'Feast or Famine', la storia di John Starks
Feast or Famine, così inizia l’introduzione della bibliografia di uno dei giocatori più amati e allo stesso tempo più odiati degli anni 90’
Con queste parole inizia l’introduzione della bibliografia di uno dei giocatori più amati e allo stesso tempo più odiati degli anni 90’.
“Banchetto o Carestia” era il Nickname che da Pat Riley, suo Coach ai tempi dei Knicks, diede a John Starks e che con quel soprannome descriveva perfettamente il tipo di giocatore… “può vincere o perdere una partita da solo, non sai mai cosa aspettarti da quel ragazzo fino a quando la partita non è finita”.
Ma la carriera da professionista di John non iniziò a NYK anzi non iniziò proprio… infatti al Draft del 88’ non venne nemmeno chiamato!
Nessuno spese nemmeno una seconda una scelta per quel ragazzo, che indossava la canotta numero 32 in onore del suo idolo Magic Johnson, uscito da Oklahoma State University… se ci pensate e conoscete un minimo i giocatori scelti quell’anno col senno di poi sarebbe potuto esser tranquillamente anche una delle prime 5 scelte, per darvi un’idea questi sono stati i primi 9:
1 Danny Manning - Clippers (All Star)
2 Rick Smith - Pacers (All Star)
3 Charles Smith - 76ers
4 Chris Morris - Nets
5 Mitch Richmond - Warriors (All Star)
6 Hersey Hawkins - Clippers (All Star)
7 Tim Perry - Suns
8 Rex Chapman - Hornets
9 Rony Seikaly - Heat
Ma come può esser possibile che un giocatore che è stato secondo quintetto difensivo Nba nel 93’, All Star nel 94’ e sesto uomo dell’anno nel 97’ non sia stato nemmeno chiamato al Draft e che non abbia trovato nemmeno spazio nei suoi primi anni di carriera?
La risposta, per quanto assurda, è scontata se ti chiami John Levell Starks…
John nasce a Tulsa in Oklahoma il 10 agosto del 65’ e come la maggior parte dei ragazzi neri del ghetto cresce senza un padre, con una giovane madre che non sa occuparsi di lui ed una santa nonna che gli fa da Mamma…
I problemi con la legge per piccoli furtarelli erano all’ordine del giorno per quel ragazzo “esuberante”.
La famiglia cercò in tutti i modi di togliere il ragazzo dalla strada e ci riuscirono solo all’ultimo anno di High School a Tulsa Central dove il ragazzo iniziò finalmente a conoscere il Basket organizzato…
Nel 84’, finita la High School, si iscrisse a Rogers State College con l’idea di giocare nella squadra Basket ma riuscì solo a far parte della squadra delle riserve, la tribuna però non faceva per John!
Starks non trovava pace e tornò al vecchio hobby di gioventù… rubò uno stereo dalla camera di un compagno di squadra e venne espulso con l’accusa furto.
Nel 85’ si iscrisse a North Oklahoma College e riuscì finalmente a far parte della squadra titolare di Basket ma anche qui ebbe i suoi bei problemi… non era ancora iniziata la stagione che già si fece 5 giorni di carcere per rapina!
Una volta iniziato il campionato le cose sembravano andar meglio, John viaggiava ad oltre 11 punti di media ma li dietro l’angolo c’erano i vecchi vizi del passato ad attenderlo… venne beccato a fumare cannabis nella sua stanza nel dormitorio del Campus e di conseguenza fu nuovamente espulso.
Pensò quasi di abbandonare il suo sogno di diventare un giocatore professionista iniziando a lavorare come commesso in un supermercato ma nell’estate del 86’ decise comunque di iscriversi al Tulsa Junior College per prendere una laurea in economia.
Le cose finalmente andarono meglio, concluse l’ 87’ senza problemi e riuscì ad ottenere persino una borsa di studio nel basket ad Oklahoma State University dove poi concluse la sua carriera collegiale, con anche 16 punti media, nel 88’.
Arrivò il giorno del Draft del 88’ ma nessuno mostrò interesse per quel ragazzo dal talento ancora grezzo e molto problematico.
Starks riuscì a firmare comunque un contratto come free agent nel settembre del 88’ con i Warriors ma i brutti rapporti con Coach Don Nelson portarono presto al taglio.
Nel 89’ giocò un anno in CBA con i Silver Bullets di Cedar Rapids e nel 90’ iniziò la stagione in WBL con i Rockers di Memphis… ma finalmente qualcuno lo nota!
Gli scout dei NYK videro qualcosa in lui e lo invitarono a disputare la presason con loro, già sapendo che al 99% sarebbe stato tagliato prima del inizio della stagione.
Durante uno degli ultimi allenamenti che avrebbe dovuto sostenere John provò a schiacciare in testa a Pat Ewing ma cadde male e si ruppe un ginocchio… i Knicks non potevano tagliarlo fino a quando non si sarebbe rimesso dall’infortunio e Starks iniziò la stagione nella lista infortunati di New York , una volta guarito i termini per tagliare il suo contratto erano decosri e Knicks dovettero tenerselo… quell’anno giocò 61 partite come riserva di Gerald Wilkins chiudendo con 7.6 punti in quasi 20 minuti di impiego., non male per uno che era praticamente un rookie.
La stagione dei Knicks si chiuse anzi tempo al primo turno dei play off con un secco 3-0 contro i Bulls lanciati verso il loro primo titolo.
L’anno seguente venne confermato, giocò tutte ed 82 le partite partendo dalla panchina e chiuse la stagione con 13.9 punti, 2.3 rimbalzi e 3.4 assist in quasi 26 minuti di impiego.
Anche in questo caso la stagione dei Knicks si concluse contro i Tori , questa volta al secondo turno dei play off e con un più combattuto 4-3. Per MJ e compagni arrivò il secondo titolo consecutivo.
Nel 92’ era un punto fermo della squadra tanto che a metà stagione guadagnò il quintetto base, i suoi numeri migliorano ancora 17.5 punti, 2.6 assist e 5.1 rimbalzi il tutto in 31 minuti sul campo. New York ha una buona stagione ed ha la testa di serie nella Eastern Conference, in finale incontrano nuovamente gli odiati Bulls… tutti sappiamo la storia con MJ che alza il suo terzo titolo consecutivo.
Quello che forse alcuni non ricordano è una delle più grandi giocate della storia dei Play Off NBA, tanto che NBA TV l’ha inserita nei 60 Greatest Playoff Moments…
“The Dunk”
Gara 2 delle finali della Eastern Conference - Ultimo minuto Starks scende in palleggio sul lato destro difeso da BJ Amstrong, Ewing gli porta un blocco fuori dalla linea dei 3 pt. all’altezza del prolungamento del tiro libero, John finge di sfruttare il blocco sul centro e con un esitation si libera del suo difensore sullo stesso lato destro… 1, 2 palleggi arresto a due tempi fuori dall’area dei tre secondi, sinistro destro e va su di sinistro… lefty tomahawk jam!
Adesso le versioni sono diverse, se sentite un tifoso dei Knicks vi dirà che ha posterizzato MJ se sentite un qualunque altro tifoso vi dirà che MJ aveva solo accennato l’aiuto e la vittima di “The Dunk” in realtà era “solo” Horace Grant!
Il Madison esplode… i suoi compagni non smettono più di spingerlo esaltati dalla giocata!
Questo è il ricordo di John in una recente intervista su “The Dunk”: “E’ stato incredibile. E’ stato incredibile perché abbiamo lottato per superare finalmente i Bulls. È stata una grande sensazione ed esser stato io a fare quella giocata decisiva è una sensazione indescrivibile per me.”
Come detto prima “The Dunk” non bastò ad eliminare i Bulls ma John orami era diventato l’idolo dei tifosi dei NYK.
Ecco se volete capire che aria tira per i giocatori a New York come ad esempio chi è il giocatore più amato dei tifosi vi basta dare un occhio a bordo campo e vedere che maglia indossa Spike Lee ed il regista di He Got Game in quegli anni indossava solo la maglia numero 3 dei Knicks ed il perché lo spiega lui con queste parole: “La ragione per cui indossavo solo la maglia numero 3 dei NYK quando ero a bordo capo al Madison era perché lui era i Knicks. Sai perché dico questo? In una squadra in cui c’erano dei futuri Hall of Famer come Ewing, Oakley e altri sette ottimi giocatori perché proprio l’uomo da Tulsa, Oklahoma? Per me, Starks ha fatto più di quello che la maggior parte delle persone avrebbe potuto fare. Come può un commesso di un supermercato diventare un All Star…”
E ancora sempre Spike Lee sul rapporti tra John ed i tifosi:
“ I New Yorkers hanno amato ed amano tantissimo John perché era autentico, coraggioso, una guida, dava il 200%, ed era pazzo… questo era John Starks sul campo.”
Uno dei momenti più brutti della storia di “The Dunk”, i tifosi iniziarono a chiamarlo anche con quel nickname, arrivò l’anno seguente… New York arrivò finalmente in Finale per il titolo NBA ed incontrò gli Houston Rockets del nostro amico “Mad Max”.
Siamo a gara 3, Houston vince di 3 punti, ultimi secondi di partita, John prova la tripla… fallo di Holajuwon! 3 tiri liberi direte voi… e invece no, all’epoca la lega permetteva solo 2 tiri liberi anche se il fallo era commesso su un tiro da 3 punti.
Starks converte entrambi i liberi e Houston vince 93-88 (la beffa avvenne con l’inizio della nuova stagione quando la NBA cambiò finalmente la regola dei tiri liberi su fallo subito su tiro da 3 punti).
I Knicks riescono comunque ad andare in vantaggio 3-2 nella serie e in gara 6 hanno il tiro della vittoria… con il punteggio di 86-84 per i Rockets Starks si prende la tripla del titolo ma anche questa volta c’è lo zampino di Hakeem che lo stoppa regolarmente.
Si va a gara 7 e John ha una delle peggiori partite della sua carriera chiudendo con 2 su 18 dal campo… Houston nega la doppietta alla città di New York che sognava l’accoppiata Stanley Cup e titolo NBA.
Ci furono anche delle illazioni sullo stato di forma di Starks in quella gara 7… alcuni tifosi dicono di averlo visto a notte fonda alticcio in un Club della Big Apple ed andare via con un paio di signorine la notte prima della palla a due!
Nel 95’ Pat Riley lasciò i Knicks per trasferirsi agli Heat e John si ritrovò il suo “vecchio amico” Don Nelson come capo allenatore… fortunatamente per Starks Nelson a metà stagione venne esonerato ed il suo posto venne preso da Jeff Van Gundy.
Nel 96’ i Knicks presero Allan Houston e John tornò a partire dalla panchina dopo anni di quintetto ma ciò non influì negativamente sul suo gioco ma anzi gli permise di vincere anche il titolo di sesto uomo dell’anno nel 97’.
Nel 98’ terminò la sua esperienza in maglia Knicks, venne ceduto a Golden State insieme a Chris Mills e Terry Cumings per Latrell Sprewell.
Con i Warriors giocò due mezze stagioni prima di esser spedito ai Bulls a metà del secondo anno.
Infine chiuse la carriera nel 2002 dopo 2 anni in magli Utah Jazz.
Nonostante negli ultimi anni di carriera abbia un po’ girovagato John Starks resterà nell’immaginario collettivo solo un Knicks ed i record ottenuti in 8 anni a New York parlano da soli:
11° in punti totali (8.489)
8° negli assist (2.394)
7° nelle palle recuperate (711)
Secondo quintetto difensivo Nba nel 93’
All Star nel 94’
Sesto uomo dell’anno nel 97’
Voi che dite “FEAST OR FAMINE”?