Gresta: 'Ve la do io la Cina'. Finita la lunga tournèe del pesarese
Il coach racconta a Sportando l'esperienza vissuta nell'ultimo mese nell'immenso Paese asiatico alla guida di una selezione USA. E parla anche dell'esperienza con Iverson
Gresta, allora che fenomeno è il basket in Cina?
"La Cina è un Paese molto strano, restando solo al basket in Cina è il primo sport nazionale e quindi, a differenza del Kuwait, abbiamo giocato in palasport belli, che noi in Italia possiamo solo sognarci, e c'è una passione per la pallacanestro a volte anche esagerata. Lì il brand NBA è tutto, il basket per loro è solo l'NBA, per cui fanno una brutta copia della lega professionistica americana, dove conta più lo spettacolo che chi vince la partita. Il livello tecnico della pallacanestro si può paragonare a quella dell'A2 italiana, quindi di buon livello, ma crea un enorme interesse. In tv si vedono cestisti cinesi come testimonal di aziende importanti. Non mi aspettavo che ci fosse tutto questo interesse per il basket".
Sul campo la tournèe com'è andata?
"Noi viaggiavamo quasi tutti i giorni, al massimo restavamo 1-2 notti in ogni albergo, andavamo a disputare esibizioni contro squadre della CBA e NBL, l'equivalente delle nostre A1 e A2. Queste gare, sebbene esibizioni, riscontravano un grande interesse di media e pubblico, abbiamo vinto tutte le 15 partite giocate ed alla fine è stato divertente, perché ho potuto conoscere dei giocatori che ho potuto allenare ma soprattutto perché ho potuto conoscere una realtà diversa, con tante contraddizioni".
Che intende per contraddizioni?
"Io quest'anno ho vissuto due realtà molto diverse non solo tra loro ma anche dal mondo occidentale. C'è un elemento che li accomuna nella loro distanza: da una parte, in Kuwait, la presenza del fanatismo religioso, dall'altra, in Cina, un'assenza completa di religiosità. Il fanatismo o l'assenza di religiosità hanno creato, a mio avviso, dei disastri culturali, di valori, per la libertà. Nel paese islamico ho toccato con mano la diseguaglianza tra le persone, l'essere ottusi e basare le cose spesso sul denaro. Dall'altra parte ho notato assenza completa di alcuni valori come l'amore, l'amicizia, la famiglia, e di contro l'idolatria del denaro. Per cui mi rendo conto di quanto sono fortunato nell'essere nato in un Paese civile che fatto tanti passi in avanti dal punto di vista culturale e della libertà. Prima questa visione non ce l'avevo, avevo vissuto solo in Paesi occidentali, invece certe conquiste che noi abbiamo raggiunto non sono scontate e solo il tempo riesce a darcele. In questo, uno può essere credente o no, ma è fuori da ogni dubbio che la nostra civiltà è stata plasmata da secoli di Cristianesimo, che ha fatto i suoi errori ma ha trasmesso valori importanti".
In tutto questo, Allen Iverson? L'ha allenato o no?
"L'ho visto solo un paio di giorni, non posso giudicare una persona per un paio di giorni, con 12 ore di fuso orario da smaltire nel fisico, eccetera eccetera... Ho avuto delle impressioni, però, e posso dire che le impressioni che ho avuto quando incontrai Stockton, Jordan, McHale, Ainge o Magic, sono state diverse da quelle che mi ha regalato il buon Allen. Diciamo che non gli manca lo status da star, ma, lo dico con tutta franchezza, non gli ho nemmeno chiesto l'autografo per i miei figli o la mia famiglia come invece chiesi agli altri campioni che ho prima nominato".
Ora, cosa spera per il suo futuro prossimo dal punto di vista professionale?
"Spero una squadra da allenare in Italia, è quello che più di ogni altra cosa desidero perché vivere ed allenare in Italia è più bello. Mi piacerebbe tanto iniziare a mettere la testa in un progetto di una realtà italiana, so che è ancora abbastanza presto per il mercato ma a breve arriveranno i giorni giusti. Ho una carica impressionante, vorrei rivivere le emozioni vissute a Cremona e in altre piazze, ad esempio proprio l'altro giorno c'è stato il 15esimo anniversario della promozione in A della Scandone Avellino. Sto avendo contatti, però se devo essere sincero non ho parlato ancora con nessun gm o presidente, il mio agente mi comunica le varie situazioni che ci sono ma da qui a dire che ho un'offerta questo no. Poi come mi arriverà un'offerta io in mezz'ora prendo la macchina e vado a parlare".