Virtus Bologna, l'altro basket di Renato Villalta
L'intervista di Walter Fuochi al presidente della Virtus Bologna Renato Villalta, apparsa oggi sulle pagine nazionali di Repubblica e ripresa anche dal sito www.virtus.it e sul gruppo Fb della società
(Foto: Agenzia Ciamillo & Castoria)
Segnaliamo l'intervista di Walter Fuochi al presidente della Virtus Bologna Renato Villalta, apparsa oggi sulle pagine nazionali di Repubblica e ripresa anche dal sito www.virtus.it e sul gruppo Fb della società.
L'altro basket di Villalta
"Dei miei tempi non è rimasto nulla. Serve talento, non soldi"
LA VECCHIA Virtus si salverà, perché in giro c'è di peggio, ma si può spacciare una salvezza come specchio delle sue brame alla Bologna che vinceva coppe e scudetti?
Renato Villalta deve aver capito che era più facile trionfare da giocatore che resistere da presidente, avendone ieri magnifiche doti e oggi casse avare, come quasi tutti, eppure prova a guardare avanti. «Ruoli diversi, era dura allora
come adesso. I rimpianti sono semmai per l'età che corre».
Villalta, quanto si può tirare avanti, su una piazza che pasteggiava a pernici e champagne,
nel ruolo ingrato di presidente dell'austerity?
«Lo diranno i soci che m'hannoscelto, ma intanto vedo che pure lagente sta capendo. Le difficoltà sonofiglie dei tempi e non sono solonostre. I soldi muovono tutto, ce nesono pochi e ci sono pure princìpi distorti.Prendi un nuovo giocatore el'agente ti fa due domande. Quantopiglierà. E quanto giocherà. La secondaè la negazione dello sport,che non dà minimi garantiti. Unavolta si giocava a rubare il posto aquello davanti, oggi anche il decimovuole i minuti sicuri. Ma tornoalla domanda. Prima o poi rivivremoquei fasti, battendo la sola stradache conosco: il settore giovanile.Come già fanno a Reggio, Trento,Venezia. E li rivivremo se produrremogiocatori per la A e non per vincere scudettini giovanili o alimentarela piccola compravendita checi ha levato tutti, o quasi, i ragazzicostruiti in casa».
Allineati con Petrucci, largo agli indigeni.
«Sicuro. Se arriviamo a 3-4 buoni, poi gli americani intorno si trovano. Perché gli italiani hanno senso d'appartenenza e restano a lungo, mentre l'americano va via per qualche dollaro in più. Le squadre si rifaranno così».
Villalta-Brunamonti-Bonamico-Fantin, più un paio di stranieri, più 3-4 del vivaio. Devo averla già vista.
«Anch'io, Virtus '84, scudetto della stella, ma non è solo nostalgia. È che per ripartire si passa di qui. E
dalla nazionale, un traino che vale per tutti. Una coppa europea, chevedo pure lontana, sazierebbe soloun club e i suoi tifosi».
Non c'è una lira, eppure a Bologna siete contro i contratti d'immagine, che danno un po' più forza ai budget. Vero, qualcuno ha esagerato e dato lavoro alle procure. Però, usati con giudizio...
«No, se siamo per le regole non è che il limite dei 130 non viene violato andando a 140. Poi ci sarà chi
chiederà di tollerare i 150, i 160... La Virtus è retta da una fondazione piena di bei nomi dell'economia non solo locale che ha scelto di fare contratti trasparenti.Eseguoeconcordo pure. Punto. Anzi, aggiungo che siamo partiti da -2 per ritardati pagamenti. Solo 5 giorni, dovrei dire. Invece accetto la pena. A patto che tocchi a tutti».
Sempre contro, lei. In Legabasket, ieri contro Minucci, oggi contro Marino.
«Con Minucci non combaciavano valori e priorità: non lo votammo e lo dicemmo. Nulla contro la persona Marino, ma il presidente di Lega non può esser presidente di società. Conflitto di interessi. Poi, dovremmo pure chiederci che fare della Lega, visto che a dettare le norme è la federazione. Io sarei per un cambio di statuto, e poi per un commissioner che decida e risponda. 0 così o la Lega non serve. E si può chiudere».
Da cosa nasce e perché si prolunga, questa crisi del basket?
«Dai pochi soldi, chiaro. 0 dagli investimenti mancati quando i soldi c'erano, ma troppi guardavano più all'orticello che al movimento. E deperito tutto: marketing, tv, impianti. Domenica a Roma giocavamo su un campo con luci accecanti, m'han detto di riprese scadenti e allora aggiungo: aquestilivelli, serve l'instant replay? Vado avanti. C'è poco dialogo con gli arbitri. Propongo: vengano, in settimana, ad allenarsi con noi».
Si figuri i sospetti.
«Vabbè, se non ci fidiamo delle persone, è finita. Poi però dobbiamo sperare che un presidente di Lega non debba mai dirimere questioni su Brindisi... No, basta con le dietrologie. E se Hackett serve alla nazionale, cambiamo quelle vecchie regole su squalifiche eterne e silenzi stampa da Medioevo, e facciamolo rientrare, senza più pensare che, incontrando Milano senza Hackett, si può batterla».
Si dice: il basket ha perso piazze storiche. Eppure, Treviso in terza serie, Fortitudo e Siena in quarta fanno migliaia dispettatori. Favorevole a percorsi brevi per riaverle in alto?
«Sì, però anche qui: regole chiare e zero deroghe. Società solide e parametri rispettati, o non si fa nulla. La salute delbasket saranno i conti a posto. Per questo, abituiamoci a non veder più l'uomo solo al comando. Lunga vita a Giorgio Armani, e tante grazie per ciò che regala a tutti, ma il nostro odierno maggior club non può dipendere da un mecenate. Fondazioni come a Bologna sistanno diffondendo, solo la divisione del rischio ci terrà in vita».
Villalta, presto potrebbe toccarle un ritocco al cerimoniale, se il suo frequente vicino di parterre. Romano Prodi, dovesse salire al Quirinale. Un'ultima curiosità: ne sa di basket, il Professore?
«Tantissimo, del resto lo ricordo già lì quando giocavo, fine anni '70. Mi onora da allora della sua amicizia, non so se tifa Bologna o Reggio, ma non conta. Prodi è uno dei nostri».