NCAA (less and less) UNDERGROUND: Sweet 16
Il miglior quintetto delle Sweet 16 dell'NCAA Tournament
SPORTANDO-U. TEAM OF THE WEEK
G – TJ McConnell (Arizona)
Circondato da future prime scelte NBA mostra il muscolo per il quale è indiscusso numero 1 in squadra, quello cardiaco. Tra i balzi di Hollis-J e il fantastico in-between di Stan Johnson alla fine la vince lui con i tiri che pesano di più per allungare il vantaggio dopo aver firmato anche il sorpasso. Tra i tanti Wildcats ancora in pista con varie maglie (UK inclusa) nessuno ha la sua personalità palla in mano down the stretch. Oltre tutto il resto, anche i liberi finali…
G – Demetrius Jackson (Notre Dame)
Il segreto meglio tenuto di Coach Brey. Un full-back dell’NFL che può giocare entrambi i ruoli dietro. Si integra alla perfezione con Grant giocando sia on che off-the-ball. Spinge il contropiede ma sa gestire benissimo anche l’attacco a metà campo con ritmi più bassi. Se poi in semifinale di Regional tiri con l’80 da tre…
F – Branden Dawson (Michigan State)
Facciamo così comitato: d’ora in avanti se ti allena Izzo non puoi avere la numero 7. Tra i verdi i tempi li detta Trice, in aria la lascia andare Valentine ma tutto quello che accade lontano dalla palla è nelle mani e nel corpo di questa ala con vari limiti tecnici ma un livello atletico da medaglia olimpica. Non ha ruolo, ma lo dicevamo anche di Draymond Green e guardate com’è finita...
C – Matt Stainbrook (Xavier)
Non resistiamo alla tentazione… ancora non in formissima, ma vederlo portare a scuola in post-basso una manciata di prime scelte NBA con continuità ci tocca a livello emotivo. Fino a che ne ha, Xavier è sopra. Con quei piedi in post, nel college basket, solo Okafor come lui. E non pensate che si stia esagerando.
C – Przemek Karnowski (Gonzaga)
Ha più o meno scherzato con l'amico di Allie e Welsh per tutta la partita. Più chili gli opponevano e più danni faceva nei pressi del ferro. Appena gli hanno cominciato a mandare raddoppi, con due no-look accecanti, ha fatto scoprire al Lituano di Portland cosa avrebbe provato nel giocare 10 minuti insieme al papà… inarrestabile. Siamo al “pensaci tu, Jahlil”…
Di Marco Ridolfi