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NBA 16/06/2013, 19.26

NBA Draft Report, il gruppo degli esterni

I migliori esterni presenti al prossimo draft

NBA

Particolare è la prima parola che viene in mente pensando a questo Draft; poche superstar sicure per le squadre che scelgono nella top ten, e poca differenza tra gli atleti previsti da dopo la lotteria fino almeno alla N.40.
In questo secondo blocco specialmente tra gli esterni c’è tanto talento; è praticamente impossibile prevedere l’impatto che ognuno avrà in NBA, dipende da troppe variabili , una delle quali è certamente la qualità dello staff tecnico della squadra da cui il prospetto viene scelto; un esempio clamoroso è Kawhi Leonard, preso dagli Spurs in una trade con Indiana( trade analizzata perfettamente in questo articolo ), che grazie all’aiuto del maestro del tiro Chip Engelland è passato dal 29% da tre nella seconda stagione a San Diego State al 37% abbondante delle prime due stagioni NBA (nella seconda addirittura mortifero dagli angoli, 49% dal destro e 39% dal sinistro su 121 conclusioni). Ai tempi del draft 2011 si parlava di Leonard come di un notevole prospetto fisico – braccia lunghissime per il ruolo- , ottimo rimbalzista e gran lavoratore. Se fosse stato scelto poniamo da Sacramento – che poteva prenderlo ma optò per Fredette -, oggi sarebbe allo stesso livello? La risposta è scontata…
E pensare che prima di lui sono stati scelti – tra gli altri – Vesely, e i gemelli Morris

Una cosa realistica da fare è evidenziare alcuni dei pregi e dei difetti mostrati dai vari atleti durante la loro carriera NCAA, oggi lo faremo per due dei tanti esterni previsti da metà primo giro in poi:
- a livello fisico ed atletico uno dei migliori prospetti è sicuramente Adonis Thomas:

A venti anni appena compiuti, l’esterno proveniente da Memphis ha già tonnellaggio ed atletismo di alto livello, anche per la NBA. Molto quotato fin dal liceo, nelle due stagioni giocate con i Tigers ha però deluso le aspettative - nella prima ha avuto anche problemi ad una caviglia – e le sue quotazioni NBA sono crollate ( per rendere l’idea ad inizio stagione per Draftexpress era al n.17, ora è addirittura fuori dai 60 del draft, al numero 78 della Top 100) . Per questo la scelta di dichiararsi comunque per il draft ha sorpreso gli addetti ai lavori – due fattori che potrebbero aver spinto Thomas a lasciare i Tigers: in primis le grandi aspettative che lo accompagnavano in quanto top 10 liceale ed originario proprio di Memphis ,ed anche l’ottima classe di freshman in arrivo, con almeno un paio di giocatori (Kuran Iverson e Nick King) pronti a soffiargli il posto alla prima indecisione…-.

Tecnicamente Thomas ha mostrato potenziale come tiratore da freshman (40% su 37 tentativi), senza però confermarlo nel secondo anno (29% su 89 tentativi), ma ciò che lascia interdetti è la distribuzione dei suoi tiri: nell’ultima stagione ha preso appena il 18% delle sue conclusioni vicino al ferro (segnandone il 62%), il 58% su tiri dalla media distanza (segnandone il 39%) ed il 24% su tiri da tre. Con l’ atletismo che si ritrova, e considerando anche il livello non eccelso della Conference USA (che Memphis ha dominato per l’ennesima volta ), avrebbe dovuto attaccare molto di più il canestro e non accontentarsi del jumper.
In definitiva l’atleta c’è, ed è di alto livello, ed è difficile credere che non troverà una squadra NBA disposta a dargli una possibilità, come seconda scelta oppure come free agent.
Poi toccherà a lui…

Sempre da Memphis proviene D.J. Stephens, atleta irreale se ce n’è uno – come confermato dal salto record nella Combine ospitata dai Nets – ma difficile da inquadrare in prospettiva NBA visto che non arriva a due metri ma al college ha giocato principalmente da ala forte (se non da centro…). Oltre ad essere un saltatore esplosivo con braccia lunghe è anche velocissimo, e questo potrebbe aiutarlo in una eventuale transizione verso il ruolo di guardia/ala.

Reggie Bullock
- tiratore sui due metri reduce da tre stagioni a North Carolina - sembra il più classico dei ‘3 and D’ che vanno di moda nella NBA , ovvero di quei giocatori che completano il lavoro delle super star designate, con una buona mano da fuori (specialmente dagli angoli) ed una valida attitudine difensiva – Kawhi Leonard al momento è uno dei migliori in questa speciale categoria, ma ha il potenziale per diventare un futuro All Star , altri esempi sono Danny Green (altro capolavoro dello staff degli Spurs), Jared Dudley, Courtney Lee, atleti che magari non hanno un potenziale da stella assoluta, ma che riescono comunque ad incidere in NBA anche ad altissimo livello - Bullock arrivò alla corte di Roy Williams come uno dei migliori tiratori della sua classe di liceali (che comprendeva gente come Harrison Barnes, Kyrie Irving, Dion Waiters ) e negli anni ha mostrato grande capacità di adattamento alle esigenze di squadra – qualità fondamentale per un ‘3 and D’-, fino a diventare la chiave del successo di North Carolina nella seconda parte di questa stagione, giocando da finta power forward accanto a McAdoo. Ottimo a rimbalzo – dote già evidente nella sua seconda stagione, quando andò oltre le 5 carambole di media (13.3% tra quelle disponibili in difesa ed il 6.7% in attacco) giocando accanto a rimbalzisti come John Henson, Tyler Zeller e Harrison Barnes -, i suoi limiti nel costruirsi un tiro dal palleggio – ed un atletismo nella media - ne limitano il potenziale rispetto ad altri prospetti, ma ha le capacità giuste per dare una mano fin da subito anche ad alto livello.

Probabilmente Indiana avrebbe pagato oro per avere un giocatore simile nel secondo quintetto…

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E. Carchia

E. Carchia

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