Sassari scrive il suo nome nella storia del campionato italiano
In gara 7 la Dinamo ha meglio di Reggio Emilia per 73-75
Ci sono le partite importanti, poi quelle decisive, infine quelle leggendarie. E poi c’è gara 7 di finale scudetto.
Palazzo dello Sport Giulio Bigi, Reggio Emilia. Dopo 9 mesi di battaglie sono giunte fino a qui il Banco Sardegna Sassari e la Grissin Bon Reggio Emilia. Non sono bastate 6 gare, 4 overtime, due tiri scudetto, per assegnare il titolo 2015. Ma questo è il giorno.
Reggio si presenta con Silins e Lavrinovic a roster, in attesa di capire per quanti minuti, mentre la truppa di Sacchetti scende in campo al completo.
Primo quarto. Come in ogni gara 7 che si rispetti, partita infuocata sugli spalti e tesissima in campo. Le difese alzano al massimo l’aggressività e almeno all’inizio gli arbitri lasciano fare. Il primo squillo è reggiano, sul 9-2 con la tripla di Kaukenas e 4 di Chikoko, time-out Sacchetti. Il break prosegue fino al 13-2 dopo 8 minuti, grazie a una difesa asfissiante di Reggio. La Dinamo è alle corde, barcolla e Reggio ne approfitta, trascinata da un pubblico che fa suonare tutti gli antifurti. Il primo quarto si chiude 21-4 dopo incredibili 10 minuti reggiani.
Nel secondo quarto, Sassari prova a togliersi dalla buca in cui è entrata. Sanders riesce a riportare i suoi fino al -11, poi con Kadji fino al -8 a 5:30 dal termine. Un pazzesco blackout in attacco per Reggio fa rientrare Sassari fino al -3 grazie al contropiede di Logan. Nel finale Reggio riesce a togliersi la scimmia di dosso e il tempo si chiude 32-26 per Reggio.
Terzo quarto. Le squadre proseguono a con lo stesso scarto di fine primo tempo per tutta la prima parte di quarto. Brooks e Dyson trovano le soluzioni dai 6,75, ma Reggio trova i punti di Cinciarini e Kaukenas. Sassari trova due grandi giocate di Sosa, tripla e assist, e torna sul -3 a 3 minuti dal termine.
A 45 secondi dal temine, sul fallo sul tiro da tre di Sosa su Polonara, Sosa protesta vivacemente senza che gli arbitri gli diano tecnico: uno spettatore delle prime file si avvicina a Sosa dandogli due buffetti abbastanza vigorosi. Sosa ha un accenno di reazione e Lamonica applica il regolamento dando tecnico a Sosa. Dal -10 in cui era finita Sassari, il quarto finisce 55-48 per Reggio.
Sassari inizia forte. Subito -1 dopo un minuto e mezzo. Reggio trova la forza per reagire, anche senza Silins infortunato, con Polonara che mostra tutto il suo atletismo e torna sul +5 a 6:30 dal termine. A 5 dal termine Drake Diener mette la tripla del +8. Ma Sassari torna subito in partita e va ad impattare 67 pari con la tripla di Logan dopo che la tripla di Polonara era uscita beffarda. Due minuti dal termine. Sassari vola sul +4 sul tiro di Dyson che ammutolisce il Bigi. A 30 secondi dal termine le squadre sono ancora pari. A 10 secondi dal termine Dyson va in lunetta e fa 2 su 2. Sull’ultima azione Diener non riesce a segnare l’ultimo tiro e la partita finisce 73-75 per la Dinamo.
Sassari vince il primo scudetto della sua storia, dopo una serie giocata con una grande tenacia. Ai punti lo scudetto lo avrebbe vinto Reggio Emilia, ma questo aspetto non fa che dare ulteriore merito all’impresa sassarese. Infatti questo è basket, non è boxe. E il merito degli uomini di Sacchetti è stato quello di resistere ai colpi di una Grissin Bon in palla, che non ha mai ceduto in nessuno dei primi sei episodi e che ha costretto il Banco a vincere in casa sempre sul filo di lana. Ma non conta vincere tutte le gare di cento metri o di un centimetro, l’importante è vincere. E quest’anno Sassari ha vinto tutto.
Sui vinti, Reggio Emilia, possiamo solo dire che è stata epica. Flagellata dagli infortuni, l’ultimo, forse decisivo, quello di Silins nel terzo quarto, ha mostrato a tutti un basket attacco e difesa di un livello pazzesco, condito da un intensità e un cuore da scudetto. Non è bastato. Ma nelle sconfitte, per chi riesce a sopportarne l’amarezza, si trovano le basi per costruire le future vittorie. E Reggio siamo sicuri avrà un futuro radioso.
MVP
Dyson 17 punti: discontinuo, a volte controverso. Su questo scudetto peró c’è la sua firma, con 11 punti nell’ultimo quarto, al pari di Logan.
L’MVP ufficiale della finale è Sanders, ma il premio viene deciso a fine terzo quarto.
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