Philadelphia 76ers: il caso Bynum, un rischio necessario
Analisi della situazione di Andrew Bynum e del futuro dei Philadelphia 76ers
La scorsa stagione i Philadelphia 76ers hanno raggiunto il secondo turno dei playoffs per la prima volta dal 2003, cioè da quando in squadra c'era ancora Allen Iverson. I Sixers sono andati ad una sola vittoria dalla finale di conference, arrivando a giocarsi la gara 7 in casa dei Boston Celtics. Philadelphia aveva raggiunto la post-season altre quattro volte negli ultimi anni (2005,2008,2009 e 2011) ma era sempre uscita al primo turno. Queste quattro stagioni da playoffs erano state intervallate da altre quattro stagioni in cui i Sixers avevano visto la post-season solamente in TV.
In parole semplici i Sixers negli ultimi anni sono sempre stati una squadra da metà-classifica, quella che negli Stati Uniti viene definita "middle of the road". Essere in questa situazione, per una franchigia NBA, non è mai una situazione semplice, perchè quasi sempre manca la flessibilità economica per attirare free-agent in grado di far fare il salto di qualità alla squadra o in alcuni casi manca l'appeal necessario. I Sixers hanno sempre fatto fatica ad attirare superstar nella loro città, nonostante Philadelphia non sia esattamente una piccola città, essa non ha, comunque, l'appeal di città come Miami,Boston,Chicago,New York o Los Angeles. Quando ti manca quel tipo di appeal hai due sole possibilità per costruire una grande squadra: avere pazienza e accumulare scelte del draft e far crescere i propri giovani, un pò come hanno fatto gli Oklahoma City Thunder, anche grazie allo straordinario lavoro di Sam Presti; oppure correre un rischio.
I Sixers, al termine della scorsa stagione, hanno deciso di percorrere questa seconda strada, prendere una decisione netta e correre un rischio, cioè smantellare il nucleo di una buona squadra che, però, aveva probabilmente raggiunto l'apice dei suoi successi. La dirigenza di Philadelphia sapeva bene che la squadra era andata ben oltre le aspettative e che non c'era molto spazio per continuare con il nucleo di giocatori che avevano eliminato i Chicago Bulls di Derrick Rose.
Andrè Iguodala, leader storico dei Sixers, entrava nel suo ultimo anno di contratto e tutti a Phiadelphia sapevano che i Sixers non avevano alcuna intenzione di rinnovargli il contratto, soprattutto alle cifre attuali. Elton Brand non poteva rimanere a quelle cifre, anche perchè ingolfava eccessivamente il salary cap e tenerlo avrebbe significato rinunciare ai rinnovi di ragazzi di prospettiva come Holiday e Lavoy Allen. La rinuncia a Lou Williams va cercata nella necessità di dare le chiavi della squadra in mano ad Holiday, una rinuncia dolorosa ovviamente ma necessaria per far diventare Holiday l'All-Star che sembra poter essere. Dunque in Estate si è deciso di correre un rischio e avviare la trade per Bynum, spedendo Iguodala ai Nuggets, Harkless,Vucevic e una prima scelta agli Orlando Magic ricevendo in cambio Jason Richardson.
Tanti sorrisi all'inizio, in conferenza stampa, poi solo ritardi e atteggiamenti poco propositivi per Andrew Bynum, abbinati ad una serie di pettinature quantomeno discutibili. Bynum non ha giocato una singola partita ma ha guadagnato 16.5 mln di dollari, sborsati da Philadelphia, anche se in parte coperti da un'assicurazione sanitaria.
La domanda più ovvia è, visto anche il rendimento di Iguodala a Denver e dei giovani Vucevic ed Harkless ad Orlando: Philadelphia ha fatto una sciocchezza prendendo Bynum? La risposta, guardando ai risultati, sarebbe sicuramente si, ma, guardando al quadro completo e alle reali possibilità dei Sixers, la dirigenza ha corso un rischio necessario, il rischio di rafforzare la squadra e renderla davvero competitiva ad Est.
Philadelphia ha fatto una scommessa e non è riuscita a vincerla ma quando non sei una big e non hai l'appeal della Grande Mela o dei Knicks devi anche correre dei rischi, fare delle scelte coraggiose. Una scelta che, a detta di tanti executive NBA, avrebbero fatto il 90% dei GM.
Basta citare le parole di Nikola Vucevic, centro montenegrino che è stato inserito nella trade per Bynum: "Philadelphia credeva in me, conosceva il mio potenziale ma potevano prendere un giocatore come Bynun, uno dei migliori lunghi della Lega. Anch'io mi sarei scambiato per prendere Bynum, era una decisione da prendere ad occhi chiusi."
L'unico problema è che non sempre i rischi corsi portano ai risultati sperati ma è piuttosto noto che chi non risica, non rosica.