Istanbul sede della Final Four di EuroLeague e di Eurobasket: abbiamo scritto a EL, FIBA e FIP
Dopo l'ennesimo attentato nella città turca abbiamo deciso di prendere posizione: la sede di Istanbul va cambiata per garantire a tutti di vivere serenamente questi due grandi eventi di pallacanestro
Sabato Istanbul è stata scossa dall'ennesimo attentato in cui sono morte oltre 40 persone dove i feriti sono stati oltre 100.
Il doppio attentato, un'autobomba ed un kamikaze, ha avuto luogo fuori dal nuovissimo stadio del Besiktas, a poche ore dalla fine della partita di calcio tra lo stesso Besiktas ed il Bursaspor. E se gli obiettivi sembravano essere dei poliziotti in tenuta antisommossa che da poco avevano finito il turno per la partita di calcio, tra le vittime si contano anche dei civili.
Queste sono le email (molto simili) che abbiamo appena spedito ad EuroLeague, FIBA e FIP. Abbiamo deciso di farlo perché Istanbul ospiterà nel 2017 due tra gli eventi più importanti della pallacanestro europea, la Final Four di EuroLeague a maggio, ed Eurobasket (un girone oltre all'intera fase finale).
E se nel 2015 si è deciso di togliere all'Ucraina Eurobasket, riteniamo che con una scelta forte, anti-economica, sia EuroLeague che FIBA debbano tornare sulle proprie posizioni e spostare la sede anche dei due eventi in programma tra pochi mesi. E pensiamo che la prima mossa di Gianni Petrucci, che tra pochi giorni verrà confermato come presidente della FIP, debba essere quella di riunire le varie federazioni e fare pressione affinché la FIBA cambi la sede di Istanbul per Eurobasket. Senza considerare che con una scelta scellerata tra poco le nazionali Under 18 saranno tutte a Samsun, sempre in Turchia, per un Europeo che non doveva essere disputato in quel luogo, soprattutto dopo essere stato posticipato a luglio in seguito al fallito golpe in Turchia.
Gentile EuroLeague/FIBA,
scriverò questa email sia in italiano perché è la mia lingua e quindi, per un argomento così importante, la ritengo più appropriata, sia in inglese.
L’attentato di sabato notte ad Istanbul, fuori dallo stadio del Besiktas, a poche ore dalla fine di una partita di calcio, quella tra il Besiktas ed il Bursaspor, mi ha lasciato sotto shock.
Mi ha shockato perché nel 2017 la città turca ospiterà ben due eventi di pallacanestro che io, da giornalista, intendo seguire: ovvero la Final Four di EuroLeague ed Eurobasket.
E se fino a sabato pomeriggio ero sicuro e certo di voler prenotare il viaggio insieme ai miei colleghi ed amici sia per la Final Four che per Eurobasket, ora ho paura di farlo.
Ho paura per la mia incolumità visto che in un attentato come quello di sabato, anche se l’obiettivo principale sembravano essere dei poliziotti, hanno perso la vita anche dei civili e tanti sono rimasti feriti. Ed ho paura per la mia famiglia ed i miei amici che sapendomi ad Istanbul vivranno momenti di terrore. Perché si è ad un punto in cui si sa che si parte e si arriva, ma il ritornare non è così certo.
Ho partecipato sino ad ora a sette Final Four di EuroLeague consecutive, due Eurobasket, un Mondiale, una Final Eight di EuroCup e mai ho avuto paura. Ma ho sempre visto questi momenti come giorni in cui intrecciare nuovi rapporti, rivedere amici e colleghi da tutto il mondo e viaggiare insieme a loro, oltre che, cosa più importante, godermi dell’ottima pallacanestro e informare i tanti utenti del sito Sportando che giornalmente ci seguono.
Sono stato vostro ospite proprio ad Istanbul nel mese di settembre, per 24 ore. E l’hotel era proprio nel quartiere Besiktas, a pochi metri dallo stadio, dove siamo passati per due volte con un pulmino. Ed ora vedo le immagini che arrivano da Istanbul e un brivido corre lungo la mia schiena.
Perché se le squadre e tutti gli staff saranno sicuramente al sicuro, con il massimo della protezione da parte di polizia, esercito e magari anche servizi segreti, quale garanzia darete ai media accreditati che verranno ad Istanbul per più giorni? E quale garanzia di incolumità offrirete anche ai tanti tifosi (che, secondo la mia umile opinione non saranno poi così tanti perché nessuna se la sente di rischiare la vita per una partita di pallacanestro?). So bene che anche nel posto più sicuro al mondo è impossibile garantire il 100% di incolumità visto i tempi in cui viviamo, ma sapere che qualche cosa verrà fatta, sicuramente potrebbe fare stare più tranquilli tutti quanti.
Questo penso sia il punto più importante. Il CEO Jordi Bertomeu nel corso della conferenza stampa in cui Istanbul fu ufficializzata come sede della Final Four del 2017 disse che non bisogna farsi impaurire dal terrore, perché gli attentati sono accaduti anche in città come Parigi e Brussells o Nizza. Ma io, e sono certo anche tanta altra gente, andrebbe senza problemi in qualsiasi altra città europea senza timore di poter rischiare la vita.
Cosa che purtroppo non può essere garantita ad Istanbul.
Capisco perfettamente gli interessi economici che ci sono dietro essendo la EuroLeague una organizzazione privata, dei club (Capisco perfettamente gli interessi economici che ci sono dietro la scelta di Istanbul come sede sia di un girone che dell’intera fase finale di Eurobasket). Ma lo spettacolo non viene fatto solo dai protagonisti in campo. Lo spettacolo viene anche offerto grazie ai media presenti sul campo ed ai tanti e festosi tifosi che ogni volta accorrono all’evento più importante dell’anno per quanto riguarda i club e non le nazionali.
Manderò la stessa email anche alla FIBA, cambiandone qualche parte, perché anche da loro vorrei avere una risposta riguardante che meccanismi verranno attivati per garantire l’incolumità pressoché assoluta dei giornalisti e dei tifosi al seguito, anche di coloro che non potranno alloggiare nell’hotel della Euroleague. Perché la pallacanestro, come ben sapete, non è il calcio. E molti dei giornalisti che ogni anno affollano la tribuna stampa, si pagano anche da soli il viaggio pur di assistere a tanto spettacolo.
La mia speranza, ovviamente, è che decidiate di cambiare la sede della Final Four (La mia speranza, ovviamente, è che decidiate di cambiare la sede di Istanbul per Eurobasket come fatto, in maniera giusta, due anni fa con l’Ucraina che viveva una enorme crisi politica.). Sarebbe un gesto fortissimo, anche considerando che a breve verranno messi in vendita i biglietti, ma anche un gesto giusto. Perché il mondo, semmai dovesse succedere qualcosa in quei giorni, è stanco poi di lanciare gli hashtag #JeSuisIstanbul o #JeSuisCharlie o qualsiasi altra cosa vogliate. Basta arrivare tardi. Penso sia giunto il momento di prendere delle posizioni forti, anche se scomode e anti-economiche.
Sicuramente questa non è una mail formale, ma è una mail che è stata scritta di getto, col cuore, perché quello che è successo ad Istanbul nella notte di sabato (e non è la prima volta quest’anno nella città turca senza considerare gli attentati che accadono altrove ma sempre nella nazione) non può passare sotto silenzio.
E noi, che vogliamo essere come sempre al seguito del vostro torneo, meritiamo una vostra risposta.
Questa mail verrà resa pubblica sul sito Sportando così come la vostra risposta, sperando che arrivi.
Cordiali Saluti
Emiliano Carchia
Gentile FIP,
ho inviato due email simili sia alla EuroLeague che alla FIBA in seguito al sanguinoso attentato di Istanbul di sabato, appena fuori dallo stadio del Besiktas, in cui hanno perso la vita oltre 40 persone con centinaia di feriti.
Istanbul nel 2017 sarà la sede della Final Four di EuroLeague ma anche di un gruppo di Eurobasket 2017 nonché dell’intera seconda fase del torneo continentale.
E la Turchia, con una decisione scellerata, ospiterà a brevissimo anche l’Europeo Under 18 a Samsun, posticipato a luglio dopo il fallito golpe.
Scrivo per dire che l’attentato mi ha shockato e con me tanti altri colleghi e tifosi che hanno (avevano?) in programma di seguire questi due grandi eventi. Soprattutto il secondo dato che sarà impegnata la nostra nazionale, ovviamente con la speranza che arrivi alla fase di Istanbul.
E se fino a sabato pomeriggio ero sicuro e certo di voler prenotare il viaggio insieme ai miei colleghi ed amici sia per la Final Four che per Eurobasket, ora ho paura di farlo.
Ho paura per la mia incolumità visto che in un attentato come quello di sabato, anche se l’obiettivo principale erano dei poliziotti, hanno perso la vita anche dei civili ed in centinaia sono rimasti feriti. Ed ho paura per la mia famiglia ed i miei amici che sapendomi ad Istanbul vivranno nel panico per più giorni. Perché si è ad un punto in cui si sa che si parte e si arriva, ma il ritornare sani e salvi non è più così certo.
Ho partecipato sino ad ora a sette Final Four di EuroLeague consecutive, due Eurobasket, un Mondiale, una Final Eight di EuroCup e mai ho avuto paura. Ma ho sempre visto questi momenti come giorni in cui intrecciare nuovi rapporti, rivedere amici e colleghi da tutto il mondo e viaggiare insieme a loro, oltre che, cosa più importante, godermi dell’ottima pallacanestro e informare i tanti utenti del sito Sportando che giornalmente ci seguono.
Ma se le squadre e tutti gli staff saranno sicuramente al sicuro, con il massimo della protezione da parte di polizia, esercito e magari anche servizi segreti, quale garanzia sarà data ai media accreditati che arriveranno ad Istanbul per più giorni? E quale garanzia di incolumità sarà offerta anche ai tanti tifosi (che, secondo la mia opinione non saranno poi così tanti, perché nessuna se la sente di rischiare la vita per una partita di pallacanestro?). So bene che anche nel posto più sicuro al mondo è impossibile garantire il 100% di incolumità, visto i tempi in cui viviamo, ma sapere che qualche cosa verrà fatta, sicuramente potrebbe fare stare più tranquilli tutti quanti.
Capisco perfettamente gli interessi economici che ci sono dietro la scelta di Istanbul come sede, sia di un girone che dell’intera fase finale di Eurobasket. Ma lo spettacolo non viene fatto solo dai protagonisti in campo. Lo spettacolo viene anche offerto grazie ai media presenti sul campo ed ai tanti e festosi tifosi che ogni volta accorrono all’evento più importante dell’anno per quanto riguarda i club e non le nazionali.
La speranza, non solo mia ma di tanti addetti ai lavori e tifosi, è che la sede di Istanbul venga sostituita con una più sicura.
E sarebbe sicuramente bello che questa richiesta possa partire dalla Federazione Italiana, magari come prima mossa del secondo mandato del presidente Petrucci che a breve verrà rieletto. E’ stato fatto con l’Ucraina per l’edizione del 2015, sarebbe giusto farlo anche con Istanbul.
Perché il mondo, semmai dovesse succedere qualcosa in quei giorni, è stanco poi di lanciare gli hashtag #JeSuisIstanbul o #JeSuisParis o qualsiasi altra città colpita da un attentato. Basta arrivare tardi. Penso sia giunto il momento di prendere delle posizioni forti, anche se scomode e anti-economiche.
Sicuramente questa non è una mail formale, ma è una messaggio che è stato scritta di getto, col cuore, perché quello che è successo ad Istanbul nella notte di sabato (e non è la prima volta quest’anno nella città turca, senza poi considerare gli attentati che accadono altrove ma sempre in Turchia) non può passare sotto silenzio.
E noi, che vogliamo essere come sempre al seguito dell’Italia, come nel mio caso accaduto dal 2013 ad oggi, meritiamo una vostra risposta.
Questa mail verrà resa pubblica sul sito Sportando così come la vostra risposta, sperando che arrivi.
Cordiali saluti
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