Quintetto e sesto uomo di Serie A, giornata 13
Il quintetto di capodanno
Arriva il quintetto di capodanno per la tredicesima giornata di campionato:
Jerome Dyson, PM, Banco di Sardegna Sassari: cambiare “da così a così” non è proprio una cosa semplicissima, ma pare che Jerome Dyson ci sia riuscito. Tacciato di “indisponenza”, scarso impegno, a causa di una condotta da un punto di vista del rendimento lontana da quella attesa, il playmaker del Banco di Sardegna sembra essersi scosso in modo secco. Dopo la quasi tripla doppia e il trentello di Masnago anche nell'ultima giornata si rende protagonista di una prova solida ed efficace. La difesa di Caserta non è necessariamente la più irresistibile d'Italia, ma 17 punti, 6 rimbalzi, 9 assist, 23 di valutazione e 21 di plus-minus devi comunque farli. Dyson sembra trovare giovamento dalla vicinanza di Formenti (entrato subito nelle simpatie tattiche di coach Sacchetti) poiché l'italiano difende in coppia con Logan garantendogli anche una soluzione affidabile sullo scarico più di quanto non faccia Logan stesso, che invece preferisce la palla in mano. Giocatore in netta crescita, ma la domanda è sempre la stessa: viaggiare a oltre 30 tiri dall'arco di media sicuramente alza le statistiche, ma si rivelerà fruttuoso? Non sempre ne entrano 17 e quando sarà il momento di attaccare una difesa molto più tosta lì Dyson dovrà mostrare di essere entrato nell'ordine di idee di non risolvere tutto da solo (cosa in cui tende a cadere con una certa frequenza).
Austin Freeman, G, Upea Capo d'Orlando: se si parla di guardie vere è impossibile non citare Austin Freeman. Nella popolare moda di basket attuale ormai la guardia e il playmaker sono quasi un ruolo unico, ma il buon Austin ci insegna come mai dai tempi storici il ruolo fu diviso. Giocatore completamente privo di qualsiasi idea offensiva che non sia realizzare; chiedigli di costruire, andrà nel panico, ma chiedigli di risolverti una gara e lo farà alla sua maniera. Un vero peccato visto che le mani per passare le avrebbe eccome. Abbastanza insolito il suo 30% scarso dall'arco, ma c'è sempre una giornata per raddrizzare la mira. Contro Pozzecco, nel ritorno di Gianmarco a Capo d'Orlando da avversario, Freeman fa la gara del mese, trascinando i suoi con una prova balistica considerevole ad una comoda (fin troppo) vittoria. 24 punti (4/5 dall'arco con alcune triple di rara bellezza), 3 rimbalzi, 4 assist e qualche persa di troppo che però non oscura il suo ruolino decisivo per un'altra importante vittoria dell'Orlandina. La squadra di Griccioli ha trovato in Sek Henry una buona guida e in Freeman una sicurezza realizzativa per ottenere la desiderata salvezza.
Tony Mitchell, AP, Dolomiti Energia Trento: parliamo di “one man show”? Facciamolo pure! Allora parleremo di Tony Mitchell, un uomo che probabilmente per caratteristiche mai sfonderà in una grande squadra, ma che nel contesto giusto (e quello di Trento lo è) può essere un'arma letale. Miglior realizzatore del torneo, nonostante un'ampia selezione di tiri molto più che discutibile, mostra sprazzi di talento e vince letteralmente da solo la gara del palaTiziano. Il piano della Virtus Roma è perfetto e anche la gabbia difensiva funziona, ma Tony Mitchell 8unico dei suoi in doppia cifra) è assatanato e non c'è Bobby Jones che riesca a tenerlo. 32 punti, 10 rimbalzi e 2 stoppate, aggiunti a una sensazione di onnipotenza atletica e tecnica da lasciare impressionati. Continuiamo a chiederci come abbia fatto il coach Trentino Buscaglia (grande allenatore, non ci stanchiamo di dirlo) a far rendere il suo non plasmabile talento al servizio di un sistema di gioco magnificamente costruito. Più si osserva Mitchell nel gioco e più sembra un corpo estraneo, ma che per qualche ragione è integrato con tutto il resto. MVP della settimana senza discussioni.
Delroy James, AG, Enel Brindisi: Delroy non avrà l'appeal del suo più quotato fratello, uno da secondo quintetto Eurolega, ma nel contesto di Brindisi si tratta in un giocatore altamente funzionale ad un sistema collaudato. Inoltre ogni anno mantiene una invidiabile costanza di rendimento, che lo ha reso ancora più pericoloso da quando insieme a lui staziona nell'area James Mays. Delroy contro Avellino è il collante della squadra: attacca i lunghi come una guardia, difende le guardie come un lungo atletico. In mezzo però nella gara contro Avellino al PalaDelMauro c'è anche tutto il resto: 16 punti, 10 rimbalzi, 3 assist e 26 di valutazione con 10 di plus-minus (in una gara dove hai inseguito per oltre tre quarti non è proprio un numero privo di significato). La sua carenza di centimetri è compensata dalla verticalità e dalla micidiale forza fisica con cui si avventa sui palloni vaganti. L'Eurolega non sembra alla portata giocando da ala forte, ma se il tiro dall'arco si confermasse affidabile potrebbe tentare di riciclarsi da ala piccola in una squadra di più alto livello. Comunque occhio a Brindisi, perché se continuasse così un bel posto in una delle due coppe che contano maggiormente potrebbe non essere un sogno così irrealizzabile.
Jordan Morgan, C, Acea Roma: i rookies hanno difetti da rookies, bisogna abituarsi, ma nonostante per Roma il periodo sia nero, nella gara contro Trento è d'obbligo parlare di Jordan Morgan. Il centro di Michigan era considerato un'incognita e in parte i dubbi non sono stati sciolti, ma il rapporto-qualità prezzo nella situazione in cui verte Roma consiglierebbe un rapido e tempestivo rinnovo. Il ragazzo ha potenziale e probabilmente non si trova nella condizione ideale per esprimerlo (ha il peso dell'eredità di Gani Lawal prima e Trevor Mbakwe poi), ma se non fosse per Tony Mitchell Roma dal PalaTiziano uscirebbe con la vittoria nella tredicesima di campionato. Morgan gioca una gara importante, non commettendo la solita quantità spropositata di falli anzitempo e giganteggiando a rimbalzo contro la miglior squadra nella categoria. Owens viene limitato, così come tutta l'Aquila basket eccetto Mitchell stesso. Chiude con 11 punti, 12 rimbalzi (6 offensivi), 2 recuperi e una stoppata. Un giocatore che sembra avere dei numeri per diventare importante. L'annata di Roma, in calando, non aiuta a uniformare il giudizio della critica su di lui, ma quando il ragionamento assume un punto di vista meramente economico su Morgan non si può che dare un parere positivo.
SESTO UOMO:
Daniele Magro, C, GiorgioTesi Group Pistoia: guardando la sua gara viene da chiedersi che score avrebbe potuto raggiungere se non fosse caduto in uno sproposito di falli in tempo breve. Magro è uno di quei giocatori che consideri carneadi anche se ogni anno li trovi puntualmente, ma questo non gli impedisce di vivere dei momenti di gloria nella sua stagione. Il momento di Pistoia non è semplicissimo dopo alcuni cambi nel roster, ma lui sfrutta la gara casalinga contro Pesaro per ricordare al coach Moretti (lo usa meno di 10 minuti di media) che anche lui può dare un contributo sostanzioso. Ed è effettivamente quello che succede nei 14 minuti che gioca contro la Consultinvest, nei quali fa il diavolo a quattro sotto i tabelloni e porta importanti mattoni alla causa. 7 punti, 10 rimbalzi e 12 di valutazione con 14 di plus minus sono un buon modo per timbrare il cartellino anche se avviene tutto a gara profondamente indirizzata.