NBA on fire: Alec Burks
Il giovane esterno dei Jazz firma la vittoria contro i Nuggets

Se c'è una cosa che Alec Burks sa fare bene è attaccare il ferro; fin dagli esordi a Colorado la capacità di battere il difensore e puntare il canestro alla ricerca dei due punti, dello scarico vincente o del fallo è stato il pezzo forte del suo gioco. Giunto alla terza stagione NBA ha iniziato ad avere un ruolo importante nella rotazione, da leader della second unit, e sta rispondendo con 12.8 punti, 3.7 rimbalzi e 2.7 assist, il 44% dal campo, il 34% da tre ed il 75% ai liberi.
Guardando le cifre di squadra dei Jazz si può constatare che, tra i primi 7 della rotazione di coach Corbin (i titolari più Burks e Kanter), in attacco solo l'ex Colorado e Marvin Williams fanno registrare olre un punto per possesso durante il loro impiego sul parquet. Nel caso specifico di Burks la squadra con lui in campo segna 104.7 punti ogni 100 possessi, mentre con lu in panchina ne segna appena 95.2.
La mentalità da attaccante di Burks è emersa fragorosamente nella vittoria contro Denver, in una delle rarissime occasioni in cui è stato schierato nello starting five. Questa è la mappa di tiro della sua partita:
In totale ha segnato 34 punti (13 su 19 dal campo, 8 su 8 ai liberi) conditi da 3 rimbalzi, 5 assist e un recupero, individuando e quindi sfruttando l'inadeguatezza difensiva dei lunghi di Denver, che notoriamente non sono tra i migliori quando si tratta di aiutare il compagno battuto in palleggio.
Essendo appena ventiduenne, Burks ha tutto il tempo per fare un ulteriore salto di qualità - lavorando specialmente sul tiro da fuori- ed imporsi tra i migliori nel suo ruolo.