Michigan sconfigge Ohio State 56-51
I Wolverines battono la squadra di Jared Sullinger, sul quale crescono i dubbi.
Non è passato molto tempo da quando a Trey Burke bastava un semplice sguardo per capirsi con Jared Sullinger. I due sono stati per 10 anni inseparabili, compagni di High School allenati dal padre della stella dei Buckeyes Satch Sullinger e nel Team Reebok, la suadra AAU il cui allenatore era invece il padre di Trey, Benji Burke. Due famiglie legate per sempre da questi due talenti che si sono affrontati, per la seconda volta nella loro vita, sabato scorso quando la Michigan di Burke ha battutto la favorita Ohio State del suo ex compagno. La serata è stata una di quelle difficili da dimenticare, soprattutto per Trey che ha siglato la W con un lay-up a 14 secondi dalla sirena e ha chiuso la gara con 17 punti, top di squadra. Ma la vittoria di Michigan, che aveva perso il match precedente contro OSU, ha messo in luce anche i dubbi sul potenziale di Jared Sullinger, dato per molti come una top 3 pick al prossimo draft NBA. Jared è un lungo di stazza e tecnica (il padre coach aiuta), ma che sta mostrando limiti sempre più evidenti nella sua pallacanestro. Uno su tutti il peso: anche visivamente si nota come Jared sia sempre borderline per quanto riguardo il fisico, non esattamente scolpito nella roccia. In più appare talvolta pigro in difesa, soprattutto in aiuto dove copre con difficoltà la distanza per chiudere la via del canestro all'avversario. Le mani sono eccellenti per tirare, come dimostra la sua capacità di segnare in post in semogancio destro e mancino, meno invece per ricevere eventuali scarichi. La crisi decennale dei lunghi di razza nella NBA lo favorisce nei sondaggi, ma attenzione che fra un buon centro di peso e un Eddy Curry il confine è labile.
Michigan oltre a Burke "offre" anche un' interessantissima guardia tiratrice che corrisponde al nome di Tim Hardaway Jr. figlio di quel Tim Hardaway che ha dominato la NBA a son di crossover negli anni '90. Tim è un eccellente tiratore, meglio se in uscita dai blocchi e buon attacante, miglior marcatore della sua squadra con oltre 14 punti per match. Se non dovesse salire al piano di sopra a giugno, lo rivedremo sicuramente in campi a noi più vicini.
La battaglia per la Big East si fa dunque sempre più interessante in vista della sfida decisiva che vedrà Ohio State visitare il parquet degli Spartans di Michigan State, il 4 marzo.
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