Sportando Ranking Stagionale di Serie A 13-16
Primo dei 4 articoli sul ranking di Serie A, chi si giocherà la salvezza
Comincia la prima parte del Ranking Stagionale di Sportando. Vedremo se le nostre previsioni sul livello di forza del campionato riveleranno azzeccate:
16) CONSULTINVEST PESARO
Anno nuovo, sponsor nuovo, ma sofferenza che si annuncia tremendamente vecchia. La squadra marchigiana ha vissuto una stagione di passione, ma quella seguente si può ben immaginare possa essere simile e le scommesse andranno vinte tutte affinché la retrocessione non diventi inevitabile. Partiamo dal comparto più convincente: i rookies. 5 su 5 disponibili sono i giocatori che arrivano dal college: tra quelli più affidabili e ready possiamo citare LaQuinton Ross, una vecchia conoscenza di Amedeo Della Valle ad Ohio State, Kendall Williams, un playmaker molto talentuoso da New Mexico e Anthony Miles, una guardia che pare poter evolvere in uno scorer di alto livello in arrivo da Rider. Il resto è tutto una scommessa e soprattutto nel reparto italiani sarà un terno al lotto. Raspino ha giocato in serie A con Biella senza lasciare un segno tangibile, Basile e Crow sono considerati giocatori di categoria inferiore, quindi dovranno sorprendere. Il solo capitan Musso pare quello capace di dare un certo fiato alle rotazioni degli americani, chiamati a fare gli straordinari anche quest'anno come in quello appena passato. La squadra ha un equilibrio e un senso, ma è così inesperta per la categoria da obbligarti a considerarla come la più papabile per la retrocessione. Riuscirà a sventarla di nuovo?
15) GIORGIO TESI PISTOIA
P.S: Matteo Canavesi provvisorio
Il vero colpo dell'estate è l'essere riusciti a confermare con un biennale un allenatore eccezionale, ma non ce ne voglia il GM Iozelli se sosteniamo che questa squadra convince veramente poco. Lo scorso anno il talento fisico e tecnico dei 5 USA aveva fatto spiccare il volo alla città nel finale di stagione, ma nell'anno che sta per arrivare sembra tutto diverso. É cambiata l'impostazione della squadra, più sistemica, controllata e meno esuberante, che probabilmente si è anche allungata nelle rotazioni, ma ha perso talento in primis e fisico in seconda battuta. Se la batteria italiani è capitanata dalla sicurezza Daniele Cinciarini e si possono ricavare dei minuti di sostanza sia da Magro, che da Filloy, il comparto straniero desta davvero moltissime perplessità. Buonissimo il playmaker Langston Hall, rookie da Mercer, in arrivo da una esaltante ed inattesa campagna NCAA, nella quale ha mostrato alto QI cestistico, ottima visione e buonissima capacità di comprensione del gioco, ma tolto lui da qui in poi tocca alle scommesse, compresa quella di Linton Johnson, un tempo rimbalzista di grande livello e giocatore top, ma entrato nelle ultime due stagioni in un vortice di problemi fisici da rendere la sua firma un azzardo. Colui su cui sono riposte molte delle aspettative è Landon Milbourne, in arrivo da una stagione buona al Panionios e pronto a cambiare entrambi i ruoli di ala con la sua versatilità offensiva e difensiva. Il resto sono le classiche pescate dal sommerso degli Stati Uniti: la classica firma dalla D-League, il tiratore C.J. Williams, dal cui adattamento dipende molto del bottino offensivo della squadra, e il rookie svedese Chris Czerapowicz, arrivato per impiazzare Fuquan Edwin, non risultato idoneo. Stagione che si preannuncia più difficile di quella passata, in quanto la squadra, per quanto leggermente allungatasi nelle rotazioni, non è più una sorpresa e ha perso, come detto sopra, in talento rispetto all'anno da matricola. Tocca come sempre a Moretti smentire gli scettici.
14) GRANAROLO BOLOGNA
Tempi e fasti ormai sono dimenticati, ma anche questa stagione la Granarolo Bologna sembra destinata a vedere i playoff con il binocolo pur avendo carte in regola per salvarsi con semplicità. La squadra è stata nuovamente rivoltata, il coach confermato per garantire un minimo di continuità, ma anche qui le scommesse sono tante, forse troppe. Il roster ha disposizione di Valli è abbastanza profondo e vario: la coppia Okaro White-Augustus Gilchrist è da verificare, sia per complementarità, sia per capacità di avere subito un impatto diretto su un basket che non conoscono (fondamentale sarà il ruolo di Mazzola nel dare dimensione anche tattica al reparto), mentre dal punto di vista dei piccoli si registra una netta inversione di tendenza: via i playmaker bassi alla Ware e dentro un play grosso come Gaddy, scelto per doti di distributore e per taglia fisica ideale per compensare la carenza di centimetri di Ray. Il colpo, nonché prima opzione offensiva designata, è senza dubbio la grintosa ala piccola Jeremy Hazell. Talento mai completamente esploso, dotato di grandissima autostima e proprietario di 15-20 punti nelle mani senza eccessivo sforzo. Dalle sue lune passa parte della stagione di Bologna. Leggendo il roster la salvezza non dovrebbe essere un problema, ma per arrivare più in alto la sensazione è che manchi qualcosa da un punto di vista di garanzia di concretezza, specialmente dai giocatori in panchina.
13) UPEA CAPO D'ORLANDO
Giungere in Serie A senza la promozione sul campo potrebbe essere un condizionamento psicologico, ma per far sì che tutto questo non accada la premiata ditta Sindoni&Sindoni ha costruito un giocattolo veramente attrezzato per una buona salvezza. Confermare il blocco migliore dello scorso anno è l'ideale per una facile introduzione dei nuovi arrivati al concetto Upea e quindi Nicevic, Archie, Soragna e Basile si troveranno a fare da collanti in spogliatoio prima che in campo. La matricola in panchina della massima serie Giulio Griccioli trova quindi subito senatori a cui appoggiarsi nella costruzione di un sistema di gioco in cui si troverà a fare i conti con problemi sotto i tabelloni. Nicevic ha i suoi anni, si è scelto di continuare con Archie da finta ala grande, confidando nei muscoli di Dario Hunt per garantire fisicità e presenza nel pitturato. Se si esclude questa carenza di peso il resto del roster appare equilibrato ed intrigante: Jonny Flynn, ex potenziale star NBA, vuole rilanciarsi dopo essere caduto nel baratro del fallimento (caduta verticale: chiamato altissimo al draft, delusione a Minnesota, scampoli di Houston e Portland, poi Australia, Cina e infine l'infortunio) e sembra avere i segni classici dell'uomo giusto al posto giusto. Freeman deve garantire punti ed è quello che sicuramente riuscirà a fare, mentre nella terra di mezzo tocca all'eclettico Bradford Burgess, solido giocatore in arrivo dal Belgio, fare pentole e coperchi. Sulla carta il roster dell'Orlandina ha tutto per disputare una buona stagione, le uniche perplessità sono sulla tenuta fisica degli uomini in panca, la cui età è decisamente avanzata. Qualora riuscissero a mantenere un ritmo costante per tutto l'anno siamo sicuri che la prossima estate nel ranking stagionale troveremo ancora l'Upea.
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