Quintetto e sesto uomo di Serie A, giornata 17
Quintetto per la seconda giornata di ritorno
Ecco il quintetto settimanale per la diciassettesima giornata. Una new entry:
Chris Wright, PM, Consultinvest Pesaro: arrivare ed impattare come una legione napoleonica non è propriamente una cosa semplice, ma Chris Wright sembra essere arrivato nel posto giusto al momento giusto. 23 punti, 8 rimbalzi e 5 assist per provocare una serie infinita di sofferenza a Gianmarco Pozzecco in casa sua. L'upgrade rispetto a Kendall Williams è abbastanza impressionante, ma non solo da un punto di vista del punteggio: è un leader, si prende le responsabilità e le porta a termine. Nella gara contro Varese nel quarto finale leva letteralmente le castagne dal fuoco e porta a casa una vittoria capitale. Due gare già 49 punti segnati, la guida per i compagni e soprattutto il piacere nel vedere che le sue condizioni di salute sembrano ottime.
Allan Ray, G, Granarolo Bologna: ci si chiede sempre che squadra potrebbe essere la Bologna di quest'anno senza la guida in campo di Allan Ray. In effetti è difficile darsi una spiegazione, ma fatto sta che la guardia tanto cara a Valli sta giocando una stagione veramente incredibile. Bologna stazione ad un passo dalla zona playoff e ci sono reali chance che possa perdere la post season per colpa di quella penalizzazione (una cosa che infastidirebbe assai). Comunque Ray contro Capo d'Orlando sciorina 21 punti, 4 rimbalzi, 7 assist e 3 recuperi per 29 di valutazione. Non è mai stato un playmaker e mai lo sarà, ma nello stato di forma in cui si trova sembra veramente capace di fare tutto.
Drake Diener, G, Grissin Bon Reggio Emilia: i tifosi di Reggio lo hanno atteso. Fino a questo momento di Drake Diener si era visto circa il 70% di quello sassarese, forse il tutto dovuto ad un sistema di gioco completamente diverso, a tratti antitetico. Ci vuole però la sua mano per espugnare Cremona in una controversa partita dove una decisione arbitrale finisce per alterare il risultato. Drake comunque non viene defraudato del titolo di MVP settimanale, frutto di 27 punti, 5 rimbalzi, 5 assist, 6/7 dall'arco e 34 di valutazione. Reggio Emilia è quasi al completo con il rientro di Darjus Lavrinovic. Serve e servirà il miglior Diener per contendersi il primo trofeo della stagione e per tentare l'assalto al bersaglio grosso il prossimo giugno.
Okaro White, AG, Granarolo Bologna: tra tutti i rookie giunti in Italia Okaro White è sicuramente quello che ha avuto il miglior impatto. Giocatore molto ben disegnato per disputare annate di livello in Europa. Il fisico non è enorme, ma l'agilità e la prepotenza atletica compensano il tutto, aiutata da una forza fisica impressionante. White insieme a Ray è l'altro fattore che premette alla Granarolo di espugnare il PalaFantozzi con autorità. Chiude con 12 punti, 12 rimbalzi, 3 assist, 2 stoppate e 28 di valutazione con 18 di plus-minus. Trattenerlo a Bologna sarà davvero difficile, ma magari un sacrificio economico potrebbe valere il rischio.
Dejan Ivanov, C, Pasta Reggia Caserta: la vendetta dell'ex è uno dei temi più battuti nella letteratura, ma anche nello sport trova erba da bruciare. Ivanov infatti decide di metterne in pratica l'ultimo degli interminabili capitoli sul parquet del PalaPentassuglia. 25 punti, 8 rimbalzi e 30 di valutazione, dominando i lunghi brindisini, troppo atletici e troppo poco possessori di malizie e “mestiere”. Giocatore che ha sempre avuto una carriera probabilmente al di sotto delle sue reali capacità, ma che nel sistema giusto sa fare la differenza su entrambi i lati del campo. Chissà che prima o poi non arrivi la grande chiamata pure per lui.
SESTO UOMO:
MarShon Brooks, G, Emporio Armani Milano: è stato criticato ed è condannato a dividere la tifoseria fino all'ultimo giorno in cui vestirà la casacca milanese; quello che però va apprezzato di Brooks è la sua capacità ad adattarsi. Quando arrivò pareva essere un giocatore da All Star Game, che voleva risolvere tutto da solo quasi per darsi un segnale, adesso è un giocatore di sistema che puoi utilizzare anche come arma tattica uscendo dalla panchina. Brooks va rispettato per il modo in cui è stato capace di assimilare una realtà completamente diversa a quella a cui era abituato e mettere il suo talento al servizio di essa. Ne sanno qualcosa a Trento, dove cala 28 punti, segnando da ogni dove e mostrando quella mano fredda che tanto Milano cercò in Langford le ultime due stagioni. La sensazione che offre MarShon è quella di un giocatore dotato di killer instinct. Ora che la selezione di tiro è migliorata non gli resta che iniziare a sfruttare il massimo di talento anche nell'Eurolega...dove il treno che passa venerdì è proprio l'ultimissimo e si preannuncia molto difficile da sorpassare.