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NCAA 09/01/2015, 15.10

NCAA UNDERGROUND weekly: Kevin Larsen &....

I due quintetti della settimana (Unranked e Ranked) e il Voi non sapete quanto è forte...o forse sì

NCAA

 

VOI NON SAPETE (O FORSE SI….) QUANTO E’ FORTE…

 

G – Kevin Larsen (George Washington)

Danese della costa est degli Stati Uniti con nobile scuola cestistica americana (Montrose Christian, quella dell’anno senior di KD e Linas Kleiza per capirci…) non poteva non finire alle Nazioni Unite dell’Atlantic-10. Inizialmente più ammirato al chest-press che sul parquet, oggi è decisamente opzione offensiva credibile con ricezioni spalle a canestro. Vede estremamente bene il campo e la passa come non molti lunghi a questo livello. Ha piedi veloci, sa usare le sue larghe spalle per dare spazio al semigancio e, non essendo particolarmente verticale, conosce bene l’arte della protezione col ferro per concludere sul lato opposto a quello del salto. Non protegge il ferro come vuole l’NBA ma controlla molto bene le sue 250 libbre che ti fa sentire senza sosta sotto entrambi i tabelloni a rimbalzo. I Colonials sono 2-0 in conference con i suoi 15 e 7 di media settimanale…

 

SPORTANDO-U. TEAM OF THE WEEK (UNRANKED TEAM)

 

G – Billy Garrett Jr. (DePaul)

Una gioia per i puristi del gioco. L’anno scorso spettacolare ma perso in una brutta annata dei Blue Demons (3-15), quest’anno ancor più spettacolare e incredibilmente in testa alla Big East. Imbattuto. Trovate il modo di vederlo all’opera se amate questo gioco; leader tecnico su entrambe le metà campo. In attacco ha dei tempi sorprendenti di esecuzione del pick and roll ed in penetra e scarica è uno dei primi 3 del college per compostezza tecnica e forza fisica. Dietro raramente lo trovi mal posizionato sul suo uomo e reagisce benissimo ai cambi di direzione dell’avversario. L’NBA lo vorrebbe vedere palleggiare 20 centimetri più basso, ma per noi son dettagli…

 

G – Will Cummings (Temple)

Anche per questo qua è impossibile far finta di niente. I gufi imbattuti in American e alla sesta vittoria consecutiva (tra le vittime, smantellata Kansas) e Will sempre più in controllo delle operazioni. E’ossuto, ha braccia interminabili, non tira bene da fuori ma è indiscutibilmente per controllo del ritmo e leadership emotiva il responsabile di questo inizio di stagione di Temple su note altissime.

 

G – Marvelle Harris (Fresno State)

Una settimana passata a 22 e 7 di media con doppia vittoria in conference. Contro San Diego State nel duello individuale su due metà campo con Winston Shepard la futura scelta NBA sembrava decisamente lui. E non è detto non lo diventi… è migliorato moltissimo negli ultimi 6 mesi sia in difesa dove era più agio sulle ali piccole che sui 2, che in attacco dove ha dato consistenza al mid-range game dal palleggio. Parte alta del corpo scolpita a dovere, per farne una seconda scelta manca del ball handling e saper finire al ferro anche andando a sinistra.

 

F – Josh Hawkinson (Washington State)

A proposito di migliorati. Questo l’anno scorso faticava ad avere minuti, ma in allenamento. Quest’anno con una partita da 18 e 13 a Berkeley può orgogliosamente dire di averla portata a casa lui la W per i Cougars. Ha mani deliziose, alle battaglie in area preferisce le conclusioni da fuori, e contro Cal ha cambiato la geografia della partita portando fuori i lunghi avversari e lasciando spazio alle incursioni in area di Lacy & co. Stretch four da seguire.

 

F – Kevon Looney (UCLA)

Prima vera soddisfazione dell’anno per UCLA in doppio overtime casalingo contro Stanford e primo vero show di livello NBA per Kevon Looney. Non tanto per i 27 con 19 rimbalzi che comunque non urtano…ma per il livello di attività fisica su due metà campo, in particolare giocando davanti alla 1-2-2 press con la sua mobilità laterale e l’apertura di braccia da 220 centimetri. Scrivetelo bene: lottery pick.

 

SPORTANDO-U. TEAM OF THE WEEK (RANKED TEAM)

 

G – Juwan Staten (West Virginia)  

Il playmaker dei sogni di Coach Huggins: iper-eccitato, caotico, di cuore e maledettamente aggressivo. Proprio come Coach Hug. Tra i playmaker (o presunti tali) del college basket, il miglior “aggressore di ferri” del club, va coi rollerblade in campo aperto e i 40 minuti di pressing che predica Huggins lo fanno fisicamente felice.

 

G – Aaron Harrison (Kentucky)

Altro che Platoon... serve un overtime per portare a casa la W casalinga con Ole Miss e questo si spara 40 dei 45 minuti disponibili nell’SEC opener. Tiene i suoi in partita segnando a ripetizione dall’arco e poi sigilla la vittoria con la sua consueta presenza glaciale “down the stretch” e i relativi liberi decisivi.

 

G – Darun Hilliard (Villanova)

Dopo il passo falso contro Seton Hall arriva la rimonta in casa Johnnies. I Wildcats giocano un secondo tempo da +20 di parziale e quando scotta il tiro lo prende sempre lui. A volte dà l’impressione di costeggiarla la partita, ma poi Arcidiacono si gira sempre dalla parte del mancino col numero 4. Attenzione che sta imparando ad andare al ferro anche sul lato destro…

 

G/F – Justise Winslow (Duke)

Corey Maggette l’ultimo freshman visto da quelle parti con simile chassis a disposizione. Vittoria con fatica sulla tobacco road a casa di Danny Manning. Chi non fa fatica è lui con la sua pallacanestro che ha scritto “NBA big guard” ovunque. Ball handling, hang time, capacità di resistere al contatto, varietà di soluzioni dal palleggio e voglia di sacrificarsi nella sua metà campo. In breve, il miglior esterno del college basket.

 

F – Tashawn Thomas (Oklahoma)

Brutta conference la Big12. Ti capita di dover prendere Baylor in casa il sabato e poi doversi presentare ad Austin contro i Longhorns di lunedì sera. I Sooners portano a casa due W con cui normalmente si accede alle prime 10 della nazione, e se del reparto guardie non siamo affatto sorpresi, una parola in più la merita TT. Transfer da Houston, dà una dimensione interna all’attacco di coach Kruger con una pallacanestro orizzontale che concede poco al pubblico ma molto ai suoi tiratori. Prospetto pro perfetto per le leghe europee.

 

Articolo di Marco Ridolfi

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