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BBL 27/06/2015, 18.21

Trinchieri: basket tedesco cresce, l'Italia?ci vorrebbe un triumvirato

Evento a Milano con ospite il coach italiano campione di Germania con Bamberg che parla di basket italiano, Nazionale, mercato e di mancati incontri in birreria con l'Olimpia...

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Campioni di Germania oppure Deutscher Meister per dirla in con la lingua dei nuovi detentori del titolo tedesco guidati in panchina da coach Andrea Trinchieri e dall'assistente Federico Perego. L'ex allenatore di Cremona, Caserta, Cantù, Kazan, oltre che della nazionale greca, è ospite d'onore dell'evento che si è tenuto presso l'ottima Pizzeria Lievità a Milano in via Carlo Ravizza 11. Come sempre Trinchieri regala qualche perla grazie all'abituale schiettezza e all'eloquio di prim'ordine. Il titolo a Bamberg, i parallelismi tra basket italiano e tedesco, la Nazionale, la finale tra Sassari e Reggio e non sono mancati anche alcuni accenni di mercato. L'evento è organizzato dalla SPORT Lab e moderato dal giornalista Fabrizio Provera. E' proprio Virginio Bernardi, patron dell'agenzia SPORT Lab, a fare gli onori di casa: “Andrea dopo Messina, Scariolo e Boniciolli è l'ennesimo esempio della grande qualità dei tecnici italiani che esportano il sapere cestistico dei nostri allenatori. Quello che credo che manchi purtroppo non è la stoffa e la qualità degli insegnanti di basket ma penso che il nostro vero problema resti l'organizzazione. Ho avuto il piacere di vedere le sfide tra Bamberg e Bayern durante la finale ed ho ammirato la capacità organizzativa, di gestire gli eventi e di creare strutture. In Italia abbiamo avuto una bellissima finale tra Sassari e Reggio, tanta gente, molta passione ma si è giocato in arene non all'altezza ed inadeguate alla portata delle sfide. La lega tedesca, che non vanta di certo la nostra tradizione cestistica, è cresciuta partendo proprio dagli impianti, dalle strutture. Ora lascio la parola ad Andrea che ci spiegherà la sua avventura che lo ha visto vincere il campionato, arrivando primo in regular season e poi trionfando in gara 5 di finale”.
Prima di dissertare sulla sua esperienza teutonica coach Trinchieri inizia con una dedica speciale a Toni Cappellari (presente in sala), suo antico mentore: “Vorrei ringraziare prima di tutto Toni Cappellari, fu lui ormai oltre venti anni fa a darmi la prima occasione in questo mondo ed a spronarmi per realizzare il mio sogno, quindi grazie Toni per allora, e per oggi”. Torna subito sull'attualità e sull'argomento aperto da Bernardi sulla qualità dei nostri coach: “Tengo a dire subito che la scuola della pallacanestro italiana degli allenatori è sempre di primissima qualità. A livello assolutamente di quella tanto celebrata serba. Sulla qualità degli uomini che fanno basket in Italia ho pochissimi dubbi e ci sono tantissime persone di ottimo livello. Non è mai facile fare l'emigrante cestistico, me lo disse un grande come Ettore Messina, ovunque vai è complesso perchè comunque per qualcuno porti via un posto di lavoro ad un esponente locale. Sono felice per la vittoria, anche sorpreso, non era ne scontato ne facile con una squadra nuova. Sensazione nuova e diversa, ti fa capire tante cose, mette i puntini sulle i, dopo tante esperienze difficili o stimolanti in Italia. In Germania non ti senti un eroe, non sei ne un fallito ne un genio ne un pediatra neonatale, nessuno ti tira pomodori se perdi. Vivono lo sport in modo diverso, forse più simile alla NBA, lo spettacolo è vissuto in modo differente: ottimi palazzi, intrattenimento all'interno oltre la partita, non voglio dire migliore o peggiore, semplicemente diverso. La finale italiana è stata splendida, per pathos, emozione, equilibrio, ed i complimenti vanno genuinamente ad entrambi i contendenti. Ho visto un grande come Kaukenas giocare a 38 anni come un ragazzino e metterne 25 con disinvoltura. Ma sono convinto che il Rimas di 4 anni fa, che ho avuto il piacere di vedere in finale e che segnava da panchinaro di lusso una decina di punti a partita, non può essere più forte di quello di oggi, e questo è un segnale eloquente sul livello della nostra pallacanestro ora. Ha vinto Sassari perchè ha davvero avuto qualcosa in più, Reggio ha avuto la straordinaria chance in gara 6, poi diventa difficile gestire anche la pressione in gara 7. Soprattutto quando parti così forte poi c'è il rischio di arrivare “corti”, di non riuscire a completare il grande sforzo. Il merito di Sassari? Forse la grande capacità di Meo Sacchetti di “depenalizzare” gli errori dei suoi giocatori. Lui è così, ti toglie quella pressione a volte molto forte di sbagliare. Tornare in Italia?Risposta complessa, l'Italia è un paese straordinario, la progenie di ciò che chiamiamo Europa nasce dall'impero romano, dai greci. Sono cambiati i valori del nostro campionato ovviamente, dire che non tornerei sarebbe davvero poco elegante, magari dire che tornerei domani, beh forse ti direi che ci penserei un po'. In Germania c'è sicuramente meno competenza, noi abbiamo una tradizione incredibile, c'è gente che viene al palazzo a vedere le partite che ha visto Morse, McAdoo, Carroll, il gotha del basket. Non c'è la tradizione e la storia, sanno meno di basket, ma stanno ricucendo il gap ad ampie falcate. Il prodotto basket in Germania è più accattivante rispetto al nostro, non dico migliore ma diverso. Come si potrebbe migliorare la nostra situazione?Non posso dare certo ne consigli ne idee che giustamente non fanno parte del mio ruolo, però credo che sarebbe importante valorizzare ciò che abbiamo già. Ovvero eccellente dirigenti nel posto giusto, una meritocrazia che ci potrebbe far fare un salto in avanti. Magari un commissioner, anzi direi no meglio un triumvirato che, con le rispettive competenze, avrebbe il compito di far aumentare qualità, visibilità ed organizzazione del nostro basket. Facendo rispettare le regole, in Germania non è ammessa la finanza creativa. Fare dei nomi?Non si fanno mai, di solito quando fai un nome automaticamente è come averlo fatto silurare, meglio di no”.
Si entra nel vivo anche con altri argomenti come la Nazionale.
Guidare l'Italia? Non posso che darti una risposta pessima: se dico di no sembrerei snob, se dicessi si sembrerebbe che volessi fare le scarpe a Pianigiani, per cui entrambe non andrebbero bene. Invece sono convinto che agli europei potremo fare molto bene, anche nel girone difficile come quello di Berlino, la Germania ha giocatori fisici ma è carente nel settore guardie. Credo che noi abbiamo qualcosa di più di loro”.
L'immancabile domanda sul rapporto con l'antica alma mater Milano con accenni sibillini a birrerie ed affini (per il celebre incontro tra Proli e Banchi due anni orsono n.d.r.): “Contatti con l'Olimpia?Contatti del terzo tipo non ce ne sono stati e nessun incontro in birreria, ce ne sono tante di ottima qualità a Bamberg come potrei.....”.
Non mancano gli accenni al mercato: “Melli certamente ci piace, guardiamo a lui come a tanti giocatori in scadenza di contratto, resta però un “long shot”, molto complesso da realizzare. Percentuali di permanenza di Mbakwe?Siamo al 5%, e sono già stato largo credimi. Resto di sicuro a Bamberg il prossimo anno questo lo garantisco invece al 125% con tutto il mio staff. E vorrei aggiungere proprio l'importanza dello persone che ti stanno accanto dello staff. E' importante, direi fondamentale avere attorno il proprio gruppo di lavoro e mi meraviglio come a volte le società non lo capiscono. C'è profonda intesa che ci aiuta a sviluppare meglio tutto il lavoro in palestra e sul campo, nel calcio su questo sono ad esempio più avanti. Quando arriva un allenatore porta con se il proprio gruppo di lavoro e, come uno stormo, nel caso riprendono il volo da un'altra parte quando finisce la collaborazione con la società. E credetemi fare l'allenatore è estremamente dispendioso, fare anche il GM (come mi è capitato lo scorso anno in parte a Kazan) fare anche il mercato è totalmente fuori portata. Il coach non ha il tempo materiale per guardare il mercato, giocatori, ed il mercato va iniziato a febbraio non a giugno”.
Chiudiamo proprio con una parte dello staff di coach Andrea Trinchieri ovvero con l'assistente Federico Perego: “E' stata una bellissima stagione, era tutt'altro che facile provare a vincere il campionato, non hai la pressione come in Italia ma sicuramente sapere di far parte di una squadra che ha già vinto diversi scudetti ti impone comunque di restare ad alto livello. Le armi vincenti in finale?Il Bayern è una squadra totalmente opposta alla nostra per caratteristiche: smaliziata, esperta, con mille trucchi sul campo, noi siamo più atletici e con giocatori dai grandi istinti. E' stato importante il lavoro psicologico fatto da Andrea e da tutto lo staff per non dare eccessiva pressione ai giocatori, curando certi i particolari tecnici ma senza diventare ossessivi. Vedo qualche analogia, sia in ambito tecnico che come caratteristiche di qualche giocatore, con la Dinamo Sassari campione d'Italia”. E non poteva mancare la sorpresa finale del coach campione d'Italia Meo Sacchetti che arriva proprio a sigillare l'evento con la sua solita amabile ironia:” Non sono qui per rispondere a domande, è la conferenza stampa di Andrea è lui l'ospite d'onore. Certo che poi parla sempre talmente tanto che ho dovuto aspettare un'ora fuori dal locale per non disturbarlo”.

© Riproduzione riservata
M. Taminelli

M. Taminelli

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 14 Commenti
  • Baskettando 28/06/2015, 08.52

    sarebbe da alzare l'asticella e passare da 3500 a 4-5000 di capienza minima.
    Delle prime 4: milano sta costruendo un palazzo piu piccolo al posto di ambire al top europeo, sassari dovrebbe farne uno piu ampio, reggio e venezia alto mare.

  • stedb 28/06/2015, 01.02 Mobile

    Giusta la sottolineatura sugli impianti italiani non all'altezza

  • DANnumerouno 27/06/2015, 20.57

    Trincheri non è un pirla!! forse è per questo che siamo andati in birreria

  • MENCIA 27/06/2015, 20.53
    Citazione ( gusmanedemattei 27/06/2015 @ 19:16 )

    Secondo è uno che di basket ci ha sempre capito. Peccato il suo abbandono.

    Purtroppo il suo abbandono non e' dipeso da lui

  • gusmanedemattei 27/06/2015, 19.16
    Citazione ( MENCIA 27/06/2015 @ 18:59 )

    Oltre a Cappellari poteva anche ringraziare Secondo Triboldi che gli ha permesso di allenare in serie A ed avviarsi ad una bellissima carriera come allenatore.Soresina e Cremona sono state il suo trampolino di lancio.

    Secondo è uno che di basket ci ha sempre capito. Peccato il suo abbandono.

  • Grenoble83 27/06/2015, 19.07 Mobile

    Immenso. Aulico. Il nuovo vate da tre giri di pista a tutti.

  • MENCIA 27/06/2015, 18.59
    Citazione ( Liz46 27/06/2015 @ 18:39 )

    Scusate la precisazione,Andrea Trinchieri non è mai stato allenatore di Cremona ma di SORESINA.

    Oltre a Cappellari poteva anche ringraziare Secondo Triboldi che gli ha permesso di allenare in serie A ed avviarsi ad una bellissima carriera come allenatore.Soresina e Cremona sono state il suo trampolino di lancio.

  • Pietrone01 27/06/2015, 18.57 Mobile
    Citazione ( VanZandt 27/06/2015 @ 18:46 )

    o anche vedere nelle serie minori città come livorno che un palazzetto da 8500 persone ce l'anno

    Più che altro la FIP che palazzetti in quel modo li ha a disposizione e non li sfrutta!

  • tatao02 27/06/2015, 18.56

    Trinchieri ha una voglia matta di tornare in Italia.

  • DanilopJC 27/06/2015, 18.54 Mobile

    Vedere chi è ora il Trinca, e pensare che a Caserta l'abbiamo cacciato praticamente a pedate nel sedere.. Ora uno dei migliori nel panorama italiano.

  • VanZandt 27/06/2015, 18.46

    o anche vedere nelle serie minori città come livorno che un palazzetto da 8500 persone ce l'anno

  • RedMambaPT 27/06/2015, 18.44

    Trinchieri dice sempre cose molto interessanti

  • Liz46 27/06/2015, 18.39

    Scusate la precisazione,Andrea Trinchieri non è mai stato allenatore di Cremona ma di SORESINA.

  • McEron 27/06/2015, 18.30 Mobile

    Basterebbe incominciare a fare palazzetti da 6.000/7.000 posti in tutta Italia, vedere città con una tradizione mille volte superiore al Bayern monaco come Cantù e Sassari o la reyer giocare in quei palazzetti ti fa piangere