Valori, consulente FIP: Caso Mens Sana, complicato provare la frode sportiva
Le parole di Guido Valori, consulente della FIP, rilasciate a La Gazzetta dello Sport
Guido Valori, consulente della Federazione Italiana Pallacanestro, di cui è stato anche procuratore, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del caso Mens Sana.
Revoca scudetti vinti dalla Mens Sana. Retroattivamente è difficile agire. Non sono previste sanzioni nei confronti delle società per reati ‘economici’ a meno che non venga sollevata la frode sportiva da un’indagine della procura federale. Allora è ipoteticamente possibile arrivare anche alla revoca del titolo visto che la sanzione è prevista.
Frode sarebbe aver ‘dopato’ i bilanci con metodi illeciti costruendo in questo modo squadre più forti e aggirando i controlli. Per dimostrare che tale comportamento ha realmente favorito in campo una società ai danni delle altre occorre provare anche che l’atleta che ha beneficiato dell’essere pagato in quel modo non avrebbe accettato di giocare per quel club a condizioni meno vantaggiose. L’ipotesi di una procedura non regolare c’è ma va dimostrata.
Normativi federali non dovrebbero comportare anche sanzioni per punire ‘sportivamente’ reati del genere? Da tempo la FIP ha convenzioni con Enpals ed Agenzia delle Entrare, la Giustizia Sportiva è in difficoltà ad attuare controlli di questo tipo perché tecnicamente l’ente soggetto alla denuncia sarebbe la Lega che, così, dovrebbe denunciare i suoi associati. Ma lo sport aumenterà i propri controlli preventivi per verificare che i rapporti siano cristallini, che le spese fatte e che i soldi ricevuti abbiano un effettivo controvalore e che certi comportanti non mettano in pericolo l’equilibrio di un club e del campionato. Bisogna però non essere eccessivi come nel caso del Fair Play di Platini che ha messo fuori tutti i grandi cub.
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