I migliori giocatori 'dimenticati' in NBA
Uno sguardo ai giocatori che meritano una vera chance per emergere
Un giocatore la notte del draft, non può fare solo affidamento al proprio talento e potenziale per sfondare in nba, ma anche e soprattutto al contesto dove finisce, che influisce profondamente sulla crescita e la carriera di un atleta, nel bene o nel male.
Un esempio lampante è sicuramente Kawhi Leonard, ala uscita da San Diego State scelta nel draft 2011, che ha avuto una crescita esponenziale (anche inaspettata) in questi anni sotto la guida di Greg Popovich, diventando un elemento fondamentale per il presente e futuro dei San Antonio Spurs.
La domanda che ci si potrebbe fare è: ma Leonard sarebbe stato lo stesso giocatore che conosciamo ora, se fosse stato scelto da un’altra squadra?
La risposta è probabilmente no, ma si potrebbe fare la stessa domanda invece per i giocatori finiti in contesti inadatti o pessimi per esprimere al meglio le proprie caratteristiche e continuare la propria crescita, in questo articolo analiziamo chi merita una vera e propria chance per emergere in un nuovo contesto.
Derrick Williams
Scelto come seconda scelta assoluta nel draft 2011 dai Minnesota Timberwolves, Williams è un giocatore con un grande atletismo e tiro per il ruolo, che in questi primi due anni ha faticato a trovare spazio nella franchigia del Minnesota, coperto dalla star Kevin Love e con un evidente problema di ruolo, lento per giocare da 3 e piccolo per giocare da 4. Il talento è indiscutibile, tanto da esser stato anche considerato la possibile prima scelta assoluta al suo draft, ma per poterlo esprimere bisognerebbe cambiare aria trovando una squadra che punti veramente su di lui, in un contesto momentaneamente non vincente.
Destinazioni ideali: Philadelphia 76ers, Boston Celtics, Sacramento Kings
Ekpe Udoh
Centro di origini nigeriane, fu scelto come sesta scelta assoluta nel draft 2010 dai Golden State Warriors, con cui trascorse le sue prime due stagioni nba con una media di 20 minuti di impiego, mentre nel marzo 2012 venne scambiato insieme a Monta Ellis e Kwane Brown ai Milawukee Bucks per Andrew Bogut e Stephen Jackson. Da molti Udoh era considerato un proprio steal da parte dei Bucks nella trade, ma dal suo arrivo nel Wisconsin le cose non sono andate bene, vedendosi il proprio minutaggio diminuire con il ruolo coperto dalla crescita di Larry Sanders. Nonostante non avendo fatto benissimo e non avendo trovato spazio nelle sue prime tre stagioni nba, Udoh ha dimostrato di poter essere un buon difensore e stoppatore, che merita di avere una chance e minuti per essere giudicato.
Destinazioni ideali: Portland TrailBlazers, New Orleans Pelicans, Oklahoma City Thunder
Jimmer Fredette
Realizzatore fenomenale al college con BYU, Fredette entrò al draft con grandi aspettative e fu chiamato alla chiamata numero 10 dai Milwaukee Bucks, in seguito ceduto ai Sacramento Kings. Fredette in nba ha dimostrato sicuramente di non poter essere il giocatore straordinario che era al college, ma di poter essere un grande specialista dalla lunga distanza, in uscita dalla panchina. Nelle prime due stagioni con i Kings il suo rendimento è stato altalenante, così come il suo minutaggio in una squadra che abbonda di guardie, mentre il suo futuro è sempre più incerto così come la sua presenza nelle rotazioni.
Destinazioni ideali: Utah Jazz, Philadelphia 76ers, Orlando Magic.
Anthony Randolph
Strana la storia invece di Anthony Randolph, scelto al draft 2008 alla numero 14 dagli Warriors. Randolph decise di rendersi eleggibile al draft dopo un solo anno a LSU, scelta che probabilmente non rifarebbe col senno di poi, ma motivata dalla grande attenzione attorno a lui e al suo potenziale. Considerato uno steal, però i problemi del ragazzo vennere fuori bruscamente, ancora troppo grezzo ed esile per giocare in nba. Dopo due anni di crescita nella Baia venne scambiato nella sign and trade che portò David Lee agli Warriors e così approdò ai New York Knicks, voluto fortemente da coach Mike D’Antoni, convinto di aver trovato una potenziale stella in Randolph. Ma la reltà fu ben diversa, Randolph non giocò quasi mai ai Knicks e prima della deadline venne di nuovo scambiato ai Minnesota Timberwolves, dove giocò molto bene per poi vedere il proprio minutaggio ridotto la stagione successiva col ritorno di Kevin Love. Nell’estate 2012 firmò un pluriennale con i Nuggets e da qui cominciò definitivamente la sua discesa, arrivando a vedere molto poco il campo la stagione passata. Nonostante la tormentata e deludente fino ad ora carriera, Randolph ha ancora soli 24 anni e potrebbe essere una bella scommessa per una squadra senza immediati obbiettivi.
Destinazioni ideali: Charlotte Bobcats, Atalanta Hawks.
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