Riconoscimenti di fine stagione: gli awards NBA secondo Sportando
E' tempo di tirare le somme della regular season
Stanotte si conclude la regular season NBA ed è tempo di tirare le somme. Per questo vi proponiamo le nostre scelte personagli per gli awards NBA, premiando simbolicamente le stelle di questa regular season. Ecco di seguito le scelte:
Rookie dell'anno
Vincitore: Damian Lillard
La scelta del rookie dell'anno è piuttosto ovvia. La guardia dei Portland Trail Blazers è stato un autentico trascinatore per tutta la stagione, viaggiando ad una media di 19 punti e 6.5 assist a partita. Si sapeva che questo ragazzo proveniente dal piccolo college di Weber State avesse talento, ma nessuno si aspettava che potesse diventare un tale fattore già nella sua annata da rookie. Impressionante la sua capacità di prendersi le responsabilità nei momenti decisivi, tante le sue triple nei finali di partita che hanno entusiasmato i tifosi dei Blazers. Un realizzatore nato, un ottimo assist-man e una capacità di attaccare il ferro di primissimo livello, tutte queste caratteristiche rendono Lillard una vera e propria star, anche se solo al primo anno nella Lega. Il futuro dei Blazers è suo, Lillard può diventare uno dei giocatori più forti di tutta la NBA.
2° posto: Anthony Davis
3° posto: Bradley Beal
Sesto Uomo Dell'Anno
Vincitore: J.R. Smith
La guardia dei New York Knicks ha vissuto sicuramente la migliore stagione della sua carriera. Smith è stato un fattore fondamentale nella grande regular-season disputata dai Knicks, i suoi punti e la sua energia uscendo dalla panchina non sono mai mancati. Ad inizio stagione in pochi pensavano che Smith potesse avere questa continuità ma il bad boy dei Knicks ha zittito tutti, con una serie di prestazioni incredibili, diventando spesso il primo realizzatore della squadra, scavalcando anche la stella Carmelo Anthony. 18 punti, 5.3 rimbalzi e 2.7 assist a partita, le cifre di J.R. Smith sono le migliori della sua carriera, una vera macchina da canestri, molto utile anche come trattatore di palla per dare un pò di respiro ai vari Kidd, Felton e Anthony. Quando è sul parquet la squadra gioca per lui, i Knicks hanno fatto un affare a trattenerlo a delle cifre così basse, il problema è che la prossima stagione non sarà così semplice tenerlo nella Grande Mela. Smith è riuscito a tenere a bada, per gran parte della stagione, anche il suo carattere difficile, limitandosi solo a rari eccessi. Se rimarrà questo anche nei playoffs, i Knicks avranno le loro chances di battere i Miami Heat.
2° posto: Jamal Crawford
3° posto: Jarrett Jack
Defensive Player Of The Year
Vincitore: Joakim Noah
Il centro dei Chicago Bulls merita la vittoria per l'incredibile energia data alla sua squadra per tutta la stagione. I Bulls, orfani di Derrick Rose, si sono appoggiati moltissimo sull'intensità e sulle capacità del centro francese, e Noah, dal canto suo, ha sempre risposto presente. Un autentico lottatore, un gladiatore del pitturato, un moto perpetuo su entrambi i lati del campo. Noah non è un giocatore tecnico ma è il perfetto esempio di come la dedizione e l'energia possano sopperire alle lacune tecniche. A rimbalzo è una costante minaccia per gli avversari, non molla mai un pallone, e il suo tempismo nello stoppare gli avversari è indescrivibile. 11.3 rimbalzi, 2.2 stoppate e 1.2 palle rubate a partita, le statistiche di Noah riescono a descrivere solo in parte l'apporto difensivo di questo giocatore che, in questa stagione, ha avuto un ruolo fondamentale anche in attacco, viaggiando ad una media di 12 punti e 4 assist a partita. Se i Bulls sono arrivati ai playoffs anche senza Derrick Rose, gran parte del merito è del francese con la maglia numero 13.
2° posto: Tim Duncan
3° posto: Marc Gasol
Most Improved Player Of The Year
Vincitore: Jrue Holiday
Questa stagione ha rappresentato la definitiva consacrazione per Jrue Holiday, playmaker dei Philadelphia 76ers. Il playmaker, ex UCLA, ha viaggiato a cifre da All-Star, tanto da essere nominato come riserva per l'All-Star Game. In una stagione sciagurata per i Sixers, a causa dell'infortunio di Andrew Bynum, Holiday ha rappresentato una delle poche note positive per i tifosi dei Sixers. Holiday ha avuto, letteralmente, la squadra in mano, ha vinto diverse partite praticamente da solo, contando sulla sua strapotenza fisica e su un tiro da tre punti sempre più affidabile. Doppie-doppie automatiche quasi ogni sera, triple-doppie sfiorate con una certa continuità, Holiday è diventato uno dei migliori playmaker della NBA e tutti lo rispettano come tale. Le sue cifre sono impressionanti, 18 punti, 8 assist e 5 rimbalzi a partita, il tutto tirando con quasi il 45% dal campo. L'unica pecca nel suo gioco è l'elevato numero di palle perse, quasi 4 a partita, dovute anche al notevole minutaggio e al fatto che sia l'unico a trattare la palla nei Sixers. Un difetto assolutamente migliorabile nel tempo, visto che stiamo parlando di un ragazzo di appena 22 anni. Chissà cosa avrebbe potuto combinare con un centro come Bynum sotto canestro, quello che è certo è che la squadra, adesso, è nelle sue mani. Jrue non è più un ragazzino talentuoso, è una delle realtà più stabili di questa lega.
2° posto: Paul George
3° posto: Nikola Vucevic
Coach of the Year
Vincitore: George Karl
Il coach dei Denver Nuggets merita assolutamente il premio di coach dell'Anno. I Denver Nuggets sono la terza forza ad Ovest e hanno il miglior record casalingo di tutta la Lega, 37 vittorie e solo 3 sconfitte. Il lavoro di Karl, ancora una volta, è stato certosino. Un gruppo fatto da tanti giocatori esplosivi, ricchi di talento e in grado di ricoprire più ruoli, nessuna stella designata ma tanti che possono ricoprirne il ruolo night after night. Una batteria di esterni impressionante composta da Iguodala,Gallinari,Chandler,Brewer e Faried; una presenza sotto canestro come Javale McGee e la cabina di regia in mano a Ty Lawson e Andre Miller. I Nuggets sono l'incubo della Western Conference, nessuno vuole incontrarli, nella serata giusta i Nuggets possano battere chiunque grazie ai loro ritmi indemoniati e alla loro difesa in grado di cambiare in ogni momento, in base alle necessità. Karl ha costruito un piccolo capolavoro, a modo suo, rinunciando alle superstar e affidandosi ad un gruppo di giocatori affiatati e affamati. Tutti riescono a dare il loro contributo, anche quelli che giocano di meno. Adesso arriva la sfida più importante, i playoffs, ma Karl ha già fatto un capolavoro.
2° posto: Erik Spoelstra
3° posto: Lionel Hollins
Most Valuable Player of The Year (MVP)
Vincitore: Lebron James
Non poteva che ricadere su Lebron James la scelta dell'MVP di questa stagione. James è stato assolutamente dominante per tutto l'anno, il titolo vinto l'anno scorso gli è servito a togliersi quella scimmia dalla spalla che lo tormentava da quando aveva messo piede in NBA, e adesso è un giocatore ancora più forte e completo. Un realizzatore letale, uno straordinario passatore, un solidissimo rimbalzista, Lebron James è tutto questo e molto altro ancora. Ha trascinato i suoi Miami Heat ad una striscia di 27 vittorie consecutive durante la regular season, la seconda striscia più lunga dell'intera storia NBA. King James sta polverizzando ogni tipo di record e ha ancora voglia di vincere, le cifre di quest'anno parlano chiaro: 27 punti, 8 rimbalzi e 7.3 assist a partita. James da la sensazione di poter vincere una partita come e quando vuole, quasi scegliesse il momento giusto per piazzare l'accelerazione decisiva. In assoluto il miglior giocatore della NBA in questo momento.
2° posto: Kobe Bryant
3° posto: Chris Paul
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