I 'Nuovi' Pelicans
A New Orleans si aspettano grandi cose dopo la offseason che ha portato in Louisiana gente come Jrue Holiday e Tyreke Evans
Una delle tante indicazioni emerse dalla offseason riguarda la Western Conference: escludendo Phoenix , Utah e Sacramento, tutte le altre squadre al via hanno la legittima ambizione di centrare l’appuntamento con i playoff, ed è realistico pensare che per le ultime due/tre posizioni sarà battaglia fino alla fine.
Una di queste franchigie è senza dubbio New Orleans, che con una serie di movimenti sul mercato ha costruito un roster giovane e competitivo.
Uno dei motivi dietro la scelta di abbandonare il ‘modello Thunder’ - molto ma molto in breve: costruire con pazienza attraverso il draft contando molto sullo sviluppo dei giocatori scelti. Se Demps avesse continuato questo tipo di percorso, in futuro non sarebbe stata male una coppia Noel-Davis a protezione del ferro... - per una strategia più aggressiva è senza dubbio il dato sul pubblico della New Orleans Arena , che con 565.930 presenze è stato il penultimo della NBA.
Quando una squadra NBA cerca di velocizzare il processo di crescita spesso firma dei veterani, gente con esperienza e doti ben definite - i classici ‘specialisti’- da affiancare alle proprie superstar. I Pelicans , non avendo ancora una stella di prima grandezza -in attesa dell’auspicata crescita di Anthony Davis- e ben consci della difficoltà ad attrarre free agent di alto livello nella loro realtà economica, hanno puntato forte sul talento in tutte le posizioni, confidando nella capacità di Monty Williams di amalgamare vecchi e nuovi..
I Nuovi arrivi
Il grosso dell’investimento - sia tecnico che economico - è stato fatto per Jrue Holiday e Tyreke Evans, di secondo piano ma comunque funzionali al progetto gli arrivi di Greg Stiemsma, Anthony Morrow e Jeff Withey, fino alle recenti aggiunte di Lance Thomas e del rimbalzista da Syracuse Arinze Onuaku.
Holiday e Evans, al pari di Eric Gordon - che stando alle dichiarazioni estive sembra più motivato di quanto lo era la scorsa stagione (quando cercò inutilmente di forzare il suo passaggio ai Suns), anche perchè condivide con i due nuovi arrivi un passato da dominatore nei circuiti estivi AAU per liceali -, Ryan Anderson ed Anthony Davis - unico ancora con il contratto da rookie -, hanno contratti a lunga scadenza, condizione ideale per potersi dedicare solo ai risultati di squadra - dovrebbe essere sempre così, ma sono numerosi gli esempi di atleti che in scadenza di contratto antepongono le proprie cifre al bene della squadra…-
Holiday nella prima stagione da leader offensivo ha dimostrato una capacità realizzativa notevole - nelle prime 53 gare giocate (record 23 vinte e 30 perse) ha fatto registrare 19.2 punti (45.8% dal campo, 36.4% da tre), 4.2 rimbalzi, 8.6 assist e 1.5 rubate (anche 4 perse, in parte giustificabili dalle pochissime opzioni offensive valide del roster dei 76ers). Nelle rimanenti 25 gare (11 vinte, 14 perse) è sceso a 14.6 punti e 6.8 assist, tirando con il 36.7% dal campo (33% in trasferta, con la perla del 2 su 24 in casa dei Bovcats/Hornets) - , senza perdere di efficacia sia come regista che nella propria metà campo - Jrue è presente in pratica in tutti i migliori quintetti difensivi schierati per almeno 50 minuti dai 76ers, che sono stati quindicesimi NBA nella scorsa stagione per punti subiti ogni 100 possessi. Il principale problema della squadra era in attacco, dove hanno chiuso al quintultimo posto sempre per punti segnati ogni 100 possessi-. Il calo nella seconda parte di stagione è comprensibile se si considera che A non ha avuto per la prima volta in carriera il supporto di Iguodala - che aiutava molto anche in regia - e B che nelle intenzioni dei 76ers avrebbe dovuto dividere il palcoscenico con Andrew Bynum - di conseguenza è passato in una stagione dal 21.8% al 26.4% di possessi di squadra da lui finalizzati, valore superiore a quello di realizzatori come Monta Ellis e Jr Smith, tra i playmaker titolari hanno avuto un dato superiore solo Westbrook (32.4%), Wall(29%) e Tony Parker (28%), tutti giocatori più abituati a portare sulle spalle il peso dell'attacco - e, anche se in misura minore, di Evan Turner . A New Orleans avrà abbastanza armi in attacco per diminuire le iniziative personali, cercando magari di ridurre al minimo i tiri dalla media distanza.
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Sopra c'è la mappa di tiro di Holiday per la stagione, da notare la differenza nelle percentuali rispetto a quella relativa alle prime 53 gare giocate:
L'upgrade rispetto a Greivis Vasquez è ovvio in termini di capacità difensive, atletiche, di intensità e di margine di crescita. Anche se ormai è al secondo contratto NBA, Holiday ha da poco compiuto 23 anni , ad esempio è appena un mese più 'vecchio' di Damian Lillard.
Su Tyreke Evans in molti sono scettici, sia per il valore del contratto firmato - circa 44 milioni in 4 stagioni, a scendere dai circa 11.7 milioni di questa stagione ai circa 10.2 del 2016/17 - che per le tutto sommato deludenti tre stagioni che hanno seguito quella strepitosa del debutto, nella quale Evans entrò a far parte del ristrettissimo club di giocatori in grado di superare 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media da debuttanti. Prima di lui solo Oscar Robertson, sua maestà Michael Jordan e LeBron James....
Nell'analizzare il calo delle ultime tre stagioni rispetto alla prima è giusto considerare A l'arrivo di Cousins ad occupare costantemente l'area ed a reclamare palla in post - privando spesso Evans degli spazi per andare fino in fondo a canestro, il punto di forza del suo gioco - e B l'assurda situazione dei Kings durante quel periodo, determinata in parte dai colpi di testa di Cousins, ma specialmente dalla gestione degli ex owners, i fratelli Maloof, che ne hanno fatte veramente di ogni, quasi a giustificare la 'non difesa' di un roster costruito malissimo e senza nessuna ambizione di postseason....
Durante questo periodo Evans è stato spostato più volte di ruolo, e solo nell'ultima annata ha ritrovato un minimo di continuità - career high il 33% da tre, il 47.8% dal campo e le 'sole' 2 perse a partita - giocando da incursore al fianco di Isaiah Thomas e John Salmons in un finale di stagione che ha visto i Kings a 107.1 punti segnati nelle ultime 32 partite.
Inoltre Evans rispetto alle annate precedenti non ha condizionato in negativo l'efficacia al tiro da fuori della sua squadra - 36.1% con Tyreke in campo, 36.5% quando era in panchina - ed ha difeso più che discretamente su guardie e ali piccole, risultando il migliore della sua squadra per produzione totale nel confronto con il proprio avversario diretto.
11 milioni di media a stagione sono una bella cifra, ma Evans ha tutte le carte in tavola , sia fisiche che tecniche e su entrambi i lati del campo, per integrarsi alla grande in un sistema più 'sano' di quello in cui ha giocato fino ad ora.
Forse non sarà uno starter da subito - tra l'altro giocare contro le riserve almeno inizialmente, e quindi accumulare buone cifre , non può che fargli bene a livello mentale -, ma di certo un quintetto con lui, Holiday, Gordon, Anderson e Davis ha il potenziale per diventare l'incubo delle difese NBA nei finali di gara, con tre esterni in grado di segnare in modi diversi, lo 'stretch-four' che gli allarga il campo e Davis - che ha lasciato una grandissima impressione ai presenti del Camp USA a Las Vegas, mostrando un gioco offensivo che prima del draft 2012 è stato forse sottovalutato a causa dell'evidente strapotere difensivo messo in mostra con MKG a Kentucky - utilizzato 'alla Chandler' sui Pick'n'Roll e sugli scarichi. Uno starting five simile dipende - specie in difesa- in gran parte dalla .... struttura fisica di Anthony Davis, che ha bisogno di qualche chilo di muscoli per giocare da 5 a tempo pieno.
Il progetto dei Pelicans , stando alla lunghezza dei contratti dei 5, sembra esser quello di poter arrivare a schierarli insieme per lunghi tratti delle partite; per riuscirsci sono necessarie almeno due condizioni, A tutti - chi più, chi meno - dovranno sacrificare una parte della gloria personale a cui sono abituati in attacco e spendersi al 100% in difesa, e B Monty Williams dovrà mostrarsi all'altezza della reputazione che lo ha portato ad entrare nello staff di coach K per Team USA.
Difficile trovare un coach con un lavoro più facile per la prossima stagione....
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