NBA weekly: i rookies
Focus sui giocatori al primo anno nella lega

La classe di rookies di quest'anno è stata bistrattata dagli osservatori da molto prima delle scelte; non c'era nemmeno una superstar 'sicura' e fino all'ultimo c'è stata incertezza sulle primissime posizioni.
Sappiamo tutti com'è andata - con l'ormai celebre reazione di Bill Simmons alla scelta di Anthony Bennett da parte dei Cavs -, ed i risultati dopo un terzo abbondante di stagione sembrano confermare lo scetticismo su questo gruppo.
I top 25 per punti segnati:
I top 25 a rimbalzo, con i dati anche su assist, recuperi, stoppate e perse
Tra i primi dieci scelti l'unico che arriva a malapena al 40% dal campo è Victor Oladipo, il cui rendimento è calato notevolmente dopo la prima metà di Dicembre. Con l'ex Indiana in campo i Magic subiscono 6.6 punti di media in più di quanti ne segnano ogni 100 possessi, mentre senza di lui il fatturato diventa positivo (+1.4). Inoltre Oladipo è quarto NBA tra i giocatori con almeno 20 minuti di media per palle perse ogni 100 possessi (fanno peggio solo Gerald Wallace, Kobe Bryant in sole 6 partite e Andrew Bogut). Un periodo negativo è normalissimo anche per una seconda scelta assoluta, sottolinearlo serve più a rendere l'idea di quanto poco stiano facendo i primi 10 scelti - esclusi Noel e Len per ovvi motivi -.
L'unico che ha avuto un impatto positivo sulla squadra aldilà delle cifre individuali è Trey Burke: delle 24 partite fino ad ora giocate ne ha vinte 10, e in una sola occasione su 12 i Jazz hanno vinto senza il suo apporto. Anche considerando solo le partite in cui è stato disponibile, Utah ha attaccato e difeso meglio con l'ex Michigan in campo, e la sua presenza nel nuovo assetto con Marvin Williams da ala forte è stata una delle chiavi che hanno prodotto le 7 vittorie in 12 partite nel mese di Dicembre.
I due giocatori che ad oggi sembrano avere più degli altri le potenzialità per incidere ad alto livello sono decisamente Michael Carter-Williams (scelta N.11) e Giannis Antetokounmpo (N.15):
il primo ha vinto la metà delle 22 partite che ha potuto disputare (migliore di squadra per differenza tra punti segnati e subiti ogni 100 possessi), sorprendendo per il coraggio e la fiducia nei propri mezzi. Già 8 doppie-doppie ed una tripla doppia, primo assieme a Ricky Rubio per media di recuperi a partita, non ha paura di andare a sfidare gli aiuti in penetrazione nonostante la struttura fisica sia ancora da migliorare (secondo sportVU MCW va in penetrazione 7.5 volte a partita, segnando con il 39%, dato da migliorare ma normalissimo per un giovane. Non a caso tra i 14 giocatori che sfidano le difese dal palleggio più volte di lui gli unici con meno del suo 39% sono due sophomore come Dion Waiters (36%) e Damian Lillard (30%)-.
Il giovanissimo greco con le mani giganti invece ha saputo sfuttare la serie di infortuni che ha colpito i Milwaukee Bucks, arrivando a guadagnarsi un posto nello starting-five. Nelle 11 partite precedenti la virgola nella sconfitta contro i Suns, Antetokounmpo ha avuto medie di 10.5 punti, 7.2 rimbalzi, 2.3 assist e una stoppata, tirando il 47% dal campo, il 31% da tre e l'83% ai liberi (4,5 tentati a partita), addirittura con un plus/minus di +1.8 nonostante le sole due vittorie durante il periodo in questione.
I Bucks, scegliendo sempre oltre la dieci a causa dell'ostinazione della dirigenza a preferire una squadra da settimo/ottavo posto ad una ricostruzione, nelle ultime stagioni hanno pescato il giovane Giannis, John Henson e Larry Sanders (ci sarebbe anche Tobias Harris, di fatto regalato ai Magic per mezza stagione di J.J. Redick e qualche seconda scelta futura...), tre giocatori con braccia lunghissime e mezzi fisici importanti, con un potenziale difensivo tremendo. Considerando anche che nel prossimo draft la scelta sarà quasi sicuramente tra le prime, in poco tempo i Bucks potrebbero aprire un ciclo vincente.