Mano Bollente: cosa succederebbe se tirassimo di più
Studiamo il rapporto fra tiri presi e canestri segnati (Usage e Effective Field Goal)
Una delle relazioni più interessanti nella pallacanestro è quella fra tiri presi e percentuale di tiro. Spesso vediamo giocatori che tirano qualsiasi cosa gli capiti per le mani prendendosi anche tiri forzati e ci chiediamo se non sia meglio coinvolgere maggiormente i compagni di squadra. Altre volte, ci sono giocatori con ottime percentuali, che però non tirano tantissimo e quindi ci chiediamo cosa succederebbe se si prendessero più responsabilità.
Per me e’ sempre stato “il dilemma di Kobe Bryant”, ovvero in passato mi sono sempre chiesto se invece dei suoi consueti 40 punti a partita, ne avesse fatti meno, magari selezionando meglio i tiri (e quindi aumentando l’efficienza) e coinvolgendo di più i compagni. Purtroppo non sono mai giunto ad una conclusione soddisfacente, perchè anche se il minor accentramento sembra una cosa sensata, il primo effetto di togliere una decina di tiri a partita a Kobe, era di avere meno punti sul tabellone per i Lakers. Che quei punti sarebbero stati sostituiti da qualcun’altro… era tutto da dimostrare.
Quindi, rimanendo sul “dilemma Bryant”, mettendo in grafico i Tiri dal Campo al minuto, sull’asse orizzontale e la percentuale reale (Effective Field Goal %, che assegna un peso maggiore al tiro da tre) sull’asse verticale, l’aspettativa è di trovare una sorta di frontiera, in quanto ci attendiamo che chi prende tanti tiri non può anche essere efficente e all’opposto chi tira poco potrà selezionare molto meglio i propri tiri e quindi avere ottime percentuali. Il grafico che vedete è stato fatto prendendo tutti i giocatori delle ultime 5 stagioni (da quella iniziata nel 2010 a quella attuale) e che abbiano giocato almeno 500 minuti in stagione (200 per la attuale)
Il grafico confuso che vediamo è figlio del fatto che nella realtà non è possibile ipotizzare una selezione di tiro al computer, ma ci saranno tanti giocatori con percentuali di tiro scarse, costretti dalle difese a prendersi tiri (i cosiddetti giocatori battezzati) e, all’inverso, ci sono giocatori con alte percentuali, che però tireranno poco, come i lunghi che vengono coinvolti per alley-oop o giocate vicinissimo a canestro con conseguente schiacciata: per capirci, il puntino che vedete che sfiora l’80% di percentuale reale è Riccardo Cervi nella sua stagione 2012.
Ma se ci concentriamo sulla parte in alto a destra del grafico, notiamo che in quell’area effettivamente c’é una linea diagonale immaginaria, che impedisce a un giocatore di aumentare il numero di tiri e aumentare anche l’efficienza, che in pratica impedisce di posizionarsi in alto a destra. Ha un senso, sarebbe troppo facile tirare tanto non sbagliando mai. Mettendo una lente di ingrandimento sullo stesso grafico, ma solo sul quadrante in alto a destra, tutto risulta molto più chiaro.
La linea disegnata, in finanza, si chiamerebbe frontiera efficente: i giocatori che sono sotto alla linea (cioè nell’angolo in basso e a sinistra) sono inefficenti, perchè ci sono giocatori che a parità di efficienza riescono a tirare di più, o a parità di tiri presi riescono a tirare meglio, o in parole povere: ci sono giocatori che riescono a posizionarsi più in alto a destra di loro, la vera eccellenza.
Dando un nome a questi puntini, notiamo che Andrè Smith e Langford la passata stagione, hanno avuto prestazioni fuori dalla norma. Anche K.Lavrinovic o Gibson sono riusciti ad avere un rapporto di tutto rispetto. Ma l’attenzione cade su due giocatori fuori scala: il Drake Diener di Sassari, giustamente MVP del campionato, che con poco meno di 0,4 tiri al minuto ha sfoderato una percentuale reale pazzesca e il Donnel Taylor di Reggio Emilia, non tanto per il suo 50%, comunque positivo, ma per perchè riusciva a mantenere quelle percentuali tirando più di un tiro ogni due minuti: un buco nero, ma il gioco valeva la candela.
Riguardo alla stagione in corso, le eccellenze sono diverse: sicuramente Sosa di Sassari è il giocatore che salta maggiormente agli occhi, riuscendo a rimanere sulla stessa diagonale di Taylor’12 e Diener’13. Ma ci sono anche Peric, Logan e Brooks (EA7). Peccato per Sam Young, che non è più nel roster di Caserta.