NBA Biography Fanzone: Chris Paul
Primo appuntamento di una piccola rubrica di Sportando volte a far conoscere la storia di alcuni giocatori del momento che si stanno mettendo in mostra
Colui che ha battuto Magic Johnson con 13 doppie doppie di fila. Colui che non vorrei mai incontrare in un campo da basket con una divisa diversa dalla tua. Se giocate contro di lui l’ultima cosa che volete fare è dargli un motivo per dimostrare quanto vale.
È un sergente, uno stratega. Uno che fa letteralmente ciò che vuole con la palla, i compagni e gli avversari. Uno che è semplicemente appena un metro e ottanta. Ma che come dice il suo libro per bambini, scritto da lui stesso "Long Shot: Never Too Small to Dream Big", se non vi piace Christopher Emmanuel Paul, non vi piace l'NBA.
North Carolinaaa. Fra Tabacco, turismo e montagne il 6 maggio 1985 nasce Chris Paul sotto il sole primaverile di Lewisville, sì e no 9 km da Chapel Hill. Nasce da Charles Paul (il cosiddetto CP1) e Robin Paul. È però secondogenito. Il fratello maggiore Charles "CJ" Paul Jr. (CP2) diverrà col tempo beniamino del team locale di football, i Lewisville Titans. La scelta del soprannome che diverrà famoso è facile: CP3!
Il padre, molto sportivo, cresce i figli a basket e football. E Chris si dimostra un'ottimo giocatore proprio del secondo sport, ottenendo ottimi risultati prima da quarterback e poi da linebacker giocando nelle squadre locali.
Anche se negli anni '90 è più meccanico che giocatore di basket. Lui e il fratello ogni giorno nell 'officina del nonno Nathaniel Jones cambiano gomme, danno il resto, controllano la pressione, ecc.. E questo che c'entra? C'entra, c'entra...L’officina “Jones Chevron” è la prima officina ad intera gestione afro-americana nel North Carolina dal 1964, se pensate “Civil rights movement” e Martin Luther King siete sulla buona strada. CP3 è legatissimo a nonno Nathaniel, lui stesso ha dichiarato: "Mi ha insegnato più cose di quante potrò mai saperne con un dottorato di ricerca”.
"Chris, sei bravo nel football, ma ti vedo meglio nel basket!" "Ok papà, dal liceo inizio a giocare agonisticamente".
Nel 1999 si iscrive nel liceo locale di West Forsyth. Chi era il playmaker nella squadra scolastica? Charles Paul Jr (lo chiamiamo CP2?). Ma tanto il primo non creerà neanche un pensiero al fratello. Chris è appena 1 metro e 52 a 14 anni, non entrerà mai in campo, anzi giocherà nella squadra giovanile di sviluppo della scuola (i cosiddetti "non adatti a giocare a basket" possono giocare qui), il "JV team”.
Speriamo nel secondo anno, no? Indovinate quanto gioca... 15 secondi. A partita? In tutta la stagione. Si apre uno spiraglio. In estate il fratello di laurea, e gli lascia il posto in squadra.
2002/2003. Penultimo anno di liceo. Mancano 24 ore e la stagione di CP3 sta per iniziare. Ma nello stesso giorno nonno Nathaniel viene ucciso da 5 minorenni incappucciati durante una rapina. Nella partita del giorno dopo Chris ne farà 61. Un punto per ogni anno del nonno 61enne scomparso tragicamente. A quota 59 ottiene un gioco 2+1 e sbaglia appositamente il libero per concludere a 61, si gira verso gli spalti per essere sostituito e crolla a piangere tra le braccia dei parenti che erano venuti a guardarlo mentre la folla intorno si alza e applaude. Era inizio quarto quarto, il record dello stato era a 6 punti di distanza, ma lui volle sedersi e chiudere a 61 per il nonno. L’impresa dei 61 punti non resta una caso isolato perche’ Paul, anche senza piu’ raggiungere cifre simili, continua ad essere il punto focale dell’attacco dei Titans come dimostrano i numeri collezionati a fine stagione: 30.8 punti, 8 assists, 6 palle rubate e 5 rimbalzi. Forsyth High compila un record di 27-3 fermandosi però solamente alle Eastern Regional Finals.
-“Senti Chris, ho sbagliato in passato. Sono pronto a fare il gioco sporco per te” gli dice il coach “Posso annullare una borsa di studio che ho già assegnato ad un altro ragazzo e la faccio arrivare a te, così puoi giocare per noi”
-“Me ne vado a Wake Forrest, stronzo!” risponde glaciale Chris “Ci vediamo tra 3 settimane, preparati”
Al primo anno trova subito spazio (33.5 minuti di utilizzo a serata) nei quali macina 14.8 punti (46.5% da oltre l’arco e quasi il 50% dal campo) ma, come dimostrano i 6 assists di media, non si dimentica dei compagni e si conferma uno fra i migliori difensori del team con 3.2 rimbalzi e 2.7 recuperi ad incontro. Fa il record ACC per palle rubate da un freshman in stagione, 84, battendo le 81 di Jason Williams nel 99/00. Finisce la prima annata cosi: Rookie dell’anno della ACC; le riviste College Insider, The Sporting News e Basketball Times lo indicano come il migliore freshman della conference; il suo nome e’ inserito nel primo quintetto ideale All-Defensive Team della ACC e nel terzo All-Acc; riceve una menzione d’onore in All-America. In estate,sempre per quanto riguarda il 2004, viene chiamato a far parte della nazionale a Stelle e Strisce Under 20 con la quale vince l’oro.
Molti lo vogliono subito in NBA, lui rimane, da sophomore fa 15.2 punti (45.1% dal campo, 47.4% da oltre l’arco e 83.4% dalla lunetta), 6 assists, 4.5 rimbalzi e 2.4 palle rubate.
Draft 2005. Stern, foglietto,alla mano, si parte. Bogut a Milwaukee. Marvin Williams ad Atlanta. Deron Williams a Utah. With the fourth Pick in the 2005 NBA Draft the New Orleans Hornets select: Chris Paul from Wake Forrest.
Qua finisce la parte migliore. Il resto piu o meno lo sapete tutti. New Orleans. Kathrina, Oklahoma City. Tripla doppia e doppie doppie a valanghe. Da all star in casa, la storia della cavalcata ai playoff, del trio delle meraviglie Paul-West-Chandler. Delle triple di Stojakovic. Dei lob per Tyson, dell’umiliazione rifilata a Dallas, della serie tiratissima contro gli Spurs, dei “Woooooo!” che accompagnavano ogni suo canestro scanditi dalla chiamata “C-P-3″ dello speaker. L'arrivo a LA. Non però ai Lakers come era gia praticamente annunciato, ma ai Clippers, diventati contender da quando qualcuno porta un 3 sulla maglia. La storia di come abbia vinto il suo titolo di MVP all’All Star Game di quest’anno. Ma oggi rivuole l'MVP. Non dell'All Star Game (che sicuramente farà) ma quello vero vero, se c'è un uomo in grado di bloccare il regno di un quattro volte MVP, quello è lui.
Eppure ogni sera questo “nano” di un metro e ottanta riesce sempre a stupirti. Che sia con il controllo che esercita sulla partita, che sia con la glacialità con cui gioca nei secondi finali della stessa o con una finta che manda al bar il marcatore o ancora con l’affetto che dimostra verso il piccolo Chris Paul Junior (CP4 se ve lo stavate chiedendo) ad ogni pre e post partita.
Questa è la storia di C-P-3. The next M-V-P?
Per Sportando, Leonardo Genta (CelticLG)