Cremona attende Luca Vitali
Ancora incerti i tempi di recupero del playmaker
Ebbene, la Vanoli Cremona versione 2014-15 è organico completamente nuovo: tutti debuttanti in maglia Vanoli, quasi tutti debuttanti nel massimo campionato italiano, tre giocatori americani debuttanti nel massimo campionato, due alla prima esperienza fuori dagli USA.
Nelle intenzioni dello staff dirigenziale e tecnico ci stava di affidare questo gruppo di debuttanti ad un faro, un capitano, l’unico playmaker vero della squadra: Luca Vitali. I giorni di allenamento a cui ha preso parte fino alla settimana scorsa il giocatore azzurro? Due: prima a causa di impegni con la Nazionale, poi causa infortunio. Cosa significa? Che essere riusciti comunque a fare di un elenco di giocatori sconosciuti tra di loro un collettivo che esprime un gioco di assieme e in grado di approfittare di alcune lacune delle Reggiana per portare a casa la vittoria di sabato scorso è impresa rilevantissima.
Un’impresa da ascrivere alla dirigenza che ha scelto questi ragazzi privilegiando la qualità etica di ciascuno e che sta alla base dell’eccellente atmosfera che caratterizza il gruppo stesso, dovendo nel contempo lasciare interagire nella scelta altri fattori quali l’abilità di gioco ed il prezzo, rigorosamente sostenibile, come si dice in casa Vanoli. Un’impresa di assemblaggio affidata a coach Cesare Pancotto ed al vice Paolo Lepore, confermatisi all’altezza dell’arduo compito. Un’impresa in cui ciascun giocatore ha portato il proprio contributo di collaborazione, impegno, dedizione, attenzione, qualità e capacità.
Tra gli appassionati si rincorrono le recriminazioni all’indirizzo dei due giocatori che in campo giostrano nell’area pitturata: Luca Campani e Matjia Poscic non stanno stanno rispondendo alle attese, e molti ne invocano la sostituzione.
Ma i giocatori che stazionano in area da chi ricevono la palla? Jazzmarr Ferguson, schierato fino ad oggi nel ruolo di playmaker in sostituzione di Luca Vitali, se l’è cavata egregiamente, ma adattandosi ad un ruolo non precisamente suo, dunque cavandosela da colui che playmaker non è, riuscendo meglio in fase di realizzazione più che in fase di costruzione del gioco, innescando i lunghi della squadra.
I lunghi sono i primi a risultare penalizzati dall’assenza del playmaker. Perché, dunque, non attendere il raggiungimento della migliore condizione del playmaker azzurro prima di bocciare definitivamente il duo Campani-Poscic? Perché non concedere loro la possibilità di potersi esprimere nelle condizioni ideali, fruendo dei servizi di chi nella pallacanestro è deputato a servire i compagni? Quali benefici ne deriverebbero in termini di fiducia in se stessi? E quanto conta la fiducia nei propri mezzi ai fini del rendimento di un giocatore! In quest’ottica, i sostenitori ben faranno a portare il proprio sostegno ai due giocatori ad oggi in difficoltà. Fino a prova contraria, dopo soli due turni di campionato, Poscic e Campani ne hanno pure diritto.
Ovviamente, nel frattempo, la società rimane vigile sul mercato. Ma una disponibilità economica limitata non potrà mai portare all’ingaggio di un centro di qualità particolare: le tariffe di questo tipo di giocatore sono troppo elevate per un budget come quello di Cremona. Ed è la ragione per la quale le squadre dal budget limitato devono spesso convivere, salvo rarissime eccezioni, (vedasi Pesaro-Anosike della scorsa stagione) con le limitazioni corrispondenti nel ruolo di centro, la stessa ragione per la quale Cremona non ha mai potuto schierato un pivot di ruolo di alto rango.
Intanto, Luca Vitali ieri è tornato ad aggregarsi alla squadra,partecipando all’allenamento insieme ai compagni.