Bertomeu risponde all’Unicaja: Non ha senso protestare ora, avevano già perso la licenza A
Il direttore esecutivo della Euroleague è stato intervistato da 'Diario Sur'
(Ciamillo & Castoria)
Jordi Bertomeu ha rilasciato un’interessante intervista a ‘Diario Sur’, quotidiano di Málaga, parlando delle polemiche riguardanti l’Unicaja. Non solo, il direttore esecutivo della Euroleague Basketball ha rilasciato alcuni dettagli sulla vicenda, parlando anche del nuovo modello, delle squadre che ne fanno parte e del sistema di qualificazione, con ovvi paragoni al modello proposto dalla FIBA. Queste le sue dichiarazioni:
L’Unicaja rimane fuori dalla nuova Eurolega dopo aver perso la licenza A. Era già stato deciso che nella nuova competizione ci fosse spazio solo per i club con licenza A?
Bisogna chiarire innanzitutto che l’Unicaja gioca quest’anno l’Eurolega con una licenza B guadagnata nella Liga ACB. Ciò vuol dire che all’Unicaja non è stato tolto alcun diritto, tanto per cominciare. Il club aveva già perso la licenza A per via di un nuovo accordo con la ACB. Non sappiamo se il prossimo anno tornerà a guadagnarsi la qualificazione all’Eurolega. La nuova competizione a 16 squadre era stata pianificata in ogni caso anche dalla FIBA, che comunque non aveva incluso l’Unicaja. Quello che abbiamo fatto noi è stato adattarci a questo modello ed includere le 11 squadre che hanno un contratto (ossia la licenza A). Ora vedremo come arrivare a completare le 16 partecipanti.
È però vero che l’Unicaja ha giocato sempre l’Eurolega nelle ultime 15 stagioni, 11 delle quali chiuse nella Top 16. Non crede che club di profilo alto come questo avrebbero dovuto essere considerati maggiormente nei piani futuri?
Questo dipende da come lo si vede. Perché allora se si include l’Unicaja, cosa succede con chi vince la Liga ACB? Avremmo cinque club spagnoli su sedici totali? Non avrebbe molto senso. C’era un progetto che prevedeva 11 squadre. L’Unicaja è stato per molti anni in Eurolega e lo ha fatto con merito. Quando le cose non gli andavano bene, li abbiamo difesi.
Sì, però allora l’Unicaja rispettava tutti i requisiti…
È vero, ma anche allora c’erano squadre che si lamentavano perché erano arrivate quarte in Liga e non partecipavano all’Eurolega mentre l’Unicaja sì, nonostante fosse arrivato nono (stagione 2011/12, ndr.). Non è vero? Li ho difesi quando in Spagna tutti li criticavano. È la stessa situazione attuale. Oggi l’Unicaja non rispetta tutti i requisiti perché non ha una licenza A, quindi non può reclamare un diritto che non ha. C’è stata una riduzione a 16 squadre e 11 di queste sono quelle che hanno un contratto. L’Unicaja ha perso questo diritto lo scorso anno. Lo ripeto, non gli è stato tolto niente. Hanno perso la licenza l’anno scorso a causa della pressione delle altre squadre della Liga ACB, che dura da molti anni. Sono stati applicati gli stessi requisiti che nel 2008 diedero la licenza all’Unicaja. Ora potevano esserne considerati altri, ma questo è un altro discorso.
Parliamo allora del fatto che sembra ingiusto ridurre il taglio alle sole squadre con licenza A.
Tutti quelli che non vivono la situazione dall’interno pensano che sia ingiusto, e questo è umano e rispettabile. Nel progetto a 16 squadre, ci sono 11 contratti che non si possono rompere. Come faremo allora per assegnare i 5 posti rimanenti? È quello di cui stiamo discutendo. Quello che posso dire per certo è che non torneremo ad una Eurolega a 24 squadre.
Ad oggi, squadre come il Real, Il Maccabi, Milano o lo Zalgiris, tutti facenti parte del nuovo progetto, potrebbero non qualificarsi alle Top 16. Questo potrebbe cambiare qualcosa nella nuova Eurolega ancor prima che nasca?
È lo stesso ragionamento di quando Valencia o Bilbao arrivavano terzi e non andavano in Eurolega. Alcuni anni fa i tifosi di Valencia vedevano che la loro squadra era migliore di altre però non giocava l’Eurolega. Si tratta di percezioni, poi però vengono le regole. Potrebbe essere corretto oggi dire ad esempio che Zalgiris e Milano non assicurano un determinato livello sportivo, ma ci sono delle regole. Ed è il motivo per cui Zalgiris e Milano fanno parte di questo progetto. Ricordo, ed insisto, che è stata la ACB a chiedere la riduzione per le squadre spagnole ed è per questo che l’Unicaja ha perso la sua licenza. Non è colpa dell’Eurolega o di Jordi Bertomeu.
Da quando è stato annunciato il nuovo progetto l’ha chiamata qualcuno dell’Unicaja?
No, sono stato io a contattare il presidente dell’Unicaja. Abbiamo avuto una conversazione di più di un’ora. Ognuno ha spiegato il proprio punto di vista e come è logico, a lui non piaceva il mio. Gli ho spiegato le stesse cose che sto spiegando oggi. Se non ci fossero stati cambi, che certezza aveva l’Unicaja di giocare l’Eurolega? Non aveva comunque assicurata la sua presenza. Se ad un certo punto si decide che il campione della ACB si qualifica direttamente all’Eurolega, l’Unicaja si troverebbe nella stessa situazione attuale, che è la stessa dello scorso anno. Qualcuno crede che io sia contento di ciò che accade all’Unicaja, ma non è così, anche perché hanno uno sponsor importante, forse il più longevo d’Europa. Semplicemente una competizione a 24 squadre non è più sostenibile.
Però non è lo stesso qualificarsi anno dopo anno che avere un posto assicurato…
Ma questo già capitò qualche anno fa quando ha perso la sua licenza. Ricordo che nel formato della FIBA, il campione della Liga fa parte del girone di qualificazione a 32 squadre, mentre nella nuova Eurolega ancora non è stato deciso. Capisco che non siano d’accordo perché hanno lavorato molto e sono un club modello. Però il Bamberg potrebbe dire lo stesso. Il Bamberg di certo non gioca l’Eurolega da 15 stagioni consecutive né la Top 16 da 11, però potrebbe dire lo stesso. L’Unicaja dice che se non ci fosse stata la FIBA ad intromettersi, loro avrebbero giocato sicuramente l’Eurolega. Esiste un accordo di questo tipo? No, mi hanno solo chiesto che se ci fosse stato un posto vacante loro sarebbero stati interessati. E questo è legittimo.
Esiste la possibilità di un invito per la fase preliminare?
Sarà una fase ad 8 squadre, ma è qualcosa che deve ancora essere discusso con le varie leghe. Vogliamo che ci sia consenso. Poi sarà deciso cosa fare con la quarta squadra spagnola.
Ha menzionato il progetto FIBA. C’è la sensazione che sia stata una delle cause per il cambio improvviso di regole.
No. Non si può trovare all’improvviso qualcuno come IMG che investa 350 milioni di euro. Non ci sono così tanti soldi per la pallacanestro in Europa. È un’impresa leader nel mondo, ha presentato un progetto ed i club lo hanno accettato. Nel progetto della FIBA non c’è niente di così concreto. Ci sono ancora punti rimasti in sospeso, ma è perché vogliamo discuterne con le leghe nazionali.
In una dichiarazione recente ha elogiato il modello di gestione di Baskonia. Non ha alcun dubbio sul mantenerlo nella nuova competizione vista la situazione attuale ed il recente passato?
Tutti i club vivono momenti positivi e negativi, tanto in campo come fuori. Però il Baskonia è un caso interessante, perché ha risorse limitate ed è cresciuto costantemente. Ha giocato tre Final Four, vari playoffs e porta molti spettatori al palazzetto. Abbiamo elogiato anche l’Unicaja per il suo sistema di vendita dei biglietti.
Ha parlato anche del Fair-Play finanziario, e pare che Baskonia e Zalgiris non siano in regola con i conti.
Sì che sono in regola, perché il Fair-Play finanziario si applicherà dalla prossima stagione. Non bisogna pensare a vicende passate.
Però c’è la possibilità che uno dei club partecipanti alla nuova Eurolega perda il posto se non è in regola.
Sì, assolutamente.
Lei ha dichiarato che aveva un’affinità personale con il presidente di Baskonia, Josean Querejeta. Questo è stato preso male a Málaga, viste le recenti vicende.
Io sono molto professionale. Ho un’affinità personale con lui perché lo conosco professionalmente da decine di anni. Ha giocato per me quando era ancora un giocatore, è stato il primo presidente della ABP con cui trattai un accordo collettivo e ora è presidente di Baskonia. Ho rapporti con lui da 25 anni. Ma ho un buon rapporto anche con Eduardo García (presidente dell’Unicaja Málaga, ndr.).
L’Unicaja le ha dato disponibilità in caso ci sia un posto vacante. Dopo il recente comunicato in cui ha criticato il suo modello considerandolo pericoloso per la pallacanestro spagnola, cambia qualcosa? Hanno lasciato aperta la porta alla FIBA, secondo lei è possibile che facciano parte di una lega parallela? Perderebbe opzioni future in tal caso?
Rispetto la loro opinione. Hanno espresso la loro frustrazione, però non hanno detto tutta la verità, e cioè che non gli è stato tolto alcun diritto. Loro devono pensare a cosa è meglio per loro. Se pensano che il meglio per il club è giocare in un torneo in cui non giocano contro le migliori d’Europa possono farlo. La loro storia non dice questo. I club che hanno l’ambizione di competere contro i migliori non possono andarsene quando hanno la possibilità di farlo. Magari l’Unicaja giocherà l’Eurolega l’anno prossimo, perché con il nostro modello è possibile, con quello della FIBA no. Alcuni anni fa ci siamo scissi dalla FIBA per poi ricongiungerci. Nessuno ha trattato male i club che erano stati dalla parte della FIBA, ma si tratta di 15 anni fa. Uscire dalla Euroleague Basketball ora è differente, e sarebbe più complicato rientrarci.
Domani a Málaga giocherà il Maccabi ed i tifosi dell’Unicaja stanno preparando una protesta contro il nuovo modello di Eurolega. È la prima volta che succede qualcosa del genere in Europa, con le televisioni che trasmetteranno le immagini in diretta. La cosa avrà un certo risalto…
Bisogna rispettarlo. È successa la stessa cosa quando la UEFA estromise il Málaga dalla Champions League. Però i tifosi devono sapere come stanno realmente le cose. Questa situazione e le proteste avrebbero avuto senso un anno fa, perché è stato allora che l’Unicaja ha perso la sua licenza, non ora. Però attenzione, non è ancora detto che l’anno prossimo non possa giocare l’Eurolega, con le attuali regole.
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