Quintetto e sesto uomo di Serie A, giornata 12
Il quintetto di Santo Stefano
Dodicesima giornata di campionato e dodicesimo quintetto (con strappo alla regola):
Jacob Pullen, PM, Enel Brindisi: il dibattito sulle guardie che giocano da play è uno dei più battuti e va ripreso ogni qual volta un giocatore, definito combo-guard, finisce nel nostro quintetto. Jacob Pullen non è certamente un playmaker, ma nel cestone natalizio adibito ai “più o meno play” è sicuramente quello che più di tutti si avvicina. La qualità di passaggio, sommata alla visione di gioco e alla capacità di tiro da ogni posizione lo rendono un giocatore decisamente indigesto, specialmente se hai sullo stomaco i bagordi del pranzo di natale. Ad aver mal di pancia durante tutta la gara è la Virtus Roma, che finisce schiantata al suolo da una prova dell'Enel Brindisi davvero maestosa. Pullen mena le danze gonfiando subito il parziale 20-0 che indirizza il match e fa capire quale sarebbe stata la musica di giornata. Chiude con 25 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 2 recuperi per 34 di valutazione, irridendo il dirimpettaio Triche, spedito in panchina e lì dimenticato. L'Enel si conferma dopo 12 giornate nelle posizioni che avevamo previsto in estate; conserva qualche pausa nel gioco da un punto di vista realizzativo, ma ha davvero tantissima qualità da cui attingere.
Adrian Banks, G, Sidigas Avellino: da diverso tempo era caduto nel dimenticatoio, ma lo rispolveriamo nel giorno in cui la sua grande prestazione fa passare indenne alla Sidigas la trappola del PalaMaggiò. Gli ingredienti per una giornata complessa ci sono tutti: Esposito e la sua garra al ritorno in panchina, il derby natalizio, il dentro o fuori di Caserta, ma il tutto viene esorcizzato da una gara davvero magnifica sia sua che del compagno di reparto Gaines. Premiamo lui per la saggezza e l'intelligenza che ha acquisito gara dopo gara, stagione dopo stagione nella gestione dei possessi. Arrivò come un realizzatore dotato di scarso IQ, adesso è un giocatore che può essere un eccellente complemento per un playmaker grazie alla visione di gioco da cui attinge. Chiude con 21 punti, 3 rimbalzi, 3 assist, 2 recuperi e 27 di valutazione. Attacca senza problemi nell'area avversaria, dipinge passaggi per i tagli di Hanga, fa muovere la difesa, aiutato in parte anche da una coppia (Moore-Capin) difensivamente rivedibile. Avellino è in zona playoff in maniera salda, gioca una delle migliori pallecanestro italiane e soprattutto dà l'idea di avere ancora moltissimo margine, specialmente in fase offensiva.
Donell Taylor, AP, Grissin Bon Reggio Emilia: ovunque vada fa fatica, ma a Reggio sembra che il sistema lo abbia nel DNA. Tornato da rincalzo, dopo essere andato via da eroe, incontrando vari problemi nel soggiorno lagunare, Taylor si scopre nuovamente un elemento imprescindibile per l'attacco della squadra di Menetti. Quando la palla stagna ci pensa lui a levare le castagne dal fuoco e quando serve energia e mettere dei tiri sporchi lui non si tira mai indietro. La somma delle ottime prestazioni offerte gli varranno un prolungamento contrattuale, nel mentre chiude il suo Santo Stefano mandando il panettone di traverso a Paolo Moretti. 19 punti, 10 rimbalzi, 22 di valutazione e 23 di plus-minus sono lo score che ammasa contro una GiorgioTesi Group troppo poco fisica pèer contrastare adeguatamente il suo atletismo e i suoi isolamenti. Di tutti gli acquisti della lunga free agency reggiana lui è passato più in secondo piano di tutti, come se non se ne fosse mai andato. Resta il rammarico per l'eliminazione dalla coppa, ma se fossimo nella dirigenza della squadra emiliana ci penseremmo molto attentamente prima di lasciarlo andare via a cuor leggero.
Tomas Ress, AG, Umana Reyer Venezia: ci sono dei giocatori che si rispettano solo guardandoli, e Tomas Ress è uno di quelli. Sul campo trasuda esperienza e nel suo libro di storia cestistica può insegnarti come nascere rincalzo e poi riscoprirsi elemento leader di una squadra. A 34 anni in una Trento-Venezia che sarà ricordata gioca la partita della vita (e non è la classica frase fatta). Triplo career high in punti (22), stoppate (5) e triple realizzate (5). Il primo cade dopo un decennio; quando registrò il suo massimo di 20 giocava a Pesaro ed era appena diventato cestisticamente adulto. Sicuramente leggendo i suoi numeri si sarà ricordato di quando raggiunse quel ventello. Oltre a tutto questo aggiunge 9 rimbalzi e 35 di valutazione. Prestazione gigantesca.
N.B: escluderlo per essere uscito dalla panchina, o escludere Edgar Sosa sarebbe stato impossibile. Lo poniamo nello starting five in considerazione del fatto che 7 volte nelle precedenti 11 gare ha cominciato in quintetto.
Nel frattempo MVP ad honorem settimanale.
Shane Lawal, C, Banco di Sardegna Sassari: sopra la sua testa passa sempre una quantità esorbitante di tiri da tre punti; dove poi riesce ad arrivare con le sue leve arriva, altrimenti semplicemente sgomita. Di Shane Lawal si è parlato poco, lo facciamo questa volta. In estate era considerato l'acquisto più sospetto del mercato e anche l'anello debole di un roster costruito per dominare gli avversari in fase offensiva. Non si può che constatare come si sia guadagnato rispetto e stima. Diversi addetti ai lavori di società di eurolega hanno chiesto a noi personalmente informazioni sul giocatore, il Galatasaray invece è andato direttamente a chiederlo, ottenendo un secco no come risposta. Come mai? Semplicemente perché il suo rendimento lo rende uno dei migliori, se non il migliore fin qui nella stagione sassarese. Nel doppio overtime di Masnago chiude con 19 punti, 11 rimbalzi, 4 stoppate, 5 schiacciate e 32 di valutazione. L'unico problema che si porta appresso è l'assenza totale di un raggio di tiro affidabile, per il resto ineccepibile: duro, sporco, dotato di tempismo e capace di mettere benissimo la palla per terra. Una piacevole scoperta per i sassaresi.
SESTO UOMO:
Edgar Sosa, PM/G, Banco di Sardegna Sassari: cosa vuoi dire ad uno che mette 10 triple? Semplicemente bravo. Puoi rammaricarti se sarebbe stato possibile contestargliele in un modo diverso, ma dopo i 37 di Brooks nei canestri del PalaWhirpool piovono le cannonate a ripetizione del dominicano (si può puntare il dito sulla marcatura di Robinson e Deane, ma sarebbe eccessivamente penalizzante nei loro confronti). Chiude con 40 punti, 3 rimbalzi, 5 assist e 39 di valutazione. In questo momento è l'uomo più lucido e anche il più capace di fare gioco per la squadra di Sacchetti. Ha molte più soluzioni nel sistema di run&gun di quante non ne abbia lo stesso Dyson (30 anche per lui) o David Logan. In difesa paga e pagherà sempre, ma per uno che pareva avesse chiuso la carriera con un infortunio devastante alla gamba ritrovarsi ad andare a casa con 40 punti e 10 triple a bersaglio deve essere una soddisfazione personale superiore a qualsiasi vittoria. Non gli diamo l'MVP solo per dare una sorta di oscar alla carriera a Tomas Ress per il suo incredibile triplo career-high.