Lello Iavazzi: Quest'anno Atripaldi non ne ha azzeccata una
Le parole del proprietario della Juve Caserta
Presidente. Io non sono il presidente. Lo sono stato e non ho alcuna intenzione di assumermi responsabilità non mie. Lo scorso anno ci ho messo la faccia in prima persona sulle scelte di difendere Molin dopo le 5 sconfitte quando tutti volevano il cambio dell'allenatore ed io, da presidente, decisi che doveva restare, prendendomi le mie responsabilità nel bene e nel male. Quest'anno, come ho avuto modo di anticipare nella conferenza stampa di maggio, ho solo rispettato i patti mettendo tanti soldi a disposizione della società e dei professionisti che erano stati scelti.
14esima sconfitta in fila. Ora parlo da tifoso, che è la cosa che mi riesce meglio. Sono convinto che paghiamo gli errori commessi nella costruzione della squadra; poi, capita, a volte, che quando tenti di aggiustare, fai ancora più danni. Credo che si è avuta troppa fretta nell'esonerare Lele: bastava cambiargli qualche giocatore. Poi, seguendo il consiglio del giemme, si è pensato di scegliere Zare in quanto aveva già vissuto esperienze analoghe in altre società, ed Atripaldi assicurò che era l'unico che potesse farci salvare senza troppi patemi. Forse anche la scelta di cambiare troppo presto Zare non è stata la migliore, visto che la settimana prima gli avevamo comprato due giocatori che probabilmente lui vedeva baie nel suo modulo. Il povero Enzino si è ritrovato ad allenare una squadra fatta a pezzi da altri, senza un 'anima propria, ma sono convinto che possa ancora farcela, ma pensando alla Juvecaserta e non a Pesaro, che tutti dicono è meno forte di noi. Loro hanno fatto 6 punti, noi zero; quindi, fino ad oggi, sono più oravi ai noi .
Marco Atripaldi. Quest'anno Marco non ne ha azzeccata una: tutte le scelte fatte si sono rivoltate contro, ed abbiamo pagato con gli interessi l'ottimo lavoro fatto l'anno precedente. L'errore principale è stato quello di non aver capito che Young non era un giocatore che poteva stare in una squadra mediocre come la nostra: o si faceva una formazione di un livello nettamente superiore oppure ci volevano giocatori più concreti, con più cuore e, se devo dire la mia, più "italiani". Io quasi ci avevo creduto quando mi hanno detto che avevamo costruito una squadra che poteva tranquillamente essere tra le prime 5-6 del campionato. Non era cosi, e ce ne stiamo accorgendo”.