Sportando Mock Draft 2013 (scelte dalla 1 alla 14)
Le previsioni di Sportando per il prossimo draft NBA per quanto riguarda le prime 14 scelte
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NERLENS NOEL |
211 |
93 |
Freshman |
19yo |
C |
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From Kentucky Wildcats |
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Cleveland, è il tuo momento! Dalla dipartita di LeBron ad adesso un mix di fortuna e di bravura nelle decisioni da parte della dirigenza mette la squadra dell’Ohio nelle condizioni perfette per ripresentarsi al vertice entro due anni. La prima chiamata per i Cavs dovrebbe andare su Nerlens Noel, in quanto oltre ad essere il miglior prospetto presente al draft va a coprire uno dei ruoli nel quale Cleveland è parzialmente scoperta (sempre tenendo conto del progetto per il ritorno di LeBron James dal 2014). I Cavaliers hanno avuto grossi problemi con i centri quest’anno, causa guai fisici di Varejao e inesperienza di Tyler Zeller, che hanno portato a lungo la dirigenza dei Cavs a provare a scambiare il brasiliano. Con l’avvento di Mike Brown (l’allenatore più fortunato del mondo: James, Bryant ed Irving le stelle dei suoi ultimi tre incarichi) i Cavs cercheranno di invertire il trend che li ha visti costantemente tra le peggiori difese degli ultimi anni. In questo contesto Noel si inserisce bene, dato che prima del grave infortunio contro Florida aveva avuto un impatto terrificante sulla difesa – ed in generale sull’atteggiamento- dei Wildcats, che in seguito sono crollati fino a non qualificarsi per il torneo NCAA. Nelle 24 gare giocate Noel ha avuto picchi di rendimento altissimi anche contro avversari di alto livello – 16 rimbalzi e 6 stoppate contro Isaiah Austin e Cory Jefferson di Baylor, 12 con 9 rimbalzi, 4 rubate e 6 stoppate contro Jarnell Stokes di Tennessee-, fino ai 7 rimbalzi e le 12 stoppate contro Mississipi, una squadra esperta che in quel momento era tra le sorprese della stagione. Oltre le cifre, quello che ha impressionato di più è stata la grinta, la voglia e la capacità di condizionare gli avversari – paragonabile all’impatto difensivo di Anthony Davis nel 2011/2012, considerando che Davis aveva compagni di squadra molto più votati alla difesa di quelli di questa stagione. In attacco tra i due non c’è storia al momento…-. La maggior parte degli addetti ai lavori sembra convinta del suo pieno recupero fisico, ed in una squadra che ha negli esterni le principali bocche da fuoco Noel avrebbe la libertà di dedicarsi ai punti di forza del suo gioco, oltre ad un maestro del lavoro in post basso come Varejao – se non sarà scambiato – dal quale attingere trucchi e consigli a piene mani…In un draft senza stelle sicure come Davis, Irving o Rose, il lungo da Kentucky – almeno potenzialmente- sembra quello che più si avvicina a quel livello…
2 |
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BEN MCLEMORE |
196 |
85 |
Freshman |
20yo |
G |
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From Kansas Jayhwaks |
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La chiamata 2 per gli Orlando Magic dovrebbe essere Ben McLemore. Il roster di Orlando dispone già di Arron Afflalo nel settore guardie, ma la dirigenza sembra intenzionata a scaricare il suo contrattone per puntare proprio sul prodotto di Kansas che non ha neanche nascosto il suo desiderio di essere preso in considerazione per la scelta dichiarandosi perfetto per il sistema dei Magic. Ultimo in ordine di tempo tra i tanti ‘nuovi Ray Allen’, il paragone regge bene sia fisicamente che tecnicamente. Quello che sembra mancare è quel sano egoismo che tutti i grandi realizzatori dovrebbero avere; spesso Bill Self durante la stagione ha pubblicamente cercato di spronarlo a prendere ancor di più in mano l’attacco dei Jayhawks, anche per ovviare alla scarsa produzione dei due playmaker. I suoi limiti caratteriali sono probabilmente alla base del differente rendimento tra le gare giocate in casa – 18.8 punti,51% totale, 46% da tre- e quelle fuori casa –13.9 punti, 44% totale, 34% da tre- Elegante nei movimenti, in alcune occasioni – 33 con 6 su 6 da tre e 7 su 7 ai liberi nella vittoria su Iowa State, giocando contro un gran difensore come Chris Babb, 22 e 6 rimbalzi stra decisivi nella vittoria su Ohio State - ha lasciato intravedere l’aggressività di cui avrebbe sempre bisogno. Cresciuto tra mille problemi, ad Orlando troverebbe un ex Jayhawks in panchina – Vaughn-. Almeno nelle prime stagioni avrà assoluto bisogno di un playmaker che sappia innescarlo a dovere, e nel frattempo dovrà necessariamente migliorare nel costruirsi un tiro dal palleggio.
3 |
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OTTO PORTER |
203 |
90 |
Sophomore |
19yo |
AP |
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From Georgetown Hoyas |
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Washington ha costruito una squadra sulla carta per i playoff prima che l’infortunio di Wall e problemi di amalgama iniziale minassero questa prospettiva; però i segnali nella seconda parte di stagione sono stati incoraggianti, con la squadra in netta ripresa e con buone possibilità di affondare il colpo playoff nella prossima stagione. Per rendere più competitivo il roster dei Wizards serve soltanto un’ala piccola di valore e con la terza chiamata cade proprio a fagiolo Otto Porter. La migliore testimonianza del valore di Porter l’ha fornita coach Boeheim di Syracuse – università più che rivale degli Hoyas…-, che lo ha definito il migliore all-around mai visto nella Big East da quando allena… Porter è uno dei pochissimi atleti che non ha mai frequentato i vari circuiti estivi per i liceali, preferendo passare le sue estati a migliorare sui fondamentali. La sua seconda stagione di college è stata straordinaria – primo team All-America – fino al flop del torneo NCAA contro Florida Gulf Coast; cresciuto molto nel tiro da tre – dal 22% del primo anno al 42% del secondo sul doppio dei tentativi-, ha sprecato pochissimi palloni nonostante fosse il protagonista di quasi un quarto – 24%- dei possessi degli Hoyas. Si è dimostrato capacissimo di giocare da prima opzione offensiva – 33 con 8 rimbalzi e 5 rubate proprio contro gli Orange, 18 con 11 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate e 5 stoppate contro la talentuosa UCLA ad inizio stagione- sempre continuando ad incidere in difesa ed a rimbalzo. Un giocatore del genere farebbe comodo ad ogni allenatore, tanto più che sembra che anche Cleveland lo consideri per la prima scelta assoluta
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ANTHONY BENNETT |
203 |
109 |
Freshman |
20yo |
AG |
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From UNLV Runnin’ Rebels |
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I Bobcats ancora una volta sono stati sfortunati al draft, dovendosi accontentare di una quarta chiamata quando gli sarebbe dovuta spettare quasi di diritto divino la numero 1 o la numero 2. Il problema grosso quest’anno di Charlotte è stata la grande carestia offensiva dei lunghi a disposizione, che ha scaricato il peso dell’attacco sugli ottimi Walker e Henderson. Pertanto ci pare piuttosto logico l’inserimento di Anthony Bennett, l’ala da UNLV che dovrebbe garantire un maggiore contributo di quello fin qui offerto dai vari Biyombo, McRoberts, Warrick e via discorrendo. Sul canadese ci sono opinioni discordanti su ruolo e potenziale, resta comunque notevole la sua unica stagione al college, da prima opzione offensiva indiscussa nonostante UNLV fosse una delle squadre più lunghe d’America. Tremendo per esplosività ed atletismo, ha braccia lunghe che gli dovrebbero consentire di giocare agevolmente da power forward. In attacco è difficile da contenere perché in grado di punire sia in avvicinamento – spesso con incredibili schiacciate- che con un buon tiro da fuori.
E se poi i Bobcats dovessero vincere la corsa a Wiggins nel prossimo draft…
5 |
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VICTOR OLADIPO |
193 |
97 |
Junior |
21yo |
G |
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From Indiana Hoosiers |
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La brutta stagione di Phoenix (e inaspettata) porterà sicuramente a delle epurazioni in diversi settori, ma se c’è una cosa sulla quale i Suns vogliono rifondare è il settore guardie. Phoenix è stata tradita da diversi giocatori il cui rendimento è stato inferiore alle aspettative, tra tutti Michael Beasley. La scelta più plausibile è quella di Victor Oladipo, capace di alternarsi nel ruolo di guardia e di ala piccola per sfruttare il suo debordante atletismo. Trattasi di un atleta dotato di una assoluta capacità difensiva e vera sorpresa della stagione NCAA. Leader indiscusso degli Hoosiers – All American, primo nella super competitiva Big Ten nella percentuale dal campo (59%) dal campo, nei recuperi (2.2) ed in una lunga serie di statistiche avanzate, tra le quali il Defensive rating (86.9)- nonostante la presenza dell’allora super quotato Cody Zeller, facendo leva su atletismo ed intensità nettamente superiori alla norma. Migliorato nel tiro da fuori – dal 20% della stagione da sophomore al 44% di quella appena conclusa – anche se su meno di due tentativi a gara, viene spesso descritto come un lavoratore instancabile. Addirittura paragonato a Wade e Jordan durante la stagione, sarebbe perfetto per riportare entusiasmo e vitalità nell’ambiente dei Suns.
6 |
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ALEX LEN |
216 |
116 |
Sophomore |
19yo |
C |
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From Maryland Terrapins |
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Non si può dire che le scelte fatte quest’estate dalla dirigenza dei neo-Pelicans siano state felicissime; passi Anthony Davis che comunque ha giocato una buona stagione pur seguito da alcuni problemi fisici, rimane l’infelice scelta di pareggiare i 56 milioni in 4 stagioni di Eric Gordon, tornato finalmente sano, ma fino a qui non in grado di giustificare un contratto così pesante. New Orleans potrebbe cercare di scalare scelte per arrivare a Porter, che è l’obiettivo primario, ma qualora non ci riuscisse e dovesse utilizzare questa chiamata 6 la scelta potrebbero essere Alex Len o Trey Burke. La questione Burke per ora non è chiara in quanto resta da capire come Demps abbia intenzione di gestire il rinnovo di Vasquez, che andrà in scadenza e chiederà un aumento pesante. Più decisamente scambiabile Robin Lopez, che avendo giocato una buona stagione ha mercato grazie al suo contratto decisamente leggero. Alex Len andrebbe a sostituirlo e darebbe insieme a Davis una coppia di lunghi davvero giovane ed invidiabile. Sul potenziale offensivo del totem ucraino, attualmente fuori per problemi fisici e quindi impossibilitato ad effettuare i vari workout, c’è un generale ottimismo a causa del buon rendimento fornito – 11.9 punti e 7.8 rimbalzi con il 53% da due ed il 68% dalla lunetta- nonostante la scarsa abilità delle guardie di Maryland di servirlo con continuità e precisione. Inoltre negli occhi di tutti c’è la grande prestazione – 23 con 12 rimbalzi e 4 stoppate-fornita al debutto stagionale contro Nerlens Noel e gli altri prospetti del settore lunghi di Kentucky.
7 |
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CODY ZELLER |
211 |
104 |
Sophomore |
20yo |
AG |
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From Indiana Hoosiers |
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Sacramento ha archiviato con grande festa l’era Maloof, scongiurando la relocation e godendosi finalmente la possibilità di tornare competitiva. Chiaramente per ora dei Kings neanche si conosce nemmeno il GM quindi è abbastanza complesso stabilire cosa possa essere chiamato al draft, ma se ci si basa sulla situazione della squadra Cody Zeller potrebbe essere la mossa giusta. Il lungo degli Hoosiers ha sempre giocato centro, ma gli scout vedono in lui un probabile spostamento da ala grande, che lo accoppierebbe piuttosto bene con DeMarcus Cousins. Su Zeller all’inizio della stagione molti ventilavano addirittura una delle prime 3 chiamate, ma ha perso posizioni per via di una stagione giocata al di sotto delle aspettative. Durante la Combine di Chicago ha però sorpreso tutti con il suo atletismo – primo nel salto da fermo-, rilanciando così le sue quotazioni. Opportunista come pochi vicino a canestro – primo nella Big Ten con 29.8 di P.E.R-, veloce nel riempire le corsie in contropiede, ottimo nel guadagnarsi valanghe di tiri liberi – 7.2 a partita realizzati con un buon 75%-, per giocare molti minuti dovrà dimostrare di saper reggere difensivamente.
8 |
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TREY BURKE |
185 |
85 |
Sophomore |
20yo |
PM |
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From Michigan Wolverines |
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Detroit ha deluso ancora una volta in questa stagione e pare ancora lontanissima dai fasti delle grandi epoche, con una ricostruzione che sta andando a rilento e la grossa difficoltà nell’avviare un progetto serio. Ha pagato Lawrence Frank con l’esonero e il resto è tutto nebuloso, ma se c’è una certezza riguardo all’avvenire è che il ruolo di playmaker vada completamente rivisto. Brandon Knight non si è rivelato all’altezza del compito e Rodney Stuckey nemmeno; Will Bynum è in scadenza così come Calderon. Probabile che lo spagnolo rimanga e far coppia con Burke darebbe sicuramente qualcosa di nuovo al gioco dei Pistons. . Il Player of the year della stagione appena conclusa – di cui abbiamo già parlato di recente- viene considerato dalla maggior parte degli addetti ai lavori come uno dei migliori giocatori del draft; il problema è che tra le squadre che scelgono nella prima metà della lotteria ben poche – Orlando di sicuro, forse i Pelicans- sembrano aver bisogno urgente di un playmaker. Burke dal canto suo ha dimostrato di saperci fare eccome in regia, trasformando l’attacco dei Wolverines (con almeno tre freshman sempre in rotazione) nel migliore d’America – primi per canestri totali segnati dal campo (1093), secondi per punti totali (2932), settimi per percentuale dal campo (48%)e terzi nell’offensive rating (116.1)-. Cuore e determinazione, ma anche buon tiro e capacità di trovare i compagni nelle posizioni a loro congeniali. Non è il super atleta in voga nella NBA alla Wall, alla Rose o alla Westbrook, ma ha diverse armi a disposizione per incidere fin dal via.
9 |
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KENTAVIOUS CALDWELL-POPE |
196 |
93 |
Sophomore |
20yo |
G |
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From Georgia Bulldogs |
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I Timberwolves, così come i Lakers, hanno beccato la palma della sfortuna, venendo tartassati dagli infortuni e dovendo alzare presto bandiera bianca. Non è comunque un mistero che gli Wolves dal draft cerchino due cose: una guardia e un pivot. I workout svolti fin qui hanno mostrato come ci sia grande interesse nell’azzardare Kentavious Caldwell-Pope con la chiamata numero 9. La guardia di Georgia è piaciuta moltissimo a Saunders che ha dichiarato di essere a conoscenza delle qualità del ragazzo già da tempo. Penalizzato a livello di esposizione mediatica dalla pochezza dei suoi compagni di squadra, nella seconda stagione con i Bulldogs è riuscito comunque a confermare il grande potenziale già mostrato al liceo; costretto a dare una mano in ogni reparto – ben 7.1 rimbalzi e 2 rubate di media-, è passato dal 30% al 37% da tre su 7 tentativi a gara. Nella regular season della SEC ha infilato una serie di gare strepitose – compresa una doppia doppia da 24 e 10 rimbalzi in una inaspettata vittoria su Kentucky- che gli sono valse il trofeo di MVP della conference. Potrebbe giocare anche ala piccola in alcune situazioni tattiche, la precisione al tiro da fuori sarà fondamentale per il prosieguo della sua carriera.
10 |
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C.J. McCOLLUM |
191 |
89 |
Senior |
21yo |
G |
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From Lehigh Mountain Hawks |
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- Pick protetta fino alla 12…dalla 13 sarebbe passata ai Bobcats
Portland ha iniziato a ricostruire dopo il periodo nero degli infortuni e la squadra che ha assemblato si è rivelata almeno nel quintetto offensivamente ottima. Il problema è che uno dei pezzi del mosaico (tale J.J. Hickson) verrà lasciato libero, in quanto la dirigenza dei Blazers non intende pattuirgli un contratto remunerativo date le sue lacune difensive. Nonostante la partenza di Hickson la questione pivot sembra possa venire risolta dalla free agency dato il grosso numero di centri disponibili, mentre invece risulta urgentissimo mettere benzina nella panchina di Portland, che è stata la peggiore di tutta l’NBA in rapporto divisione punti con il quintetto. A tal proposito la chiamata del giocatore da Lehigh ci appare plausibile. McCollum, nome noto a livello nazionale da quando sconfisse Duke praticamente da solo nel torneo NCAA 2012, ha il profilo della combo-guard giusta per andare a rinfoltire il pacchetto esterni dei TrailBlazers, troppo dipendenti da Lillard e Matthews. Mai sotto i 19 di media nelle quattro stagioni al college, è un realizzatore a dir poco completo. Grazie al buon trattamento di palla è molto efficace sia nel pick’n’roll che in isolamento, e negli anni ha messo su un tiro da tre affidabile. Limitato a sole 12 partite per un problema ad un piede, al debutto ha rifilato 36 punti con 8 rimbalzi e 3 rubate contro la talentuosissima Baylor. Lascia la Patriot League (che dovrebbe avere ben due atleti scelti nel draft viste le quotazioni in ascesa del lungo Mike Muscala) con una lunga serie di record, riuscirà ad imporsi anche nella NBA?
11 |
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MICHAEL CARTER-WILLIAMS |
196 |
83 |
Sophomore |
21yo |
PM |
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From Syracuse Orange |
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- Pick protetta fino alla 14…dalla 15 sarebbe passata agli Heat
Philadelphia è rimasta scottata dalla situazione Andrew Bynum, che ha compromesso tutta la stagione e reso il settore lunghi dei 76ers uno dei più deboli della lega. Il nuovo Gm Sam Hinkie ha già fatto sapere che rinnoverà Bynum solo a condizioni vantaggiose per il club e di assoluta sicurezza sul suo stato di salute. Nel frattempo il draft potrebbe invece portare un cambio-play per i 76ers. Le scadenze di Jenkins e Ivey oltre a Nick Young mutileranno enormemente il reparto esterni e lascerebbero il solo Holiday come play. Carter-Williams sarebbe un ottimo elemento come cambio e il ragazzo ha già dichiarato di sperare nella chiamata di Philadelphia. Paragonato alla versione pre infortunio di Shaun Livingston, nella seconda stagione con gli Orange ha mostrato una notevole capacità nel trovare l’uomo libero – ha smazzato assist nel 40% dei possessi da lui giocati-, specialmente in transizione. Non avendo un cambio affidabile ha finito per giocare più di chiunque altro nella Big East, parziale giustificazione per le tante palle perse – 3.5 a gara, bilanciate in parte dai 2 recuperi-. Al liceo aveva mostrato anche ottime doti di tiratore, non confermate però negli Orange; lo stesso MCW (che attualmente lavora a Long Island con Reggie Bullock, Mike Muscala e C.J. McCollum) di recente ha dichiarato di aver modificato alcuni aspetti del suo tiro per renderlo più efficace. Difensivamente ha atletismo e velocità di piedi e mani per sorprendere, anche perché almeno all’inizio il suo ruolo prevederà sicuramente meno responsabilità offensive rispetto a quelle di Syracuse. Talento complessivamente di alto livello che per rendere al massimo dovrà esser accompagnato costantemente da voglia e intensità simili…
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STEVEN ADAMS |
213 |
113 |
Freshman |
19yo |
C |
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From Pittsburgh Panthers |
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- Pick ricevuta dai Raptors, via Houston che era protetta nelle prime 3 scelte
I Thunder devono ricominciare tutto da capo anche questa stagione; l’infortunio di Westbrook ha tolto ai Thunder quasi tutte le chance di titolo e li ha costretti ad arrendersi di fronte ad una grande Memphis. Oklahoma City ha comunque un problema principale: il pivot! Presti per ora ha escluso l’amnesty per Kendrick Perkins, ma le prestazioni dell’ex centro dei Celtics sono state davvero sotto le aspettative e quindi in questo draft la squadra dell’Oklahoma cercherà sicuramente un pivot. Le quotazioni del neozelandese Steven Adams sono in grandissima crescita e si giocherà con Kelly Oynyk un posto per la scelta al draft. Dei due Adams è quello con il maggior potenziale difensivo, anche se difficilmente inciderà nella lega prima di un paio di stagioni. Ha destato ottima impressione generale durante la Combine di Chicago, mostrando grinta e concentrazione. A Pittsburgh il suo contributo è stato più o meno quello che ci si aspettava; rimbalzi – 6.3 di media, 17% dei totali disponibili con lui in campo, terzo nella Big East dietro Jack Cooley e Gorgui Dieng- e stoppate – 2 di media, anche qui con l’11.2% è terzo nella Big East dietro Chris Obekpa e Cheikh Mbodji-. Da migliorare ai liberi – 44%-, ad Oklahoma avrebbe l’ambiente giusto per crescere senza pressioni e con uno staff tecnico che lavora molto sui miglioramenti individuali.
13 |
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SHABAZZ MUHAMMAD |
198 |
101 |
Freshman |
20yo |
AP |
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From UCLA Bruins |
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- Pick protetta fino alla 20…dalla 21 sarebbe passata ai Thunder
Dallas si prepara per il colpo in free agency. Le grandi manovre di Mark Cuban per accaparrarsi uno tra Howard e Chris Paul stanno portando il patron dei Mavs a cercare di liberare più spazio possibile e uno dei principali indiziati allo scambio è Shawn Marion. Per questo motivo riteniamo che Shabazz Muhammad possa essere la chiamata dei Mavs, in modo che il prodotto di UCLA sia la scommessa di Cuban nel ruolo di ala piccola. Considerato primo o al massimo secondo – dietro Noel- tra i liceali arrivati al college la scorsa stagione, di lui si è spesso parlato per questioni che non riguardavano il basket giocato – età abbassata di un anno, presunti contatti con la Adidas, guai recentissimi del padre -. Sul campo Muhammad non ha deluso, confermandosi attaccante di ottimo livello in avvicinamento e dalla media distanza, con un tiro da tre forse migliore del previsto – 37% totale, percentuale oltretutto penalizzata dal 3 su 23 delle ultime 6 partite, prima era abbondantemente sopra il 40%-. Grintoso e potente, in molti hanno dubbi su come il suo stile di gioco aggressivo possa tradursi in NBA, dove l’atletismo e la stazza sono ovviamente superiori rispetto alla NCAA. Unico tra i migliori prospetti a partecipare anche alla parte competitiva della Combine, probabilmente per cercare di migliorare la sua reputazione agli occhi dei vari dirigenti NBA. Ha molti aspetti del gioco da migliorare – il passaggio su tutti, anche l’uso della mano destra – ed avrà bisogno di uno staff tecnico in grado di incanalare nel giusto modo la sua voglia di emergere. A fine lotteria è difficile fare di meglio in questo particolare draft.
14 |
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KELLY OLYNYK |
213 |
106 |
Senior |
22yo |
C |
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From Gonzaga Bulldogs |
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I Jazz hanno battagliato a lungo con i Lakers per l’ultimo posto nei playoff, ma hanno dovuto accontentarsi dell’ultima chiamata in lottery. La situazione nei Jazz è di totale rinnovamento, con scadenze pesanti in quasi tutti i settori e quindi la scelta potrebbe essere veramente difficile da stabilire. Pensiamo che qualora si trovasse libero Kelly Olynyk sarebbe di loro gradimento, e potrebbe andare ad aggiungere peso ad un pacchetto lunghi che probabilmente verrà privato di almeno uno tra Jefferson e Millsap (con il primo maggiore indiziato causa peso economico). Olynyk, dopo una stagione passata a lavorare su testa e fisico senza giocare, è emerso come il migliore attaccante tra i lunghi di questo draft : primo assoluto NCAA nel P.E.R. con 36.2, secondo solo a Reggie Bullock nell’Offensive Rating (127.1) tra gli atleti previsti nel draft, una macchina da canestri sia dal campo (62%) che dalla lunetta (77% su oltre 5 tentativi a gara) . Giocava da guardia nella sua high school prima di diventare un 2.13, ed ha conservato diversi aspetti tecnici del ruolo. Difensivamente con la sua discreta mobilità sembrerebbe più adatto a difendere sulle power forward , anche se senza aiuto pagherebbe inevitabilmente dazio – come quasi tutti in NBA- contro i vari Griffin, Randolph ecc… Pronto per giocare minuti di qualità in attacco fin dal via.
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