NBA, uno sguardo sul mercato
Come potrebbe evolversi il mercato NBA presente e futuro
Le chiamate arriveranno in primis da quelle squadre che vogliono evitare la luxury tax e quindi cercano di scaricare un contratto, situazione in cui ad esempio si trova Memphis – circa 4.6 milioni di dollari oltre la fatidica soglia-. Non è ancora del tutto chiaro l’intento della nuova proprietà al riguardo, ma nel caso in cui volessero scendere al di sotto della luxury tax i Grizzlies dovrebbero cedere contratti per circa 4.6 milioni, quindi gente come Marreese Speights – 4.2 milioni-, lo sfortunatissimo Darrell Arthur o Jerryd Bayless – entrambi sui 3 milioni-, assieme magari all’iraniano Haddadi – 1.3 milioni-. Sempre restando nel campo degli esempi, una delle tre squadre sopra citate potrebbe tranquillamente assorbire uno o più giocatori da Memphis, ricevendo come incentivo anche – poniamo- una prima scelta futura . Sam Presti, negli anni in cui aveva ancora le sue superstars con il contratto da rookie e tanto spazio salariale a disposizione, invece di sperperare dollari sul free agent di turno, ha ottenuto diversi vantaggi agevolando squadre in difficoltà economiche; giusto per dirne una , nel 2007, per assorbire gli 8 milioni del contratto di Kurt Thomas da Phoenix i Thunder ottennero anche una prima scelta del 2008 ed una del 2010, cedendo in seguito lo stesso Thomas agli Spurs in cambio di Francisco Elson –l’olandese volante…-, Brent Barry ed un'altra prima scelta, stavolta del draft 2009. Con la scelta del 2008 Presti scelse un quasi sconosciuto congolese di nome Serge Ibaka… con quella del 2009 prese Byron Mullens, centro ex Ohio State ceduto in seguito ai Bobcats, mentre quella del 2010 fu ceduta agli Hornets in un pacchetto che portò Cole Aldrich – poi ceduto ad Houston assieme a James Harden- ad Oklahoma.
Ovviamente il discorso si estende ai contratti in scadenza per squadre che magari vogliono liberarsi di un contratto lungo o semplicemente risparmiare per la stagione 2013/2014, in questo caso Utah è tra le squadre da tenere d’occhio con quasi tutti i veterani in scadenza. In una situazione simile è nato lo scambio che in estate ha portato i 13 milioni di dollari garantiti (il totale sarebbe stato di più di venti milioni…) – solo quelli, dato che il beneficiario, dopo esser stato tagliato, gioca con gli Heat- di Rashard Lewis a New Orleans in cambio di Trevor Ariza ed Emeka Okafor, due veterani sotto contratto anche per l’anno prossimo per una cifra superiore a 21 milioni – Ariza ha un opzione per 7.7 milioni che eserciterà di sicuro, mentre Okafor avrebbe la facoltà di rinunciare all’ultimo anno da 14.5 milioni, eventualità questa ancor più remota…- . Questa trade, per quanto incredibilmente ed assurdamente a favore degli Hornets, è figlia della volontà dei Wizards di confermare John Wall, l’esplosivo playmaker la cui estensione contrattuale scatterà dalla stagione 2014/2015, ovvero quando Washington avrà a disposizione anche lo spazio salariale liberato dalla fine degli accordi con i due ex Hornets.
Per Houston, Phoenix e Cleveland ci saranno quindi concrete possibilità di migliorare la propria situazione da qui alla deadline, i loro supporters certamente si augurano che i vari Daryl Morey – il re delle statistiche avanzate…-, Lon Babby – inspiegabilmente ancora in carica dopo una serie di valutazioni a dir poco incomprensibili- e Chris Grant – anche lui scuola Spurs come Sam Presti- prendano esempio da Oklahoma piuttosto che dai Wizards – dove sembra che decida tutto l’owner in persona, spiegherebbe almeno in parte il fatto che Grunfeld non sia stato ancora licenziato…-