempre tifato per questa squadra. Non ci sono dubbi che il pubblico di Cantù sia il migliore di Italia.
Mi sembra di notare che hai sviluppato un Tiro da tre e un long-jumper molto affidabili [come testimonia anche una delle migliori stats in carriera col 52.0% eFG e 10 tiri a partita], hai lavorato molto su questi fondamentali con allenatori o esercizi particolari?
Ho lavorato e sto lavorando tanto sul mio tiro da fuori. Penso di poter ancora migliorare anche in questo fondamentale e ringrazio i due assistenti: Nick e Gerry (Brienza e Gerosa) che si fermano a tirare con me prima e dopo l’allenamento
(Sempre Venezia bersagliata, tiro da 8 metri che va a suggellare il suo Career High di 34 punti)
A quale giocatore ti sei ispirato da ragazzo e quale ammiri e cerchi di rubare alcune giocate adesso?
Kobe è sempre stato il mio idolo e infatti ho voluto indossare la sua maglia durante la gara delle schiacciate alla All’Star Game. Un giocatore a cui sono legato qui a Cantù e a cui mi sono ispirato tanto è sicuramente Manu Markoishvili: un professionista esemplare e un ragazzo splendido.
Cambiando argomento. Sei musulmano pienamente italiano che ha vissuto un’integrazione felicissima, come hai sempre raccontato.
Esatto. Sia a scuola sia nel basket non ho mai avuto problemi e la mia famiglia è perfettamente integrata a Como.
[Abass, nome comune nell'Islam, deriva dall'arabo,significa "angelo che scende dal cielo”]
Sei apparso anche nella clip musicale “Gherats – Ricominciare Da Zero”. Come mai hai partecipato alla sua realizzazione?
Conoscevo Gherats perché veniamo dalla stessa città e lo conoscevo. È stato divertente partecipare al suo video e credo sia una bella canzone.
Chiudiamo anche con te chiedendoti un po’ di frivolezze!
Film preferito: Selma.
Musica che gira in questi giorni nel tuo ipod: Ascolto canzoni africane o hip hop anche prima della partita.
Intervista di Francesco Guidotti
Twitter: @FraGuidotti