Quintetto e sesto uomo di Serie A, giornata 22
Il quintetto della ventiduesima giornata
Arriva il quintetto della ventiduesima giornata di campionato:
Julyan Stone, PM, Umana Reyer Venezia: insistiamo sul fatto di considerarlo un playmaker, ma di Julyan Stone si potrebbe dire qualsiasi cosa, qualsiasi ruolo e non si cadrebbe in errore. A Venezia c'è chi dice che dovrebbe giocare ala, ma in considerazione della sua prepotenza a rimbalzo riteniamo sia fondamentale avere chili e verticalità sotto le tabelle anche dalla posizione 1, non potendo contare su lunghi ad alto dislivello. Stone anche contro Pistoia fa il bello e il cattivo tempo. In tutte le squadre che utilizzano un quintetto sottomisurato lui va a nozze (e di matrimoni quest'anno ne ha fatti parecchi). 14 punti, 13 rimbalzi, 3 assist, 24 di valutazione e 18 di plus-minus; uno di quei giocatori per il quale il fatto che non sappia tirare non importa a nessuno.
David Logan, G, Banco di Sardegna Sassari: David Logan lo si prende così com'è: più ha la ruota libera più si trasforma in un'arma, a costo di rischiare qualcosa quando perde la bussola. Se però è in giornata si può scommettere somme adeguate su un buon numero di canestri in cascina, e per maggiori informazioni citofonare PalaDelMauro, dove l'ex Alba Berlino si scatena, chiudendo con 26 punti, 3 rimbalzi e 3 assist, uniti al titolo di MVP settimanale. Nonostante non abbia dei numeri spaziali Logan si può considerare benissimo un candidato al titolo MVP della stagione, grazie ad una continuità raggiunta in seguito ad un ottimo periodo di forma e un eccellente fit nel sistema Sacchetti, che esalta i tiratori alla massima potenza.
Jeff Brooks, AP, Banco di Sardegna Sassari: entra sempre nella voce “c'è ma non si vede”, in compenso si sente. Sa essere decisivo anche con pochissimi tiri, perché lui è un veterano del lavoro sporco: una difesa qui, un rimbalzo là, una rubata, una stoppata. A volte però si leva lo sfizio di gonfiarsi anche il tabellino ed ecco che contro Avellino per magia diventa un uomo da statistiche: 8 punti, 16 rimbalzi, 3 assist e 24 di valutazione. Difende su quattro ruoli senza problemi, tanto che Harper è costretto ad uscire dalla zona pitturata per cercare di far male. Non sarà mai un giocatore considerabile per titoli personali, ma è uno di quelli che le squadre di media-alta fascia tengono in grande considerazione come collante e cemento per l'equilibrio della squadra. Per fare il salto di qualità dovrebbe iniziare a giocare in pianta stabile da ala piccola così da fronteggiare i tre fisicati in Eurolega.
Hrvoje Peric, AG, Umana Reyer Venezia: Peric è “l'uomo che non sembra”, tremendamente efficace anche se il linguaggio del suo corpo ti lascia presagire l'esatto contrario. Quando sembra che forzi, fa la cosa giusta, quando non può sbagliare, sbaglia in qualche misteriosa maniera, ma ad ogni modo è un candidato assoluto al primo quintetto della stagione, nonché al Most Improved Player of the Year. 25 punti, 9 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist sono il biglietto da visita che lascia al PalaCarrara, dove la Reyer conquista un'altra vittoria mantenendo la seconda piazza e iniziando a fiutare la possibilità del fattore campo fino alla finale eventuale. Rimane solo un problema: la Reyer non ha ancora vinto un solo scontro diretto con le altre tre squadre che lottano per il titolo o comunque per i primi 4 posti. Il gioco può sopperire alla mancanza di talento, ma al meglio delle cinque gare questo discorso avrà ancora valore?
O.D. Anosike, C, Sidigas Avellino: Non è più la macchina dominante della scorsa stagione (almeno non con la stessa continuità), ma riesce ancora a fare prestazioni degne di nota, che però vengono sprecate da una squadra, la Sidigas, che è entrata in un tunnel nero senza spiegazioni. L'ennesimo K.O. Però non nasconde la grande prova dell'ex Pesaro: 24 punti, 8 rimbalzi, 2 recuperi e 26 di valutazione. I tiri liberi rimangono un problema che mutila il suo fatturato di punti, dove dovrebbe lavorare tantissimo. Se vuole diventare un centro dominante a livello superiore deve affinare la tecnica in generale, perché il suo linguaggio del corpo continua ad essere poco fluido e non aiuta chi deve valutarlo.
SESTO UOMO:
James Feldeine, G, Acqua Vitasnella Cantù: in una gara cruciale per la stagione dell'Acqua Vitasnella Cantù ci pensa il dominicano a levare qualche castagna dal fuoco. La gara è contro il fanalino di coda, ma Cantù è una squadra specializzata nel complicarsi la vita quando la gara sembra abbordabile. Feldeine è il più ispirato dei suoi e alla fine risulta decisivo: 19 punti, 14 di plus-minus e la tripla da casa sua che cala il sipario sulla gara in un momento di difficoltà della squadra. Giocatore arrivato per giocare in quintetto con Darius Johnson-Odom, ma riutilizzato un po' in tutte le maniere senza perdere efficiacia e consistenza offensiva. Cantù ha dei difetti e non se ne libererà, ma più riuscirà a mantenere alta l'intensità della gara e meno questi tenderanno ad affiorare. Dopotutto quando hai una delle squadre più atletiche devi puntare su quello per forza.