Federico Mussini: Freshman Year Recap
Il recap della prima stagione al college di Federico Mussini
LA SQUADRA • Quella dei nuovi Red Storm di coach Chris Mullin doveva essere una stagione di rebuildinge, per questo, caratterizzata da poche gioie a livello di risultati. Le sconfitte sono arrivate in maniera copiosa, anche più di quanto molti pronosticassero: un eloquente bilancio vinte/perse di 8-24 condito da ben 16 “L” consecutive incassate fra metà dicembre e metà febbraio, con l’aggiunta di una pesantissima sconfitta sul campo di Creighton (100-59) che ha eguagliato lo school record del peggior passivo mai incassato. Giunta ultima in Big East (1-17), St. John’s ha comunque chiuso la propria stagione rialzando la testa, eliminata al primo turno del torneo di conference da Marquette (101-93) non senza aver dato battaglia.
LA SUA STAGIONE • Quella del Musso è stata un’annata dai due volti: la sua Non-Conference Season è stata scoppiettante e piena di grandi giocate con cui ha incantato i suoi nuovi tifosi. Nei primi 13 incontri della stagione è andato in doppia cifra 10 volte, viaggiando a 14 punti, 3 rimbalzi e 2.7 assist in 35.1 minuti di media. Memorabile, in particolare, la prova offerta nell’esaltante upset inflitto ai danni diSyracuse (84-72) a metà dicembre nella speciale cornice del Madison Square Garden. In quella occasione, Mussini è stato autore di un’eccellente prova balistica (5/7 da tre) risultando infine il miglior marcatore fra le fila dei Johnnies con 17 punti a referto. Molto diverso, invece, l’andamento della seconda metà di stagione: gli avversari della Big East si sono rivelati – da più d’un punto di vista – ben più difficili da fronteggiare e il reggiano ha accusato sempre di più le tante partite ad alto minutaggio oltretutto svolte in un ruolo – quello del playmaker – che ancora non padroneggia pienamente e che ha dovuto gestire in solitaria. Per i suoi avversari di conference, a quel punto, prendergli le misure è diventato più semplice: non solo per via degli attuali limiti fisici e tecnici del numero 4 di St. John’s, ma anche a causa dello scarso apporto generalmente fornito dai suoi compagni in termini di creazione del gioco e d’incisività offensiva che, altrimenti, avrebbero potuto in parte sgravare Mussini dall’attenzione lui dedicata dalle difese avversarie. Il mese di febbraio è stato certamente il più difficile: ha giocato 8 degli ultimi 10 match della stagione partendo dalla panchina e ha trovato la doppia cifra realizzativa soltanto in occasione della vittoria contro DePaul (80-65) e della già menzionata partita con Marquette nel Big East Tournament.
PUNTI DI FORZA E PUNTI DEBOLI • Le virtù di Federico sono ormai abbastanza note agli appassionati italiani: eccellente tiratore (in primis dall’arco, ma anche dai 4-5 metri e ai liberi) dal rilascio estremamente rapido, in grado di mettersi in ritmo da solo e con un range elevato rispetto alla media, ottimo sia a condurre che a concludere transizione e contropiede, dotato di molta personalità, clutchness e capace di momenti di trance agonistica da far stropicciare gli occhi – le quattro triple consecutive messe a segno in 2’25 contro Chaminade al Maui Invitational ne furono una prima dimostrazione oltreoceano. Mussini è inoltre notoriamente un ragazzo molto determinato nel lavorare su sé stesso per superare progressivamente i propri limiti e non a caso coach Mullin spese belle parole su di lui a stagione in corso esaltando il QI cestistico del reggiano, la sua propensione a lavorare sodo e a comportarsi da bravo uomo-spogliatoio.
Uno degli aspetti del proprio gioco su cui dovrà continuare a lavorare è il playmaking: buon passatore dotato anche di una certa creatività, il Musso deve ancora affinare molto le proprie letture, specialmente quando si gioca a ritmi bassi. Quest’anno i Red Storm sono apparsi disuniti nella metà campo offensiva e si spera che, col ricambio in atto nel roster, si possano instaurare gerarchie più precise e una maggior intesa fra compagni che faciliterebbero molto il lavoro di Federico in questo senso. Dotato di un fisico esile, Mussini dovrà proseguire nel lavoro di potenziamento della propria muscolatura (specie quella della parte alta del corpo) quel tanto che possa bastare per assorbire meglio i contatti quando attacca il canestro e per reggere in difesa, vero tallone d’Achille del nostro. Mussini ha sicuramente una discreta inclinazione alla giocata d’anticipo ma deve trovare il modo di aggirare l’attuale gap atletico coi suoi diretti avversari per tenerli meglio in marcatura, passare sui blocchi più spesso di quanto non gli riesca al momento e fare degli step decisivi nel difendere lontano dal pallone. Se i progressi nella sfera fisica dovessero accompagnare, eventualmente, anche quelli nel palleggio (fondamentale in cui si denota destrezza e sicurezza da parte sua ma che è ancora migliorabile), Mussini sarà in grado di essere più incisivo in uno-contro-uno e di districarsi dai raddoppi avversari con qualche patema in meno.
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