NBA on fire: John Wall
Il leader dei Wizards ha una missione, riportare la squadra della capitale nei playoff
Questa è la stagione della verità sia per John Wall che per i Washington Wizards, con il playmaker ex Kentucky chiamato a confermare i progressi (di cui parlammo già nella offseason) mostrati nella seconda parte della scorsa stagione, progressi che tra l'altro gli hanno fruttato una estensione al massimo salariale. Il traguardo minimo da raggiungere sono i playoff, in attesa di poter aggiungere uno o più giocatori nella prossima offseason grazie allo spazio salariale generato dai vari contratti in scadenza. Proprio per entrare nelle prime otto della Eastern Conference la dirigenza non ha esitato a scambiare l'infortunato Emeka Okafor - parte importante della difesa dello scorso anno- per Marcin Gortat, sacrificando una prima scelta e accettando in cambio anche Shannon Brown, Malcolm Lee e Kendall Marshall, circa sei milioni di dollari di stipendi totali subito tagliati.
L'inizio di regular season è stato abbastanza negativo, e solo parzialmente giustificato dai vari infortuni, ma la squadra ora è in ripresa, con 4 partite vinte sulle ultime 5 giocate.
Manco a dirlo , il motore della serie positiva è stato Wall con 25.6 punti (51% dal campo, 89% ai liberi, oltre l'80% sui 31 tiri totali presi nella restricted area. Da qui è possibile vederli tutti), 5 rimbalzi, 8.8 assist e 2.8 rubate. Quando attacca l'avversario continuamente e con aggressività, sfrutta ancor di più il suo notevole occhio per l'assist (secondo player tracking Wall è secondo solo a Chris Paul per assist opportunities con 19.4 a partita, delle quali 9 vengono capitalizzate dai compagni. D'altronde non può fare tutto lui...).
Questa tabella indica i canestri segnati dalla squadra su assist dell'ex Kentucky:
Uno degli obiettivi dell'attacco dei Wizards è di liberare i tiratori designati negli angoli - primi NBA pre triple tentate degli angoli, 8.6 a partita, realizzate con il 44%-, Bradley Beal (13 su 29 dagli angoli, tira di gran lunga meglio da tre che da due) e Martell Webster (19 su 41 dagli angoli, nelle vittorie segna 3.3 triple con il 45%, nelle sconfitte solo 1.6 con il 32%). Tutto questo è possibile grazie anche alle spesso sottovalutate doti di passatore di Nene, abile a ribaltare la palla ed a servire i tagli dal lato debole, e dell'ottimo Bradley Beal.
Il problema principale della squadra è lo scarsissimo apporto fornito fino ad ora dalla panchina, probabilmente la peggiore della lega; i due starting five con Ariza prima e Webster poi nel ruolo di small forward, hanno una differenza tra punti segnati e subiti ogni 100 possessi ben oltre la doppia cifra, valore che sale addirittura a 21.7 se si considera solo la serie positiva. In particolare con Wall in campo la squadra segna 1.06 punti per possesso, senza di lui scende a 0.85...
Eric Maynor non da una grossa mano e gli infortuni hanno fatto il resto,
Probabilmente sarebbe stato il caso di dare uno sguardo ai tre giocatori arrivati con Gortat. Con il rientro di Otto Porter e gli altri le cose dovrebbero migliorare sensibilmente, ma il fulcro del gioco resterà sempre Wall.
Riuscirà a portare a termine la sua missione?