Grissin Bon Reggio Emilia: la presentazione della stagione
Lente di ingrandimento sui reggiani a una settimana dal via della stagione
La Grissin Bon si presenta ai nastri di partenza del campionato 2014/2015 con un roster rinnovato, ma non rivoluzionato. Gli arrivi di Drake Diener e Darius Lavrinovic sono stati sicuramente i colpi ad effetto dell’estate, ma i dirigenti reggiani non si sono fermati a loro: ci sono anche le fondamentali conferme di Kaukenas e di Silins, oltre alle novità Polonara, Amedeo Della Valle, Pechacek, Ksistof Lavrinovic (firmato per due mesi con opzione, causa infortunio del gemello) e senza dimenticare il giovane Mussini, al primo anno a tempo pieno con la prima squadra.
Proviamo ad individuare i punti di forza e le potenziali minacce che la compagine reggiana si troverà a fronteggiare durante la stagione.
Punti di Forza
Entusiasmo e talento
Sono alcuni anni che la Pallacanestro Reggiana viene indicata come una società virtuosa e in crescita. Quest’estate però, la realtà ha superato sia le previsioni degli addetti ai lavori, che le speranze dei tifosi.
Alzi la mano chi alla fine della scorsa stagione immaginava che il rafforzamento del roster passasse da nomi del calibro di Diener e Lavrinovic.
Alzi la mano chi immaginava un Pala Bigi con 3410 abbonamenti venduti, su 3410 posti disponibili (Presidente Paterlini può abbassare la mano, invocare il tutto esaurito ogni anno non vale…).
È evidente che quest’estate il roster di Reggio Emilia ha fatto un salto notevole dal punto di vista tecnico e caratteriale, che la proietta nella top four della griglia di partenza del prossimo campionato.
Altrettanto evidente è l’idea di basket che sta dietro a questa squadra: un pacchetto esterni scattante e con ottima propensione al “run and gun”, ma con un peso massimo come Darius Lavrinovic, che farà passare la voglia ai difensori di stare troppo vicino ai tiratori sul perimetro.
Il talento e l’entusiasmo intorno alla squadra possono essere il volano per proiettare la squadra verso territori fino ad oggi (quasi) inesplorati: semifinale Scudetto, finale di Coppa Italia, seconda fase di Eurocup.
L’amalgama di squadra.
Parlando della squadra della passata stagione, Menetti ha più volte parlato di una “nave difficile da governare”. Con questa metafora non si riferiva certo ad uno spogliatoio esplosivo, o ad eccessi di personalismi da parte di qualcuno. Si riferiva al fatto che c’erano diversi giocatori che per rendere al meglio avevano bisogno di giocare il loro tipo di pallacanestro. L’innesto di Gigli, fin quando ha retto fisicamente, ha migliorato notevolmente la squadra sotto questo aspetto, perché Angelo è un giocatore abituato a giocare in grandi squadre, dove non si puoi avere un gioco su due chiamati per te e quindi dove devi dare un contributo anche se non hai toccato la palla per cinque minuti di fila. Questo tipo di giocatori, riescono a fare la differenza su una giocata difensiva, o a fare un canestro in giochi rotti su palloni capitati in mano per caso.
Quest’anno, gli ingressi nel roster dei due Lavrinovic e di Diener, vanno esattamente in questa direzione, ovvero quei giocatori che, come Kaukenas, riescono a suonare uno spartito condiviso anche se per alcune fasi della partita non sono loro che dettano il ritmo. Questo aspetto sarà fondamentale soprattutto in trasferta, ed è stato probabilmente la causa dello scarso rendimento dell’anno passato lontano dal Bigi.
Potenziali minacce
Per qualsiasi squadra che inizia una nuova stagione, quando si deve pescare nel sacco delle potenziali minacce, di solito c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si potrebbe citare la variabile fisica (ora ai box ci sono D.Lavrinovic, Silins e Pini), oppure notare una carenza di esterni da uno contro uno, o ancora parlare dell’incognita del cambiamento di ruolo di Silins da ala grande ad ala piccola. Tuttavia è difficile fare una previsione sugli infortuni senza leggere le interiora di qualche animale, o lanciarsi in aspetti tecnici quando si hanno solo poche amichevoli alle spalle. Quindi…
I granelli di sabbia.
Secondo un sondaggio fatto da me a braccio, basato su sensazioni mal contate, Reggio Emilia è la squadra più simpatica della serie A.
Al di là dell'alto valore statistico dell'analisi, effettivamente Reggio ha tutte le caratteristiche per esserlo: realtà provinciale, punta sui giovani, ha mezza nazionale, non ha la tradizione (e quindi le inimicizie) di una Cantù o Varese. I “piccoli” che riescono a fare bene e magari vincere qualche partita, sono sempre simpatici. Lo sono perché si è certi che quando si inizierà a fare sul serio, si faranno da parte e lasceranno spazio ai grandi, a quelli forti davvero. Ma ora qualcosa sembra cambiato.
Già la sera della vittoria dell'EuroChallenge, un procuratore disse a Menetti che da allora in avanti sarebbe stato meno simpatico. Adesso, con le firme di Diener e dei gemelli Lavrinovic, siamo sicuri che il favore di qualche simpatia verrà revocato.
Con l'ultimo mercato Reggio è diventata una piazza ambita da giocatori e allenatori e il cappelletto, da una "simpatica e mal riuscita imitazione" è diventato "unico e inimitabile”. C’è chi è pronto a giurare sia addirittura meglio del tortellino.
Con queste premesse, date le alte aspettative che si sono create, alle prime difficoltà le critiche potrebbero farsi pungenti e le pressioni difficili da sostenere. Articoli, dichiarazioni, qualche fischio del pubblico: ogni cosa ha un peso, anche impercettibile, e tutto si tramuta in pressione. La fretta nel cercare di raddrizzare la rotta potrebbe portare troppo presto a mettere in dubbio qualcuno fra staff e giocatori, permettendo all’ansia di divorare l’equilibrio.
Mi si dirà che la pressione e le critiche fanno parte del gioco. Sacrosanto. Ma se gettiamo continuamente sabbia negli ingranaggi, c'è il rischio che non riusciamo a capire se il motore non funziona perché gli ingranaggi non vanno bene e magari vanno sostituiti, oppure è colpa della sabbia che noi stessi buttiamo. I vincenti sono quelli che superano le difficoltà, e un po' di sabbia nel motore è normale, bisogna saperla sopportare. Ma va anche capito quanta ne stiamo gettando, altrimenti non si comprendono i problemi e non si trovano le cause. Si trovano solo capri espiatori.