Rok Stipcevic: Contentissimo di essere alla Virtus Roma
Le parole del play croato
Dopo i suoi primi tre giorni di Virtus Roma, in cui ha conosciuto i nuovi compagni e svolto i primi allenamenti, Rok Stipcevic si presenta ai tifosi attraverso una videointervista alla web-tv della Virtus.
Quali sono le tue prime sensazioni per il tuo arrivo alla Virtus Roma?
«Torno in Italia dopo un anno in Turchia, sono contentissimo di essere di nuovo qui e soprattutto di essere a Roma. La Virtus è una squadra che ha grande prestigio, qualche giorno fa ricorreva il trentennale della vittoria della Coppa Intercontinentale e non sono molte le squadre a poter vantare una storia del genere. Sono felice di tornare a giocare in Serie A e di poter incontrare di nuovo tanti amici».
Conoscevi già qualcuno dei tuoi compagni?
«Conosco Lollo D'Ercole, perché ho avuto modo di affrontarlo almeno una decina di volte nelle mie passate esperienze in Italia e spesso dopo le partite ci siamo incontrati. Conosco anche Bobby Jones, mentre gli altri per ora li ho visti solo su internet. Ma basterà soltanto qualche giorno, la stagione inizia tra poco e per forza di cose impareremo a conoscerci in fretta».
E coach Dalmonte?
«Anche se abbiamo parlato per la prima volta solo pochi giorni fa, conosco il suo percorso fin da quando io ero a Varese e lui guidava Pesaro, ci siamo affrontati diverse volte. Poi lui è stato al Fenerbahce e qui a Roma, dove sta facendo un buon lavoro. Ho grande rispetto per lui».
Hai raggiunto i nuovi compagni solo da tre giorni, quali sono le tue prime impressioni sul gruppo?
«Arrivo in una squadra in cui si lavora tanto, questo mi piace perché tutto ciò che ho ottenuto nella mia carriera lo devo al sacrificio quotidiano. Credo che chi non lavora non ha la possibilità di raggiungere il successo, mentre qui dal primo minuto ho visto tutti concentrati per dare il massimo in palestra. Il gruppo è pieno di talento, voglia ed entusiasmo, io cercherò di dare una mano in qualsiasi modo, dentro e fuori dal campo. Impiegherò tutto me stesso per aiutare la squadra a compiere un passo in più».
Hai un obiettivo per questa stagione?
«Il mio obiettivo è lo stesso che ho avuto finora in tutta la mia vita, cioè migliorare ogni giorno rispetto a quello precedente. E' chiaro che giocheremo ogni partita per provare a vincere, ma non voglio dichiarare un obiettivo da raggiungere. Voglio semplicemente vincere quante più partite sarà possibile, avere la meglio in ogni sfida anche in allenamento, perché ci si ricorda solo di chi vince».
Come ti senti all'idea di disputare l'Eurocup?
«Si tratta di una competizione prestigiosa, è stimolante poterla giocare perché ti dà la possibilità di affrontare squadre fortissime che giocano una pallacanestro di alto livello. Ho già disputato due edizioni della Euroleague con Cibona e Milano e l'anno scorso l'EuroChallenge con il Tofas Bursa. Adesso è il momento dell'Eurocup, anche se non faccio differenza con il campionato, per me l'importante è vincere il maggior numero di partite qualunque sia la competizione».
Quando e perché hai cominciato a giocare a pallacanestro?
«Sono originario di Zara, una città che vive per la pallacanestro. Tanti giocatori che sono usciti dallo Zadar hanno poi trovato fortuna in Europa, basti pensare ad Arijan Komazec. La prima volta che ho giocato a pallacanestro avevo circa 6 anni, per cui sono ormai 20 anni che corro sul parquet. Questa è la mia passione e credo che nella mia vita continuerò a far parte di questo mondo anche dopo aver smesso di giocare».
C'è una personalità da cui trai ispirazione?
«Ci sono tante persone che con il proprio lavoro e con le proprie capacità mi hanno ispirato, non solo nella pallacanestro. In generale i miei esempi sono tutti coloro che nella vita non hanno mai mollato. Tra tutti, come per tanti giocatori di basket, il mio primo “mito” è stato Michael Jordan, perché quando ho cominciato a giocare a pallacanestro era il riferimento e l'idolo di questo sport».
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
«Amo girare in bicicletta e mangiare. Il mio piatto preferito sono gli spaghetti, seguiti da una tagliata... doppia! Mi piace mangiare un po' di tutto, anche se non amo molto cucinare».
Eri già stato a Roma in passato? Cosa ne pensi della città?
«Ho già visitato la Capitale il primo anno che ho giocato a Varese, ho trascorso qui cinque giorni di vacanza al termine del campionato. Roma è una città speciale, unica nel mondo. Si dice che “tutte le strade portano a Roma” e a guardare la sua storia sembrerebbe proprio che sia così».
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