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NBA 12/03/2013, 20.47

Russell Westbrook, Mr. Why Not

Approfondimento su Russell Westbrook, point guard degli Oklahoma City Thunder

NBA

Ci sono squadre in NBA contro le quali se perdi un palla, sei rassegnato a sentire entro pochi secondi un boato del pubblico, il rumore di una schiacciata o, se ti va ancora peggio, il fruscio della retina per un tiro dall' arco. In questo senso le più efficienti della Lega sono Denver, con una batteria di contropiedisti che farebbe invidia al team di atletica jamaicano, Miami, inarrestabile con Lebron e Wade in campo aperto, e San Antonio, che in un attimo si trasforma da difesa ad attacco in transizione ed è micidiale quando trova spazio in angolo per i tiratori. Poi c'è Oklahoma City, che anche contro attacchi estremamente attenti a non concedere possibilità di contropiede, trova lo stesso il modo di correre e arrivare al ferro indifeso. Questo succede per la presenza di un giocatore col quale un rimbalzo lungo, una stoppata o una qualsiasi palla vagante sono una condanna, perchè in un attimo lui ha già la palla tra le mani ed è dall'altra parte del campo. Ad una velocità certamente non umana e con un aggressività dello spazio spaventosa. I suoi avversari sono più abituati a vedere il retro della divisa piuttosto che la parte frontale, e vedono sempre lo stesso numero e lo stesso nome: 0, Westbrook.

Certo, ci sono una lunga serie di motivi per cui OKC è una delle migliori tre squadre dell' NBA, non ultimo quell'incredibile realizzatore col numero 35. Ma a colpire a prima vista è la presenza fisica di Westbrook sul campo, evidente anche a chi di basket non ha mai visto una partita. Corre, salta, è da tutte le parti, segna a ripetizione in qualunque modo e porta la sua intensità ad un volume raggiungibile solo da pochi eletti. Il pubblico lo adora. Dopo ogni canestro da tre punti si soffia sulle tre dita e ripone le pistole nelle fondine sui fianchi. Nel frattempo, la Chesapeake Energy Arena esplode. Un giocatore come lui merita un pubblico simile, e la gente dell' Oklahoma merita sua volta un ragazzo così, un soldato in missione. Eppure, curiosamente, non ha mai avuto un soprannome troppo noto. A riguardo Russel commenta così: ‘Why Not?’ That’s my nickname. ‘Mr. Why Not?’. Espressione che descrive molto bene il personaggio.

In conferenza stampa si presenta senza nessun problema vestito in modo.. singolare, diciamo così. Shaq lo ha scherzosamente definito “Garanimals”, nome di una linea di vestiti per bambini caratteristica per la vivacità del colore degli abiti. Occhiali senza lenti, cappellini, camicie con fantasie a pois, fumetti, bandiere o disegni colorati, cravatte, giacche. Why not?

23 punti, 5 rimbalzi e 7 assist a partita nella squadra di Kevin Durant? Why not?

Primo quintetto difensivo dell'anno ai college nel 2008. Poi, solo quattro anni dopo, quei numeri offensivi in una squadra da titolo NBA. Why not?

Statistiche ai primi anni che solo Lebron, Paul, Payton e Jordan avevano registrato. Why not?

La sua esplosione avviene a UCLA, California, dov'era la riserva di Darren Collison, soprattutto nell'anno da freshman. Poi, dopo l'infortunio del compagno, Russ si guadagna i suoi minuti e la fiducia dell' allenatore. Atleticamente un giocatore sopra la media, viene utilizzato come specialista difensivo per la sua energia, elasticità e forza fisica. In quella straordinaria squadra c'erano, oltre a Collison e Westbrook, anche Afflalo e Love. Poi nel 2008 si elegge nominabile per il draft e viene chiamato alla quarta scelta dai Seattle SuperSonics, diventati poi gli odierni Thunders, che già all' anno prima avevano scelto Kevin Durant e che nell'estate successiva aggiungeranno al roster James Harden da Arizona e Serge Ibaka dal Basquet Mansresa. “Il destino? Questione di scelte”, diceva un noto politico americano dell' inzio del Novecento.

Oggi Westbrook è la spalla di KD nei Thunders che l' anno scorso hanno vinto la Western Conference, battendo gli Spurs 4-2. I due sono la coppia con più punti nelle mani, meglio anche di Wade e Labron (numericamente, s'intende). Quinto miglior assist-man dell' NBA, anche se in questo resta la convinzione che debba migliorare. Il suo punto di forza è sicuramente estraneo alle statistiche, è una questione di approccio alla partita e determinazione. In ogni suo gesto si vede l'energia e la convinzione con cui il ragazzo lo esegue. Anche in un semplice arresto e tiro: dopo l'ultimo palleggio, morte più forte degli altri per acquisire ritmo ed ulteriore energia nel movimento, arresto ad un tempo carico di esplosività ed elevazione verticale surreale. Il rilascio avviene ad altezze proibitive per la maggior parte dei giocatori della sua altezza (190cm). Il più delle volte, solo retina.

Come KD e generalmente come tutti i componenti della squadra, Westbrook ha una straordinaria capacità di procurarsi tiri liberi e di realizzarli. La sua batteria sembra non finire mai, come conferma la gestione delle rotazioni di coach Brooks. Il numero zero infatti spesso dà il meglio di sé nei finali di quarto. Motivo? Molto semplicemente Russel “ne ha di più” degli altri. La sue energia è determinante per i Thunders, come ha più volte sottolineato il suo allenatore. Mentalmente e fisicamente il suo agonismo lo porta ogni tanto ad andare oltre le righe, anche per la forte emotività del personaggio. Il suo limite, infatti, è di essere in larga parte legato ai momenti emotivi dell' ambiente. Il che può essere producente o dannoso, e la discontinuità non è consentita ad una superstar. Ci deve lavorare, ma in questo l' età lo potrà solo aiutare, come in molte altre cose.

Westbrook infatti, nelle sue prime due stagioni, aveva messo in mostra il suo più grande difetto: l'elevato numero di palle perse. Eppure lo scorso anno, ai playoffs, ha mostrato i primi segni di maturazione avvenuta, limitando la statistica da 3.6 (regular season) a 1.6. Fattore determinante per il raggiungimento delle Finals per la franchigia. Per quanto riguarda invece la maturazione fisica, non pochi ritengono che la perdita di un minimo di esplosività possa far bene a Russel. Con un corpo più facile da tenere sotto controllo, Westbrook potrebbe essere maggiormente in grado di sfruttare la sua capacità di andare al ferro e di tirare da fuori con costanza, riducendo al minimo le volte in cui “deraglia”. La sua fiducia nelle doti atletiche che possiede è smisurata, giustamente, e questo lo porta ad accedere nell' attaccare spazi che talvolta non ci sono. Più volte nell' arco dei 48 minuti mette in mostra la sua pericolosità come tiratore dal palleggio, meno spesso invece in situazione di ricezione. Questo perchè Westbrook deve ancora migliorare molto nella lettura del gioco senza palla, qualità indispensabile per giocare al fianco di un realizzatore come Durant, che attira su di sé le principali attenzioni della difesa. A livello numerico, le cifre riguardanti gli assist sono soddisfacenti, ma sotto questo punto di vista Russ ha ancora passi da gigante da fare (parallelamente alla sua crescita, come detto).

Quelle da migliorare, quindi, sono le caratteristiche mentali e la capacità di capire cosa succede intorno a lui, cosa che avverrà col passare degli anni e il leggero cambiamento del suo corpo. Al ragazzo, del resto, non manca la voglia di lavorare, come dimostra quotidianamente in palestra, aggiungendo sempre nuovi movimenti al suo repertorio. In primis il così detto “euro-step”, cioè il passo all'europea. Importato da Ginobili in NBA, e caratteristico di molti giocatori provenienti dall' area FIBA, consiste in un terzo tempo in cui, appoggiato il primo piede, si “rimbalza” sul secondo per rendere imprevedibile la direzione della penetrazione. Anche difensivamente ha mostrato dei perfezionamenti, soprattutto per quanto riguarda le scelte. Ha infatti imparato a non “cacciare” sempre e necessariamente il pallone, ma a contenere il proprio uomo sull'arco, rinunciando sì a qualche palla persa, ma rendendo più difficile da raggiungere la proprio area e limitando conseguentemente i falli a carico dei propri lunghi.

Quando gli anni avranno fatto il loro corso, l'impressione è che Westbrook diventerà un giocatore letteralmente immarcabile, quanto già lo è e sempre più lo sarà Durant. E quando sarà arrivata quell'ora, quella della compiuta maturazione di entrambi, è da vedere chi e come sarà in grado di fermare questi Thunders. Certo, OKC ha già dovuto cedere Harden per motivi salariali e non sarà affatto facile tenere nella franchigia entrambi loro due, ma la speranza dei tifosi e di molti appassionati di basket è questa. Why not?

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 14 Commenti
  • genius90 13/03/2013, 10.39

    Complimenti, bell'articolo e concordo su tutta la linea

  • TWolves92 13/03/2013, 10.33
    Citazione ( Goooo 12/03/2013 @ 23:36 )

    verissimo

    poi magari mettici la giusta dose di fortuna che ad esempio portland nelle sue scelte al draft non ha avuto(Roy e Oden),pero' come si dice la fortuna aiuta gli audaci,e infatti,come a volte il destino fa capire,proprio il draft del 2007 mise di fronte Portland e OKC,e nella scelta Oden Durant si sa chi la spuntata.

  • Goooo 12/03/2013, 23.36 Mobile
    Citazione ( TWolves92 12/03/2013 @ 22:01 )

    Si può tranquillamente dire che a OKC hanno azzeccato tutto quello che si poteva azzeccare nei draft dal 2008 al 2010,hanno costruito una squadra a mio parere formidabile pescando solo dal draft,senza bisogno di fare acquisti folli,a mio parere la g ...

    verissimo

  • rko77 12/03/2013, 23.30

    bravo..ottimo articolo!

  • Thebigfundamental21 12/03/2013, 23.17

    Bell'articolo, concordo su ogni cosa

  • ThunderSonics 12/03/2013, 22.58 Mobile

    Hai fatto centro su tutto!! Pregi e difetti... Croce e delizia! Bravo!!!

  • lucius90 12/03/2013, 22.43

    articolo bellissimo! complimenti all'autore..

  • DurantMania 12/03/2013, 22.07 Mobile

    Complimenti vivissimi all'autore dell'articolo su uno dei giocatori più entusiasmanti della lega, con un futuro radioso davanti a lui.

  • TWolves92 12/03/2013, 22.01 Mobile

    Si può tranquillamente dire che a OKC hanno azzeccato tutto quello che si poteva azzeccare nei draft dal 2008 al 2010,hanno costruito una squadra a mio parere formidabile pescando solo dal draft,senza bisogno di fare acquisti folli,a mio parere la gestione di tutto cio' dovrebbe essere presa a modello da molte franchigie.

  • Theworm 12/03/2013, 21.48
    Citazione ( TheGoat2 12/03/2013 @ 21:34 )

    Giocatori che a tratti odio e ad altri, semplicemente, adoro. Forte quanto imprevedibile. Quando maturerà sarà impossibile fermarlo.

    Nutro il tuo stesso identico sentimento... ci sono stati due giocatori che mi hanno suscitato questo sentimento di odio e adorazione per quello che facevano, Kevin Johnson e Reggie Miller... non li sto paragonando a Westbrook ehhh, non demolitemi!

  • TheGoat2 12/03/2013, 21.34 Mobile

    Giocatori che a tratti odio e ad altri, semplicemente, adoro. Forte quanto imprevedibile. Quando maturerà sarà impossibile fermarlo.

  • CP3MVP 12/03/2013, 21.30 Mobile

    Gran bell'articolo! E gran "bel" giocatore...

  • Baker 12/03/2013, 21.29

    Giocatore esplosivo......mettesse solo la testa a posto....potrebbe realmente fare un ulteriore salto di qualità

  • HisAirness 12/03/2013, 21.10

    Articolo formidabile, ben scritto, ben argomentato. Complimenti all'autore. Il limite di Westbrook è il cielo.