Sportando Awards: Primo, secondo e terzo quintetto stagionale di Serie A
I migliori 15 dell'anno per Sportando
E' giunto il momento dell'attesissimo appuntamento con il primo, il secondo ed il terzo quintetto stagionale di Serie A. Come ogni anno siamo stati in grado di fare alcune valutazioni che potreste trovare sorprendenti.
NOTA: abbiamo optato per rispettare la soldiità dei ruoli solo nel primo quintetto. Per il secondo e il terzo abbiamo solo selezionato i giocatori migliori
PRIMO QUINTETTO
PLAYMAKER – ERIC MAYNOR (OPENJOBMETIS VARESE)
Giochi mezza stagione, ma tanto basta. Arrivi con l'etichetta di bollito, rotto, venuto a svernare per recuperare la forma, mentre i Sixers ti pagano profumatamente. Esci dopo 15 gare con il titolo di miglior playmaker d'Italia, con le grandi squadre che ti vogliono e un debito di riconoscenza nei confronti di Varese di cui i tifosi sperano tu possa ricordarti.
Maynor lascerà l'Italia (le chance di conferma sono ridottissime), ma quello che rimarrà di lui in questa breve ma intensa esperienza è quello di un giocatore che ha una visione di gioco superiore ai comuni giocatori (e anche a quelli più quotati nel campionato). Diventa leader in assist in una squadra a pezzi tatticamente, dove l'anarchia regna e dove si vedono giocatori che palleggiano uno contro uno a 8 metri dal ferro e tirano con la mano in faccia senza nemmeno pensare di azzardare una giocata per uno dei quattro che li guardano; se ne va lasciando una squadra che si affida a lui in tutto e per tutto, che ha una geometria, un senso di gioco e si porta a casa un rammarico extra per non aver sfruttato da subito le potenzialità del roster.
Passiamo sopra a tutti i suoi difetti difensivi e di tiro (grossi e pericolosi per una grande squadra che volesse ventualmente puntare si di lui), ma concentriamoci solo sul suo modo di giocare. E' assolutamente impensabile che una squadra con lui a portar palla possa giocare male a basket. Non si pubblicizza bene lui stesso perché il linguaggio del corpo spesso lo fa sembrare lento, ma tutti i suoi compagni beneficiano di spazi chilometrici quando lui vede cose che i comuni giocatori non vedono.
GUARDIA – ALLAN RAY (GRANAROLO BOLOGNA)
Non c'è stata una guardia in tutto il campionato capace di garantire il rendimento di Allan Ray sia da un punto di vista del gioco, sia da un punto di vista della leadership. Ray non è solo un giocatore di Bologna (e lo sarà fino al 2017), ma è un pilastro della squadra in tutti i sensi. Quando la palla scotta si va da lui, quando c'è da caricare i compagni lo fa lui, quando c'è da dare quel qualcosa in più c'è sempre lui in prima fila.
Ray ci si mostra come un giocatore di clamorosa intelligenza cestistica nel leggere i movimenti dei compagni. Mostra una innata capacità ad adattarsi al sistema di gioco in cui è costretto a navigare, occupando le posizioni che i compagni non ricoprono e dovendo spesso anche portar palla per fare gioco (non propriamente il suo mestiere).
Ai playoff potrebbe non bastare nemmeno una sua serie clamorosamente efficace, perché l'avversario pare onestamente troppo per questa Bologna, ma siamo assolutamente certi che il prossimo anno questa squadra crescerà in modo esponenziale.
ALA PICCOLA – ALESSANDRO GENTILE (EA7 EMPORIO ARMANI MILANO)
Cominciamo con i temi scottanti. Alessandro Gentile quest'anno si è consacrato, mostrando una capacità di essere decisivo che aveva avuto solo nelle serie playoff dello scorso anno e in alcune gare in Eurolega. Nonostante alcuni passaggi a vuoto la sua stagione è in netto crescendo anche perché tra una settimana si entra nel tuo terreno di caccia preferito.
A differenza di Tony Mitchell, al'altro che ambiva alla posizione, è capace di giocare in ritmo, discernere la forzatura dalla giocata per i compagni. Tira poco (9 tentativi a gara contro i 18.3 del suo collega trentino), ma segna tanto e soprattutto costruisce tantissimo: 4.5 rimbalzi, 3.4 assist, defensive rating di primo livello e quella sensazione che dà agli avversari di poter decidere l'esito di una gara come e quando lo desidera. Rispetto agli anni passati sembra osservare meglio lo svolgersi dell'azione; vuole spaccare meno il mondo (forse perché la sensazione l'ha provata lo scorso anno) pensando invece di costruirci qualcosa sopra.
Chiunque ambisca al titolo nazionale, sappia che l'ostacolo da superare più grosso non è tanto Milano in sé, quanto lui.
ALA GRANDE – DAVIDE PASCOLO (DOLOMITI ENERGIA TRENTO)
Vi aspettavate Peric? Oppure Polonara? Invece no. Il premio per la migliore ala grande del campionato va a Davide Pascolo.
Pascolo non è solo l'ala che nell'anno si è mostrata più completa, ma è anche il giocatore che più di tutti mostra le caratteristiche adatte per entrare nel ruolo di una grande squadra grazie alla sua versatilità e duttilità tattica. Gioca prima per i compagni e poi per sé; nella Trento “buscagliana” è lui il vero uomo insostituibile. Garantisce gioco interno e copre la carenza di playmaking degli esterni impostando il gioco in situazioni statiche. Emerge sopra alla prima opzione offensiva della sua squadra per la sua capacità a fare tutto: 1.2 rubate, 1.1 stoppate, 1.7 assist, 7.1 rimbalzi e quasi 12 punti di media.
L'ultimo giocatore in Italia che fu capace di essere così efficace difensivamente su piccoli e lunghi fu uno che poi si aggiudicò due titoli di difensore dell'anno in Eurolega. Pascolo non ha nemmeno un quinto del suo atletismo e tutti gesti atletici che compie sia in difesa che in attacco sono frutto della sua intelligenza e della sua capacità di andare nel posto giusto al momento giusto.
Può crescere ancora tantissimo. Le grandi squadre, ammesso che nei piani di Trento non ci sia quello di diventare una grande squadra (l'Eurocup è tutto tranne che inarrivabile), dovrebbero tenerlo sotto attenta osservazione, perché la facilità con cui ha approcciato il campionato di Serie A fa pensare che la sua crescita non sia finita qui.
CENTRO – SAMARDO SAMUELS (EA7 EMPORIO ARMANI MILANO)
Andiamo controcorrente sul fatto di considerare Samuels un giocatore “dominante”. Samuels è un giocatore immarcabile nella metà campo d'attacco, ma purtroppo nella propria area continua a palesare dei limiti abbastanza grossi.
Ora nel deserto di centri di peso che c'è in Serie A, con squadre che prediligono il lungo secco e verticale, la tecnica di Samuels in post e i suoi 125 chili possono fare la differenza in ogni momento. Il coach Luca Banchi alla fine lo dosa abbastanza, facendolo stare in campo appena 24 minuti di media, ma a lui basta poco per incendiarsi.
Sicuramente il miglior centro in Italia, migliorato a rimbalzo dopo la prima stagione e più coinvolto nella creazione del gioco per Milano. Ora è in scadenza e ha chiuso due stagioni di ottima fattura. Milano deve scegliere se tenerlo oppure trovare qualcosa di più completo di lui. Tutto dipenderà dalla cifra, cosa sulla quale Milano ha mostrato la scorsa estate di non aver intenzione di transigere.
SECONDO QUINTETTO
LUCA VITALI (Vanoli Cremona)
TONY MITCHELL (Dolomiti Energia Trento)
HRVOJE PERIC (Umana Reyer Venezia)
ACHILLE POLONARA (Grissin Bon Reggio Emilia)
JAMES MAYS (Enel Brindisi)
TERZO QUINTETTO
JULYAN STONE (Umana Reyer Venezia)
DAVID LOGAN (Banco di Sardegna Sassari)
OKARO WHITE (Granarolo Bologna)
DEJAN IVANOV (Pasta Reggia Caserta)
SHANE LAWAL (Banco di Sardegna Sassari)
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