Le prospettive di Datome e dei Pistons
Detroit ha investito molto e cercherà di tornare ai playoff nella prossima stagione
Joe Dumars in questa offseason ha avuto - ed ha ancora, con i pochi free agent rimasti ed il mercato trade sempre in fermento- l'opportunità di rimediare alle ormai famose firme di Villanueva - che non è stato amnistiato e potrebbe tornare utile in piccole dosi come scorer dalla panchina e Gordon - spedito a Charlotte in cambio di Corey Maggette e una prima scelta che nel 2014 sarà protetta solo se tra le prime otto-, due flop che hanno caratterizzato in negativo le stagioni seguenti a quelle memorabili del quintetto Billups, Hamilton, Prince, Rasheed e Ben Wallace (squadra costruita sempre da Dumars). In molti al suo posto sarebbero già stati licenziati, ma Joe D ha dalla sua l'enorme credito accumulato prima da giocatore e poi da dirigente con i Pistons, credito che però potrebbe non bastare in caso di un nuovo fallimento....
Fino ad ora sono arrivati - oltre a Mo Cheeks- il super atleta (vedere per credere) Josh Smith, il veterano Chauncey Billups, il nostro DaTome, ed è stato confermato Will Bynum, play di riserva che nella scorsa stagione ha mostrato di avere una buona intesa con l'uomo del futuro, Andre Drummond, il cui rendimento da rookie - 13.8 punti,13.2 rimbalzi, 1.7 recuperi, 2.8 stoppate e 1.7 perse con il 60% da due le sue cifre proiettate sui 36 minuti, 21.6 di P.E.R (ad esempio Anthony Davis ha chiuso con 21.7 ma ha preso meno rimbalzi al minuto) e una percentuele di stoppate del 6.1%, valore inferiore solo a Sanders, Ibaka, Hibbert e Duncan - ha sorpreso un po tutti .
Fermo restando che nei prossimi giorni/mesi potrebbe cambiare tutto con qualche movimento di mercato - come confermato da Joe D -, allo stato attuale un tiratore come DaTome serve come il pane ai Pistons, che hanno chiuso la stagione al ventiquattresimo posto per tiri da tre tentati - 17.6 - ed al diciottesimo per percentuale - 35%-. Inoltre la presenza di lunghi pericolosi come Monroe, Drummond e lo stesso Smith, rende quasi obbligatoria la presenza di tiratori sul perimetro per non avere problemi di spacing.
Sul ruolo di Josh Smith non è facile far previsioni, considerando A la sua versatilità, B l'impiego più o meno costante da power forward accanto ad Al Horford in maglia Hawks, e C il ricordo delle due vittorie degli Hawks nella serie contro Indiana, quando Smoove da ala piccola riuscì a limitare almeno in parte un Paul George che aveva letteralmente dominato le prime due partite della serie. Durante la regular season il quintetto più utilizzato dagli Hawks con Josh Smith da small forward - Teague, Korver, Smith, Horford, Pachulia- ha fatto registrare - prendendo in esame solo combinazioni da almeno 100 minuti di impiego- i migliori dati a rimbalzo di Atlanta - 59% di quelli disponibili, +11% rispetto al 48% con cui Atlanta ha chiuso la regular season. Per rendere meglio l'idea i Pacers hanno chiuso al primo posto dopo le 82 gare con il 52.9%- e nella percentuale di punti nel pitturato su quelli totali - 48% contro il 42% con cui hanno chiuso la regular season, migliori NBA nettamente i Nuggets, squadra impostata da Karl con l'ordine perentorio di attaccare il canestro, con il 54.7%-. Se Detroit dovesse veramente optare per un tipo di gioco simile, con un ritmo abbasatanza controllato - due lunghi veri più una small forward che tira male da fuori ma che aiuta in ogni altra fase del gioco. Con le dovute proporzioni sarebbe una impostazione paragonabile a quella dei Grizzlies con Prince, Randolph e Gasol- , il posto per Datome - qui in maglia Pistons - sarebbe principalmente da shooting guards, ruolo in cui potrebbe ricalcare le orme proprio di Kyle Korver - il tiratore appena rifirmato di Atlanta è sicuramente più affidabile al momento come specialista del tiro da tre, ma rispetto a Datome ha sicuramente meno atletismo e capacità difensiva- e da cambio di Josh Smith, in concorrenza con Singler, Caldwell-Pope e potenzialmente anche Billups, che ai Clippers è stato spesso impiegato da guardia.
Una possibilità da considerare è quella della possibile trade di Monroe, per una serie di motivi, non ultimo quello economico, visto che a breve Dumars dovrà prendere una decisione sul suo rinnovo - che andrebbe a sottrarre buona parte dello spazio salariale previsto nel 2014-. L'ex Georgetown non sembra il partner ideale per Andre Drummond;
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In attacco, come possiamo vedere dalla sua mappa di tiro , predilige le soluzioni vicino a canestro - primo NBA con 726 conclusioni tentate a meno di un metro e mezzo dal canestro , realizzate con il 56.7%, percentuale non esaltante per un lungo, dalla stessa distanza Josh Smith ha tirato con il 70.3% su 464 conclusioni, giocatori nella media come Hickson e Boozer hanno superato il 62% su quasi 500 tiri-, ma ha chiari limiti dalla mid range zone in poi - da dove potrebbe sfruttare al meglio le sue notevoli doti nel passaggio - , specialmente nel jump shot - tipo di conclusione con cui ha chiuso con 68 su 242 (24%), subendo anche 48 stoppate-, che sarebbe invece fondamentale per integrarsi con Drummond, a maggior ragione con una small forward senza grande affidabilità da fuori.
L'ipotesi più gettonata dai media è quella della cessione di Monroe - o di Brandon Knight per Rajon Rondo, ipotesi però negata da Joe D - per arrivare ad un playmaker di alto livello o ad una ala più funzionale al roster dell'ex Georgetown.
In uno scenario simile, con Josh Smith da power forward, per Gigi dovrebbero esserci ancora più occasioni per emergere come uno dei primi esterni in rotazione, starà poi all'ex Virtus Roma dimostrare di meritarle, cercando prima di tutto di adeguarsi velocemente nella metà campo difensiva, dove ogni sera avrà di fronte atleti e attaccanti formidabili, non paragonabili a quelli affrontati nel campionato italiano.
Un fattore che conterà molto - sia per DaTome che per i Pistons in generale- è il ritmo di gioco che sceglierà Mo Cheeks, che nelle sue precedenti fermate NBA a Philadelphia e a Portland non ha imposto un modello unico di gioco - a Portland nel 2003/2004 (annata in cui è stato ceduto, prima ad Atlanta e poi ai Pistons, Rasheed Wallace, poi decisivo nella conquista dell'anello NBA. Sheed di recente è rientrato nello staff tecnico, presente anche alla Summer League di Orlando) ha avuto la squadra con meno possessi di media, mentre ai 76ers nella prima stagione - 2005/2006- , cavalcando un Allen Iverson da 33 punti di media ha fatto registrare il sesto maggior numero di possessi per gara- , dimostrando l'elesticità mentale necessaria per adattarsi al materiale umano a disposizione. Anche e soprattutto dalla bontà delle sue scelte dipenderà l'esito della prossima stagione, verso la quale Joe D guarda fiducioso...
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