Sportando intervista Ken Pomeroy
Pomeroy è il fondatore di kenpom.com, sito di advanced stats sul college basketball e punto di riferimento per diversi addetti ai lavori
La storia di Ken Pomeroy nel basket iniziò guardando una partita di Air Force. In molti la ritenevano una squadra con una gran difesa, per lui invece i punteggi bassi dipendevano dal ritmo lento, specialmente in attacco. Decise di calcolare i punti segnati e subiti per ogni possesso, e la sua impressione si rivelò fondata. Più o meno da lì è nato Kenpom.com, con i suoi mitici ‘college basketball ratings’
Abbiamo scambiato due chiacchiere con lui.
Sportando: ciao Ken, puoi spiegarci come mai un metereologo senza un vero background nel mondo del basket è diventato uno dei simboli dell’ analytic movement’ nel college basketball?
Ken: ‘Nel 2004 gli analytics iniziarono la loro ascesa nel baseball, e nessuno faceva lavori simili nel college basket. Iniziai a farlo nel tempo libero, e poi iniziai a scriverne, e pian piano coach e media iniziarono a prendere nota del mio lavoro. Internet può essere usato per cose negative, ma uno dei migliori aspetti è che le persone possono interagire facilmente con i professionisti del settore, e questo mi ha aiutato molto ad entrare nel business’
Sportando: come ‘venderesti’ le advanced stats ad una persona che non ne ha mai sentito parlare?
Ken: Le advanced stats fanno un miglior lavoro delle stats tradizionali nel considerare il contesto. Ad esempio, i punti per partita di una squadra ti dicono qualcosa riguardo l’abilità offensiva, ma sono influenzati dal ritmo, dalla velocità di gioco della squadra. I Punti segnati per ogni possesso invece separano l’abilità offensiva dal ritmo. Uno degli obiettivi degli analytics è di usare al meglio i semplici dati statistici, e migliorare la nostra conoscenza di quel che accade in campo.
Sportando: In quale aspetto i numeri possono aiutare di più: scouting, analisi o predizioni future?
Ken: A questa domanda è difficile rispondere, dato che i numeri possono aiutare in ognuno di questi settori, è solo questione di averne abbastanza e di usarli nel modo giusto. In America gli scout dei prospetti delle high school non sono aiutati dagli analytics perchè non ci sono molti dati disponibili, ma questo ora sta cambiando. Se lavori duro per avere abbastanza dati, gli analytics possono aiutare in ogni campo’
Sportando: chi sono i coach NCAA che per primi si sono serviti del tuo sito e del movimento analitico in generale? e in NBA?
Ken: John Groce (ora a Illinois) e Sean Miller (Arizona) sono stati i primi di cui ho saputo, ma sono sicuro che c’erano coaches che usavano gli analytics prima di loro (e di me stesso). In Nba i front office si sono serviti degli analytics più velocemente dei coach, e, dato che il mio focus è sul college basket, non conosco coaches NBA che hanno un focus particolare sulle advanced stats’
Sportando: c’è un giocatore NCAA su cui avresti scommesso,basandoti sul suo profilo statistico, ed invece ha fallito in NBA?
Ken: Mike Sweetney di Georgetown è uno su cui quasi ogni modello matematico ha sbagliato. Era molto efficiente in attacco, stoppava e prendeva rimbalzi ad un livello notevole, ma non è mai riuscito a tenere il peso sotto controllo e non è mai arrivato vicino a realizzare il suo potenziale da pro.
Sportando: Hai già individuato qualche possibile sorpresa tra le squadre per la prossima stagione?
Ken: Solo ora sto organizzando i numeri necessari per il preseason ranking, ma la formula per trovare gli ‘sleepers’ è molto semplice: basta trovare un team che ha perso diverse partite in volata (close games), non ha giocato bene nella postseason, e riavrà a disposizione la maggior parte del roster. Il problema è che anche persone che non credono negli analytics hanno usato questa formula nelle scorse stagioni. Direi che Utah e Arkansas sono due buone candidate, ma non sono il primo a suggerire queste due squadre. Tra le meno conosciute vale la pena seguire Georgia State, che riavrà Ryan Harrow (ex NC State e Kentucky) e R.J. Hunter (gran tiratore, figlio del coach) in una squadra che ha chiuso con 25 vinte e 9 perse ma ha perso la finale del suo torneo di Conference (Sun Belt).
Sportando: Ultima domanda, l’obiettivo raggiunto di cui sei realmente orgoglioso?
Ken: Già il sapere che ci sono addetti ai lavori che prendono seriamente il mio lavoro. Quando ero al college non avrei mai pensato fosse possibile, allora non consideravo nemmeno la possibilità di lavorare nel basket. Esser riuscito a guadagnarmi da vivere con il mio lavoro sulle statistiche è davvero incredibile.