I nuovi Warriors
Mark Jackson dovrà confermare il suo valore alla guida di un roster molto promettente
L'anno scorso di questi tempi in pochi avrebbero scommesso sui Warriors come una delle squadre protagoniste della Western Conference, prima in regular season e poi nei playoff. Erano troppi i dubbi sulle condizioni fisiche di Curry - c'è da dire che le precarie condizioni delle sue caviglie hanno aiutato i Warriors nella negoziazione per il rinnovo, chiuso a 44 milioni per quattro stagioni -e Bogut per poter pensare ad un simile risultato.
Durante la offseason i Warriors sono stati nuovamente protagonisti, e con una serie di scambi e firme di free agent sono entrati nella corsa ad Howard, ed una volta fallito il piano A non si sono fatti trovare impreparati e hanno aggiunto Andre Iguodala - tremendo difensore il cui impatto ha cambiato totalmente la difesa dei Nuggets lo scorso anno- , Marreese Speights -le sue cifre nelle 39 gare giocate a Cleveland proiettate sui 36 minuti: 19.8 punti e 9.8 rimbalzi, ottimo tiratore dalla media distanza - e Toney Douglas - una volta scambiato ai Kings, Douglas è stato l'eroe silenzioso della crescita in attacco dei californiani, risultando il migliore dei suoi nella differenza tra punti segnati e punti subiti ogni 100 possessi nelle 22 gare giocate, Abbastanza diverso dal giocatore che dovrà sostituire (Jarrett Jack), ma ugualmente in grado di giocare play in attacco e guardia in difesa, in modo da consentire a Curry di giocare sui blocchi da shooting guards -, oltre a Jermaine O'Neal - come Grant Hill ed altri prima di lui, rinato grazie alle cure dei trainer di Phoenix - ed i rookies Nemanja Nedovic e Seth Curry.
Probabilmente 'il' quesito principale che riguarderà Golden State nella prossima stagione è quello dell'assetto tattico: continuare con la versione small che ha prodotto risultati sorprendenti nei playoff, oppure tornare al lineup con due lunghi classici che ha portato la qualificazione ai playoff?
La versione small è nata quasi per caso in seguito all'infortunio di David Lee ed il conseguente spostamento del rookie Harrison Barnes nella posizione di finta power forward.
Il rookie da North Carolina è passato dai 9.2 punti e 4.2 rimbalzi della regular season ai 16.2 con 6.4 rimbalzi nei playoff, risultando decisivo specialmente nella serie contro i Nuggets:
La prima è la mappa di tiro di Harrison Barnes nelle 6 gare contro Denver - contro gli Spurs alzerà la media punti ma diminuirà notevolmente l’efficacia nel tiro da tre, passando dal 40% al 30% delle 6 gare contro Duncan e company-. La seconda mappa di tiro documenta la 'sparatoria' di Curry e compagni nelle tre gare al Pepsi Center, con ben 33 triple segnate sulle 75 tentate. Molti appassionati NBA durante quella serie saranno tornati indietro con la mente allo storico upset firmato dai Warriors di Don Nelson nel 2006/07 contro i Dallas Mavs
Quella squadra correva più di chiunque altro nella NBA - 99.2 possessi a gara- , e riuscì ad entrare nei playoff vincendo 16 delle ultime 21 partite di regular season, mandando in delirio il fedelissimo pubblico della Oracle Arena - anche il famoso tormentone 'We Believe' venne 'coniato' da un semplice tifoso, che non si sapettava di certo le ventimila magliette con lo slogan stampato che fecero preparare i Warriors prima di gara 3 contro Dallas. In generale la tifoseria dei Warriors è una delle più 'europee', sempre fedeli in gran numero nonostante le tante stagioni passate senza reali ambizioni -.
Contro Dallas l'unico lungo vero utilizzato fu Andris Biedrins - 18.7 minuti nella serie -, il resto dei minuti li giocarono Baron Davis - 25 punti di media 54% dal campo, 45% da tre, 6.2 rimbalzi, 5.7 assist-, Stephen Jackson - 22.8 punti, 45% dal campo, 47% da tre, 7.2 viaggi in lunetta per gara -, Jason Richardson -19.5 punti con il 51% dal campo, 34% da tre, 6.8 rimbalzi-, Matt Barnes, Mickael Pietrus, Monta Ellis e Al Harrington.
Con l'arrivo di Iguodala - in questo senso è da segnalare anche la crescita di Kent Bazemore, gran difensore su diverse tipologie di giocatori - non è da escludere a propri un simile assetto, con Bogut da totem e quattro esterni, che però escluderebbe un David Lee a sua volta reduce dalla convocazione all'All Star Game e fondamentale in attacco - dove i Warriors hanno tirato tantissimo dalla media/lunga distanza, finendo penultimi NBA nella Expected field goald percentage, statistica che calcola l'efficienza della selezione di tiro - nel terzo posto NBA dei suoi a rimbalzo - ottavi in percentuale totale di rimbalzi con il 51.3%-.
Su Lee sono circolati anche alcuni rumors su una eventuale trade, ma non sarà facile ottenere una contropartita adeguata, anche per il notevole ammontare del suo contratto - oltre 44 milioni nei prossimi 3 anni -.
Le perdite di Jarrett Jack e Carl Landry erano da preventivare, entrambi hanno sfruttato al meglio la 'tendenza' di alcuni gm NBA a pagare alti stipendi per giocatori che disputano buoni playoff - Jack prenderà 25.2 milioni in quattro anni ai Cavs, mentre Landry ne guadagnerà 26 sullo stesso periodo ai Kings, cifre che avrebbero impedito ai Warriors diversi movimenti-
Con il roster attuale Mark Jackson - che non avrà più nello staff Brendan Malone- avrà comunque ogni possibilità di cambiare assetto in base all'avversario, un vantaggio non da poco, a patto che la squadra riesca a fare proprie tutte le varie opzioni.....
'We believe' , and you?
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