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Serie A 18/12/2014, 12.26

Valerio Bianchini e la Virtus Roma: Quel magico triennio 1983-84-85

L'ex coach della Nazionale Italiana ricorda lo scudetto, la Coppa Campioni e la Coppa Intercontinentale a Roma

Serie A

Personaggio di assoluto spessore sportivo, umano e culturale: un maestro che ha cresciuto generazioni di campioni. E che ha vinto tutto in campo nazionale ed internazionale. L'incontro con il “Vate” della pallacanestro, Valerio Bianchini, è l'occasione per ricordare i fasti sportivi di Roma nel magico triennio del 1983-84-85 quando la capitale conquista il doppio scudetto nel calcio e nel basket, arrivando in finale di Coppa Campioni l'anno successivo in entrambi gli sport, vincendo poi nella palla a spicchi la Coppa Intercontinentale in Brasile.

 

 

La città di Roma – sottolinea Valerio Bianchini – viveva in quegli inizi anni '80 una sorta di rinascita non solo in campo sportivo: possiamo definire quell'epoca il Rinascimento di Roma, perché si respirava aria nuova, sul piano strutturale ed economico nascevano nuovi investimenti. Nello sport c'era da scardinare il potere milanese di quella “Milano da bere” che s'imponeva nei settori politico, economico ed industriale. Mai in precedenza il tittolo di Campioni d'Italia era uscito dal quadrilatero Milano-Bologna-Cantù-Varese. Mettemmo storicamente in piedi una battaglia mediatica parallela a quella del campo: Roma sfidava l'egemonia di Milano dentro e fuori il rettangolo di gioco. Memorabili duelli mediatici tra me e Dan Peterson con i quali davamo lavoro e spunti ai giornalisti”. Con l'imprenditore Eliseo Timò alla presidenza societaria: “Un grande manager – ricorda Bianchini – pur non venendo direttamente dallo sport, dimostrò di sapere gestire il gruppo dirigenziale e tecnico con grande competenza”. Dan Peterson andava ripetendo che Milano era la 25^ squadra dell'NBA: la cronaca restituì invece alla capitale la giusta dimensione anche nel basket con Il Banco Roma che si laureò campione d'Italia, battendo proprio la Billy Milano di Meneghin, Mike D'Antoni e Roberto Premier in gara 3 dei play off per 97-83, dopo aver concluso in testa anche la regular season. Quel 13 aprile 1983 al PalaEur si assiepano addirittura 14.348 tifosi: record assoluto per la storia della pallacanestro italiana. Il Banco Roma porta a casa gara 1 davanti ad 11.500 tifosi, battendo Milano per 86-73, ma perde tre giorni dopo la rivincita con Gallinari che annulla Wright: tutto rimandato così alla terza decisiva partita. “L'ingresso in campo di Gallinari contro il nostro Wright – commenta il coach Bianchini – non fu negativo per noi, ma per il gioco del basket. La Billy aveva già perso il suo scudetto: quello dello spettacolo in campo”. Nella bolgia del PalaEur, gremitissimo di tifosi giallorossi, Roma stende Milano e vince il suo primo (ed unico) storico scudetto sotto i colpi di un super Gilardi (23 punti), di uno scatenato Wright (22 punti) e di un indomabile Clarence Kea (18 punti) sotto canestro, in doppia cifra anche Polesello e Solfrini (entrambi 13 punti). L'anno successivo a Ginevra, il 29 marzo 1984, arriva la conquista della prima Coppa dei Campioni, eliminando nel cammino club titolati come Maccabi Tel Aviv, il Bosna Sarajevo e la Pallacanestro Cantù: Roma è nella storia per sempre. Il ciclo non finì qui: nella stagione 1984-85, dopo una serie di gare disputate a San Paolo di Brasile, la squadra di Bianchini conquista anche la Coppa Intercontinentale. “Un triennio fantastico – sottolinea il coach ValerioBianchini – la città di Roma era la regina dello sport: il doppio scudetto del 1983, nel calcio e nel basket, proiettò la capitale nell'olimpo delle grandi. L'anno successivosfiorammo una epocale doppietta in Coppa Campioni: allo stadio Olimpico solo i rigori sfortunati frenarono la Roma contro il Liverpool. La nostra conquista della Coppa Campioni, battendo in finale il favoritissimo Barcellona, resta un traguardo nella storia della pallacanestro italiana. Vincere scudetto, Coppa Campioni ed Intercontinentale trasformò i giocatori del Banco di allora in autentici personaggi. Ancora oggi a Roma i tifosi ricordano quella storica serata a Ginevra con la Coppa Campioni alzata al cielo dal capitano Polesello”. I giocatori del Banco Roma divennero così negli anni delle icone del basket non solo capitolino: Larry Wright (“un talento straordinario ma dal carattere vulnerabile, quando perdeva era una furia”), Fulvio Polesello (“giocatore determinante anche per la Nazionale, atleta di grande umanità fuori dal campo”), Enrico Gilardi (“un leader silenzioso, carismatico, con una personalità fuori dal comune, dotato in campo di una grande intelligenza tattica”), Clarence Kea (“lo prendemmo prima dei play off dai Detroit Spirits per sostituire l'infortunato Kim Hughes: fu il primo pivot che riuscì a fermare il grande DinoMeneghin”), Stefano Sbarra (“a soli 22 anni mise a segno dalla lunetta i canestri decisivi contro il Barcellona: l'inizio straripante della sua lunga carriera”). Con loro una serie di talenti nel roster della Virtus che scrissero la storia del basket capitolino: Kim Hughes, Roberto Castellano, Marco Solfrini, Peppone Grimaldi, Massimo Prosperi, Egidio Delle Vedove, Fabrizio Valente. “Un aneddoto? Finale di Coppa Campioni contro il fortissimo Barcellona. Alla fine del primo tempo – racconta l'ex c.t. della Nazionale - stiamo sotto di dieci punti: giochiamo male, senza testa, con poco mordente. Mentre mi avvio negli spogliatoi comincio a pensare cosa dire alla squadra per farla reagire. Trovo invece negli spogliatoi un Larry Wright incavolatissimo che sbraita in un dialetto louisiano incomprensibile. Noi tutti zitti. Lo guardo e gli dico: sì Larry, hai ragione, faremo proprio così adesso. Furono le uniche parole da me pronunciate. Morale? Vinciamo la partita, Gilardi riesce anche a far espellere il talento spagnolo Juan Antonio San Epifanio che quella finale realizzò 31 punti. Alla fine della partita i cronisti mi chiesero cosa mai avevo detto alla mia squadra nell'intervallo per trasformarla così nel secondo tempo: non seppero mai la verità. Fu una rimonta in campo indimenticabile per tutti i tifosi: nel secondo tempo riuscimmo a recuperare dal -10 dell'intervallo grazie ad un gruppo straordinario di giocatori col cuore immenso”. Altri tempi, dove il coach era anche un comunicatore, un vero narratore dentro e fuori il rettangolo di gioco. Altre emozioni: “Negli anni '80 allenavo i ragazzi con una identità precisa. La globalizzazione ha fatto perdere certi valori, ora tutto ruota attorno al nudo e crudo valore del guadagno. Un tempo i giocatori andavano dai presidenti che pertanto rivestivano il ruolo anche di padri, oggi i giocatori vanno solo dai loro procuratori: non è la stessa cosa. Anche gli allenatori hanno smarrito l'appeal del comunicatore: ci vorrebbe un po' più di coraggio da parte di tutti, le interviste dei tecnici sono tutte uguali, fatte con lo stampino. Un tempo gli allenatori erano i grandi narratori dietro le quinte, oggi sono legati al loro tecnicismo e peccano nella comunicazione”. Saperconiugare mirabilmente basket, cultura, emozioni e spettacolo, è un arte che appartiene solo ai grandi maestri dello sport. Bianchini docet.

 

Intervista di Marco Tosarello

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 20 Commenti
  • giuseppe72 20/12/2014, 07.56
    Citazione ( larrywright73 19/12/2014 @ 19:48 )

    Perfettamente d'accordo con la tua analisi e meno con gli altri amici di sportando che accusano il pubblico romano di non tornare numeroso a seguir la squadra.Non e'solo un problema di mancate vittorie(a qualle purtroppo ci siamo oramai assuefatti),m ...

    oggi come in tutti i campi della vita ci sono i "manager" specialisti del nulla che hanno come obbiettivo quello di dire fandonie alla gente.
    Questo blog è pieno di tifosi virtussini brave persone animate da passione vera ma che si sono fatte trasportare dal nulla in cui la dirigenza virtus ha spinto il basket romano.
    Non si può ringraziare chi dopo uno scudetto sfiorato ha dilapidato tutto quel materiale umano che aveva portato le file per i biglietti dei play off, solo perchè il presidente aveva deciso che non era giusto aprire le porte alla gente di roma solo per la finale.....
    E fanno gli uomini d'affari anche.....
    DILETTANTI
    W GILARDI, W POLESELLO, W BODIROGA GEORGE GERVIN E GIGI DATOME
    W IL BANCOROMA

  • larrywright73 19/12/2014, 19.48
    Citazione ( giuseppe72 18/12/2014 @ 18:37 )

    mi viene da piangere....non torneranno più quei tempi. Finalmente qualcuno che parla d'identità!!! Oggi ogni estate si disfa la squadra e si prendono 12 giocatori nuovi. E' ORRIBILE! Il pubblico non può affezionarsi a personaggi così. Ecco perch ...

    Perfettamente d'accordo con la tua analisi e meno con gli altri amici di sportando che accusano il pubblico romano di non tornare numeroso a seguir la squadra.Non e'solo un problema di mancate vittorie(a qualle purtroppo ci siamo oramai assuefatti),ma un problema di attaccamento e valori.Non fai in tempo ad affezionarti ad un campione che sai che l'anno dopo lo saluterai........magari anche per una concorrente italiana.......e allora addio ai gilardi;polesello,ma anche ai piu'recenti goss,datome,mbake...............e"benvenuti"agli hosley vari.......

  • larrywright73 19/12/2014, 19.41
    Citazione ( FighterBancoroma 18/12/2014 @ 18:44 )

    c'ero quando abbiamo vinto lo scudetto come c'ero a Ginevra....però che tristezza da allora abbiamo vinto poco e niente.....

    mi ricordo ancora le lacrime di bambino perche'mia mamma(naturalmente)mando'solo mio fratello piu'grande a ginevra........ed io ad un metro dalla tv........che nostalgia ragazzi......mi son rivisto da poco tutta la partita con telecronaca spagnola....

  • mauroargento 19/12/2014, 08.24 Mobile
    Citazione ( larrywright73 18/12/2014 @ 17:12 )

    ma toglimi una curiosita'....si incazza ancora in quella maniera furiosa???sento ancora le urla..........bella persona come dici tu anche fuori dal campo....

    Urla esattamente allo stesso modo :-):-) i suoi NOOOOOOOO sono favolosi !! Sono uno dei suoi assistenti con i 2002 e devo dire che sto vivendo un esperienza dal punto di vista tecnico ed umano unica. poi guai a chi glieli tocca i suoi ragazzi.....ci mette sempre lui per primo la faccia. Fuori dal campo....semplicemente un signore, un uomo con un cuore immenso e che non si tira mai indietro. disponibile oltre il lecito. SOMARI !!!!!! :-):-):-):-):-):-)

  • Pinomottaandzamberla 19/12/2014, 00.47 Mobile
    Citazione ( FighterBancoroma 18/12/2014 @ 18:44 )

    c'ero quando abbiamo vinto lo scudetto come c'ero a Ginevra....però che tristezza da allora abbiamo vinto poco e niente.....

    Io ricordo bene il culone di clarence kea, che nn arrivava a 2 m, nn saltava, ma faceva un taglio a fuori pazzesco e nn era possibile girargli attorno. Ricordo lo stile di tiro inguardabile di Solfrini, che pero' aveva un gran fisico e sembrava Doctor J, il tiro di Gilardi. Si giocava in 7, max 8. Gli allenatori erano veri personaggi. Oltre a Bianchini e Peterson, che se le davano di santa ragione, Sandro Gamba, Dido Guerrieri, Alberto Bucci, Boscia Tanjevic, erano molto più comunicatori e polemisti di quelli di oggi, che al max se la prendono con gli arbitri (pensate alla sceneggiata della camicia di Pozzecco) ma nn riescono a mettere un po' di pepe, a fare emergere un po' di sana rivalità. Per anni siamo stati succubi dello strapotere di Siena, oggi di quello di Milano. Nessuno che abbia il coraggio di esporsi, di rischiare, di dichiararsi contender. Ecco, Bianchini quel coraggio ce l'aveva e sapeva attirare l'attenzione, su di sè, sulla propria squadra e soprattutto sul basket.

  • FighterBancoroma 18/12/2014, 18.44

    c'ero quando abbiamo vinto lo scudetto come c'ero a Ginevra....però che tristezza da allora abbiamo vinto poco e niente.....

  • giuseppe72 18/12/2014, 18.37

    mi viene da piangere....non torneranno più quei tempi.
    Finalmente qualcuno che parla d'identità!!!
    Oggi ogni estate si disfa la squadra e si prendono 12 giocatori nuovi.
    E' ORRIBILE!
    Il pubblico non può affezionarsi a personaggi così.
    Ecco perchè abbiamo amato così Gigi Datome.
    Ecco perchè il palazzetto è vuoto: mancano storie umane che legano la gente alla squadra.
    Capito presidente. Capito General manager

  • Zappateer 18/12/2014, 18.09

    Come molti del forum non ho potuto vivere in prima persona quell'epopea però in camera mia non poteva mancare questo:
    [ link ]
    Da oggi spero che la avrete anche voi nella vostra...
    Daje Virtus sempre !!!

  • larrywright73 18/12/2014, 17.12
    Citazione ( mauroargento 18/12/2014 @ 13:46 )

    Di quel fantastico triennio nonostante la giovane età ho un ricordo limpido come la classe dei campioni che il Coach ricorda. proprio da quello scudetto decisi di iniziare a giocare lo sport più bello del mondo e non ho ancora smesso!! L onore più ...

    ma toglimi una curiosita'....si incazza ancora in quella maniera furiosa???sento ancora le urla..........bella persona come dici tu anche fuori dal campo....

  • larrywright73 18/12/2014, 17.08

    si dice ....da piu' di una persona vicina al banco e larry,che il folletto fosse incazzatissimo per un conto telefonico a quanto pare altissimo che la societa'non aveva pagato a wright.......bianchini lo rassicuro'non sapendo forse realmente a cosa si riferisse......Non so se e'solo una leggenda...come larry d'altronde....

  • SimoRoma83 18/12/2014, 15.35 Mobile

    Mentre leggevo l'articolo ho avuto i brividi..essendo nato nel 1983 non ho vissuto quel fantastico triennio, ho solo dei vecchi filmati poco chiari ( stile streaming Gazzetta)..ogni tanto li riguardo e mi immagino quanto sarebbe bello tornare a giocare certe partite..

  • amazonia 18/12/2014, 14.31

    Valerio Bianchini e' sempre il Vate, uno dei pochi che bisognerebbe ascoltare parlare il basket (transitivo voluto). Ci servirebbe per esperienza, idee, carisma, capacita di comunicare. Ma oggi vanno di moda i pagliacci...

  • GabrieleG 18/12/2014, 14.29

    Persona pulita e perbene che potrebbe dare tanto ancora al basket... sopratutto romano! Ma relegato e messo al margine............

  • Leo976ers 18/12/2014, 14.27 Mobile

    Bella intervista, tante notizie interessanti che io da giovane tifoso non sapevo

  • gusmanedemattei 18/12/2014, 14.05

    Grande personaggio che riuscì a combinare un insieme di giocatori non di grande caratura. Grande onore per questo a Lui e a quelli che rimangono nella storia.

  • mauroargento 18/12/2014, 13.46 Mobile

    Di quel fantastico triennio nonostante la giovane età ho un ricordo limpido come la classe dei campioni che il Coach ricorda. proprio da quello scudetto decisi di iniziare a giocare lo sport più bello del mondo e non ho ancora smesso!! L onore più grande é quello di essere ogni giorno a fianco di uno degli artefici di quel miracolo, Paolo Di Fonzo uomo favoloso e maestro dentro e soprattutto fuori dal rettangolo di gioco. sempre Forza Banco !!

  • trumpet 18/12/2014, 13.25

    il banco... :-)

  • middeone 18/12/2014, 13.18

    grazie Vate i ricordi di quei giorni rallegrano ancora i nostri cuori. spero solo che i nostri figli potranno un giorno vivere delle emozioni sportive grandi come quelle che ci avete fatto vivere voi del Banco. GRAZIE e sempre forza Virtus

  • SugaMan 18/12/2014, 13.12

    bella intervista.