Sportando Ranking Stagionale di Serie A 1-4
L'ultima parte del ranking. Le squadre che si giocano il titolo ed il posto in Eurolega
Arriva l'ultima parte del ranking di Serie A Sportando. Le posizioni 1-2-3-4, ossia le squadre che si giocheranno il titolo e la partecipazione all'Eurolega.
4) ENEL BRINDISI
Fare un mercato più lungo di quello di Avellino è un'impresa degna di nota, ma a parte le battute la squadra pugliese esce dalla free agency, a pochi giorni dalla sirena di inizio campionato, rinforzata negli uomini, nella profondità e con una coppa europea da disputare. La squadra perde il talento cristallino di Dyson, rimpiazzato con Sek Henry, ma in tutto il resto compie un deciso passo in avanti per quanto concerne qualità e punti nelle mani. Marcus Denmon (arrivato quasi per caso dopo le diatribe su Orlando Johnson) è e sarà l'uomo da tenere maggiormente d'occhio, potendo contare su un paio di mani piuttosto calde, Demonte Harper ed Elston Turner portano freschezza atletica ed altrettanti punti. La cosa più interessante invece è il settore lunghi: tutto ruota intorno al “centrafricano” James Mays, centro grosso, ottimo difensore e ideale per fare la guardia al verniciato, specialmente perché permette a Delroy James di svariare su tutto il fronte dell'area accoppiandosi difensivamente con l'uomo che meglio preferisce, sapendo di aver le spalle ben coperte. La panca regala la qualità di Dejan Ivanov (deciso upgrade rispetto a Todic) e il solito quintale di lavoro sporco di Andrea Zerini. La squadra così com'è messa eccetto capitan Bulleri sembra un pelo carente in intelligenza cestistica, ma la fortuna è che a coprire questa carenza ci penserà Piero Bucchi costruendo un sistema ideale per far rendere al meglio gli uomini a disposizione. La squadra lo scorso anno chiuse quinta e abbiamo decisamente la sensazione che si sia rinforzata in diversi uomini, pertanto la mettiamo in top 4.
3) GRISSIN BON REGGIO EMILIA
L'ultima squadra italiana ad aver vinto in Europa (stendardo arrivato sul tetto del PalaBigi e indicato con orgoglio dal capitano Cinciarini) e anche quella con maggiori armi per tentare di replicare trionfi europei la prossima stagione. Reggio Emilia ha compiuto il passo, incrementando il budget e lanciando un segnale chiaro alle diatribe comunali sulla questione palazzo: noi ci siamo e vogliamo diventare una grande squadra. In attesa che si dirimano le italianità burocratiche ci troviamo ad osservare una Grissin Bon decisamente forte. Mettere 6 nostrani su 12 in roster per garantirsi una buona fetta di premio italiani a fine anno è una mossa saggia, specialmente se puoi schierare gente di livello come Cinciarini, Cervi, Polonara e i giovani Della Valle e Mussini, che già nel precampionato hanno mostrato di saper stare in campo contro squadre di Serie A. La squadra aumenta in talento con gli innesti di Drake Diener e dei gemelli Lavrinovic, senza però intaccare un sistema rodatissimo con giocatori “asistemici”. Si attende un'ulteriore esplosione da parte di Ojars Silins, che dovrebbe spostarsi stabilmente da ala piccola e con il quale la società ha rinnovato l'accordo ritoccando l'ingaggio verso l'alto. Il compito del lettone è tutt'altro che una passeggiata, visto che dovrà garantire alcuni dei punti (tanti) che portava lo scorso anno James White, finito in Russia a prendere milioni e competere con il meglio in circolazione. Con l'aggiunta di Pechacek dalla Virtus Bologna la squadra reggiana si qualifica con un insolito pacchetto 6+6 di non semplice gestione; c'è un corpo di giocatori esperti e un altro di giocatori giovani, che il coach Menetti deve tentare di amalgamare. Se due o tre di questi garantissero un rendimento di buon livello dal prossimo anno allora per la squadra reggiana nulla sarebbe precluso.
Per il momento li posizioniamo terzi, ma con riserva. Non va in ogni caso sottovalutata la possibilità per la Grissin Bon di aggiungere un ulteriore giocatore straniero in corso d'opera qualora si riveli necessario.
2) BANCO DI SARDEGNA SASSARI
Squadra che diverte si cambia, in modo tale che vada a giocare per vincere. Lo scorso anno la mettemmo al primissimo posto nel ranking, quest'anno pur trovandosi con una squadra rinforzata deve inseguire la corazzata campione d'Italia; in ogni caso gli spunti per fare bene, anzi benissimo, ci sono tutti. La squadra risulta costruita sull'esempio di quella passata, ma con un grosso incremento di taglia fisica e quindi di tenuta difensiva anche sul lungo periodo. L'idea di gioco del DS Pasquini e di Meo Sacchetti non viene stravolta, ma la possibilità di andare per la prima volta in finale a giocarsi uno scudetto non è mai stata così alta. Il comparto guardie è versatile ed affidabile, la mossa di aver tenuto tutti e cinque gli italiani dello scorso anno aiuta un più veloce inserimento ed una rapida comprensione del sistema da parte degli stranieri: tutti nuovi dal primo all'ultimo. La regia è affidata al talento purissimo di Jerome Dyson, l'esperto ed intelligentissimo David Logan fungerà nei limiti del possibile da nuovo Diener pur con caratteristiche completamente differenti. L'unica cosa che non convince appieno è il comparto lunghi, non tanto per via della qualità o della profondità, ma quanto perché è stato più volte dimostrato che per affrontare degnamente l'Eurolega occorre almeno un lungo esperto della competizione. Non convince pienamente Shane Lawal, giocatore piuttosto monodimensionale e offensivamente carente, e si è infatti optato per allungare il settore con la firma di Marco Cusin, mentre Brooks pare un filo sottomisurato (a Cantù del resto in Eurolega giocava molti minuti da ala piccola). Una squadra, quella sarda, a cui sembra che manchi il classico uno per fare novanta. Alla luce del roster costruito riteniamo che ad ogni modo dietro a Milano si inseriscano con pieno merito loro, con chiaro intento di avanzare il più possibile in Europa e mettere i bastoni tra le ruote ai lombardi fino alla fine della stagione. Sanno di poter arrecare disturbo e lo arrecheranno senza pensarci.
1) EA7 EMPORIO ARMANI MILANO
Nuovo anno e soliti discorsi: Milano favorita per vincere tutto il “vincibile”, prima di arrivare ai conti finali, che non sempre hanno arriso alle scarpette rosse. Il problema per gli avversari però è che da quest'anno per l'Olimpia è cambiato tutto: lo scudetto ritrovato, la scimmia esorcizzata, il peso della storia smaltito. L'EA7 si è rivelata e la sua ascesa verticale (i vari siti europei ormai la collocano tra i top team europei) non sembra poter aver più nulla a contrastarla. Sparita Siena dai radar, con un roster rinforzato e con la consapevolezza di essere i migliori, per Milano non resta che replicare e se possibile migliorare quanto fatto lo scorso anno. I mezzi affinché questo accada ci sono tutti: reparto lunghi rinforzato e approfondito, reparto piccoli puntellato con realizzatori talento in grado di far scordare le gesta della ditta Langford-Jerrells, con in mezzo una vastità e una varietà di soluzioni da raggelare chiunque abbia l'idea (almeno in Italia) di provare a competere. I punti su cui gli avversari potranno fare affidamento sono pochi, ma vanno approfonditi:
-situazione Hackett, che sicuramente provocherà qualche squilibrio nel quintetto quando terminerà la squalifica.
-situazione di salute di alcuni giocatori di grande nome ed appeal, ma reduci da annate tutt'altro trionfali e non sicuri di garantire durata fisica in un campionato lungo e in un gioco dispendioso come quello che richiede Luca Banchi (i casi Shawn James e Linas Kleiza sono quelli da citare).
Se l'Olimpia troverà una quadra a questi due piccoli problemi allora veleggerà senza patemi verso un'altra stagione trionfale. Nessuna squadra in Italia ha la possibilità di avvicinarsi ai tubi di scappamento della Ferrari biancorossa da qualsiasi angolazione si osservi la squadra; Milano ha i migliori piccoli e i migliori lunghi almeno per quanto riguarda l'italia, un potenziale offensivo sconfinato e un sistema di gioco, specialmente difensivo, collaudatissimo.
C'è tutto in questa squadra per cercare a colpi di sold out al Mediolanum Forum un'altra infornata di spettacolo e divertimento vincente nei mesi a venire. La domanda adesso più che mai ha un senso: chi ferma Milano?
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