East
La parte alta del region che si svolgerà a Philadelphia è di sicuro la più affascinante. Si parte con i favoriti Tar Heels di North Carolina che dovranno sbarazzarsi di una #16 come Florida Gulf Coast, già protagonista qualche stagione fa di un upset clamoroso ai danni di Georgetotwn. Come se non bastasse Roy Williams dovrà trovare il modo di fermare la Providence della premiata ditta Kris Dunn&Ben Bentil...
...e chi uscirà vincente nella sfida fra Indiana e Kentucky. Una rivalità sentitissima fra le due università, poste a meno di 300km l'una dall'altra. L'ultima sfida risale al torneo del 2012 con successo dei Wildcats (anno in cui ci fu il successo finale con Anthony Davis MVP), ma nella stessa stagione gli Hoosiers si presero la soddisfazione di battere at the buzzer quella corazzata.
4 players to watch
Brice Johnson (North Carolina): calamita di rimbalzi e macchina da doppie doppie (spicca il 39+23 fatto registrare vs Florida State), il quintetto dei Tar Heels con lui da power forward è un rebus irrisolvibile sotto le plance.
Yogi Ferrell (Indiana): a Gennaio è diventato il miglior assistman all time dell'ateneo, se riesce a tenere a freno i suoi istinti da combo guard gli Hoosiers diventano una pericolosa outsider.
Tyler Ulis (Kentucky): panchinato incredibilmente lo scorso anno in favore dei gemelli Harrison, si è preso la sua personalissima rivincita facendo parte del miglior quintetto di tutto il college basket. Spetterà a lui innescare tutti i talentuosi freshman a disposizione di coach Calipari
Edmond Sumner (Xavier): la sua imprevedibilità offensiva è la chiave dell'attacco dei Musketeers. Un dato alquanto significativo: nelle vittorie la sua percentuale dal campo supera il 46%, nelle sconfitte è del 23%...
Midwest
Seed #1 che sa tanto di beffa per Virginia. I Cavaliers possono contare su un Malcolm Brogdon in formato NBA e sulla loro pack-line defense, ma già dal secondo turno potrebbero dover affrontare l'ammazzagrandi Texas Tech, che quest'anno si è già presa lo sfizio di battere Iowa State e Oklahoma...mentre alle Sweet Sixteen una fra Purdue e proprio Iowa State.
Il match fra Boilermakers e Cyclones (a meno di clamorosi upset) si preannuncia una sfida agli antipodi: i primi cercheranno di innescare i centimetri della loro enorme frontline, mentre i secondi vorranno aprire la scatola dall'arco, guidati dal playmaking di Monte Morris (7 assist ogni 1.7 perse in stagione).
Sicuramente più agevole il percorso per Tom Izzo, fino alle Elite Eight la strada pare spianata per i suoi Spartans: Utah è la n.3 meno pericolosa dell'intero lotto, mentre Seton Hall (vincitrice a sorpresa del torneo della Big East grazie ad un Isaiah Whitehead incontenibile) e una Gonzaga orfana di Karnowski non sono avversari all'altezza.
4 players to watch
Malcolm Brogdon (Virginia): primo giocatore nella storia della ACC a vincere sia il premio di giocatore dell'anno che quello di difensore, sarà compito suo creare qualcosa dal palleggio quando l'attacco non gira.
A.J. Hammons (Purdue): il senior da Gary, Indiana già di suo è il che più sposta in NCAA, se poi i piccoli riescono ad innescarlo a dovere diventa un'arma impropria a questo livello. A marzo viaggia a 16+8 con il 64% dal campo in neanche 26' di utilizzo medio.
Jakob Poeltl (Utah): la scelta di restare al college ha solo che giovato al lungo austriaco, ora completo in ogni aspetto del gioco e pronto per una chiamata come minimo in top10 al prossimo draft.
Denzel Valentine (Michigan State): le sue cifre irreali non spiegano totalmente il suo impatto, fatto sta che gli Spartans difficilmente avrebbero record positivo senza Valentine. Nel dubbio meglio riportarle ugualmente: 19.4 punti, 7.6 rimbalzi, 7.6 assist e il 45% dall'arco...
Scritto e curato da Marco Braini aka "BornReady" © Riproduzione riservata