La finale che verrà: Reggio Emilia - Sassari
Una analisi dei temi tattici della finale fra Grissin Bon e Banco Sardegna
Dopo le rispettive gare 7 vinte, tutti si chiedono che tipo di finale sarà Reggio Emilia - Sassari. Per non commettere errori potrebbe essere utile un piccolo esercizio: prendete i DVD di tutte 14 partite di semifinale. Mi raccomando di non dimenicarne nemmeno uno. Radunateli tutti al centro della stanza, buttate un po’ di alcol e bruciate tutto il materiale.
Non c’è nulla in quelle partite, di quello che vedremo nella serie finale. Non rivedremo gli stessi quintetti, gli stessi temi tattici. Cambieranno persino i protagonisti, per via di quella giostra impazzita chiamata playoff, che fa si che sia possibile che un giocatore decisivo in una serie, al turno dopo possa sembrare il suo fratello gemello scarso. E viceversa.
Si chiamano accoppiamenti. Per Venezia, ad esempio, contro Cantù era risultato decisivo Stone, con Peric sottotono e sotto-utilizzato. Con Reggio era evidente che i ruoli si sarebbero ribaltati: Stone battezzato con metri di spazio quando giocava da esterno e non un fattore schierato da quattro, mentre Peric era il vero rebus per la difesa reggiana, che non riusciva a contenerlo.
Anche a Sassari ha impressionato il cambio di rendimento che ha avuto Sanders fra la serie con Trento, in cui è andato spesso fuori giri, e quella con Milano, dove è stato probabilmente il fattore determinante per la vittoria degli isolani, mettendo i suoi chili in marcatura su Gentile e facendosi trascinare in attacco dalle sue ottime difese.
Durante le serie a 7 partite, questi continui cambi di scenario sono amplificati, perchè ogni scelta offensiva e difensiva viene ripetuta ed e portata fino all’estremo, con gli allenatori costretti a rivedere scelte e rotazioni per far fronte alle mosse dell’avversario.
Abbiamo già detto di come Reggio abbia deciso di lasciar tirare Stone dalla lunga distanza, anche a costo di lasciargli metri di spazio, o come in gara 7 Venezia abbia tentato di evitare ad ogni costo i pick and pop di Lavrinovic, con il risultato che in un frangente entrambi i difensori si sono precipitati nel recupero sul lituano, lasciando libero Della Valle che li ha puntiti con la tripla. Ma il dettame di Recalcati era chiaro: facciamo tirare tutti, ma non Lavrinovic.
E quindi, chi salirà sull’ottovolante per questo ultimo giro Finale? Ricordate Cervi e Chikoko panchinati per 40 minuti da Menetti nelle decisive gara 6 e gara 7? Bene, c’è da scommettere che torneranno decisamente dentro le rotazioni, mentre ovviamente andrà capita l’autonomia di Lavrinovic. È presumibile che verrà quindi accantonato il quintetto piccolo con Silins da 4 e Polonara da 5, soluzione che verrà utilizzata solo in selezionati momenti della serie. Se dovessimo giocarci un uomo chiave della serie (con Venezia abbiamo detto Amedeo Della Valle, scelta azzeccata), ovvero un giocatore senza il cui apporto potrebbe essere difficile portare a casa la vittoria, potremmo dire proprio Riccardo Cervi. Il lungo reggiano viene dal periodo più nero degli ultimi tempi, ma Reggio soprattutto contro una squadra come la Dinamo, ha bisogno di ritrovare il suo apporto in area, sui entrambi i lati del campo. Per farlo Riccardo deve ritrovare la concentrazione, la fiducia e soprattutto l’ardore agonistico della prima parte di stagione, che ora ha smarrito.
E Sassari? Abbiamo capito ormai che non è più la squadra solo talento, velocità e zero compromessi che era l’anno scorso, ma ha messo nel motore grandi atleti e una struttura di gioco meno estrema, che gli ha fatto fare l’ultimo e decisivo step, per renderla competitiva anche su una lunga serie contro avversari del calibro di Milano.
Ma ora contro Reggio gli uomini di Sacchetti, anche se può sembrare assurdo, non troveranno un livello di difficoltà minore rispetto alla serie con Milano e questo nonostante sia evidente che l’EA7 è una squadra molto più forte di quella reggiana. Il punto è che Sassari ha trovato un equilibrio che dovrà per forza modificare contro gli uomini di Menetti. Sanders, ad esempio, probabilmente non ripeterà la serie con Milano, mentre risulteranno più decisivi gli esterni. Logan, Sosa e Dyson, dovranno da una parte asfissiare la costruzione del gioco reggiana, cosí come avevano fatto nella semifinale di Coppa Italia, mentre in attacco saranno decisive le loro percentuali dall’arco, contro una Grissin Bon che presumibilmente si chiuderà a testuggine, riempiendo l’area. Come giocatore chiave per gli uomini di Sacchetti scegliamo Jerome Dyson. La guardia USA verrà sfidata al tiro dalla lunga distanza più degli altri esterni, mentre quando proverà ad entrare in area non troverà una difesa iper-aggressiva. Se riuscirà a non andare in tilt per questa situazione complicata, ma a leggere bene la difesa senza cercare inutili forzature eludendo l'aggressività reggiana, allora lo scudetto potrebbe già essere in coda a Genova. Pronto all'imbarco per Porto Torres.
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